Il 12 gennaio, come è noto, è scaduto il termine per la presentazione da parte dei proprietari di immobili esistenti nel Comune di Orvieto e in particolare nel centro storico, delle istanze riguardanti la realizzazione di interventi di rifacimento di intonaci esterni e cadenti, di gronde fatiscenti e cadenti; di sostituzione di canali e discendenti (se di materiale non idoneo); di rimozione di pensiline di materiale plastico o di cemento-amianto, di tettoie e box negli orti e giardini; interventi di rimozione e sostituzione di canne fumarie esterne e comignoli non conformi alle norme; di eliminazione di antenne televisive non attive e pericolanti, di insegne non autorizzate e di tubazioni di scarico esterne. Una iniziativa che l’Amministrazione comunale aveva intrapreso con la pubblicazione (avvenuta già il 12 ottobre scorso) di un avviso più volte ribadito anche per spiegare agli interessati che la rapida esecuzione degli interventi, specie per i casi inerenti le sostituzioni, sarebbe stata agevolata attraverso la predisposizione di apposti moduli disponibili presso l’Ufficio urbanistica, e con riunioni specifiche della Commissione edilizia integrata finalizzate a favorire tempi più rapidi. “La risposta – a detta dell’assessore Desideri – è stata minima, seppure effettivamente siano stati moltissimi i cittadini che hanno chiesto agli uffici comunali, Ufficio urbanistica e Ufficio relazioni con il pubblico, informazioni, delucidazioni e moduli. E’ un dato anch’esso significativo che intendiamo interpretare positivamente”. “Non escludiamo infatti che altri proprietari maturino ancora la decisione di procedere agli interventi di manutenzione previsti, attivando anche le agevolazioni creditizie stabilite dalla convenzione intercorsa recentemente tra il Comune di Orvieto e la locale Cassa di Risparmio che vanno sotto la voce di “Finanziamenti per interventi nel centro storico”. A nostro modesto parere pure, tale risposta è un dato significativo, ma di un profondo scoramento che cova nel fondo della gente. E’ evidente infatti che tra “il minimo” della risposta e “i moltissimi” che hanno mostrato interesse, qualcosa c’è stato che ne ha congelato la volontà. E’ tra questi due superlativi in posizione opposta che bisognerebbe largamente e profondamente indagare. Da troppo tempo il centro storico soffre e denuncia mali, che non vanno solo riferiti a facciate desolate o a gronde licenziate. C’è dell’altro a dettare lo scoraggiamento e la sorda rivolta dell’animo. L’amore per la città che ci distingue e ci rappresenta, va sostenuto ed alimentato con ben altri provvedimenti che non lenocini o palliativi inutili e niente affatto convincenti. Troppi vuoti e troppe perdite sono state inferte al suo tessuto connettivo, senza possibilità di saturazioni e restituzioni “in integrum”: i pochi ponti gettati sembrano sconfinare su rive deserte o isole di nebbia e l’equipaggio dei superstiti, fortemente ridimensionato, è stanco, è vecchio e sfiduciato e dichiaratamente restio e scoraggiato ad uscire ancora in mare aperto. Insomma fuori di metafora, è venuto meno l’interesse e l’entusiasmo per la città in cui si abita, per quel patrimonio pubblico e privato, la cui salvaguardia dovrebbe essere comune ambizione. Bisogna ridestare in ciascuno, e soprattutto in quella parte più rappresentativa della cittadinanza, non però a forza di decreti e di minacce, ma con sagaci provvedimenti, magari ascoltando pure le tante voci che si levano d’intorno, il culto e l’attaccamento, che nei secoli passati fecero di Orvieto una singolare magnifica espressione di fede, di arte e di civiltà. Si, perché essa, vivaddio, è ancora una bella città, il suo corpo è davvero invidiabile e pieno di fascino, ma sta perdendo la sua anima: il che, tradotto in parole povere, significa che sta morendo.
Verifiche da parte del Comune su tutto il territorio
Scaduto il termine per la presentazione di istanze per interventi di rifacimento su edifici
AUTORE:
(civis)