La Thyssen Krupp ha rinviato a fine mese la decisione definitiva sulla chiusura del magnetico. Mobilitazione a tutti i livelli per difendere il lavoro di novecento famiglie. La mobilitazione è totale per salvare il salvabile, compatta e unanime. Un primo spiraglio di trattativa si è aperto dopo l’incontro tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri on.Gianni Letta, i vertici della Thyssen Krupp tedeschi ed italiani, la presidente della Regione Lorenzetti, il presidente della Provincia di Terni Cavicchioli e il sindaco Raffaelli, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria nazionali e territori. Le iniziative diplomatiche del governo, con formale protesta al governo tedesco e i contatti intercorsi tra i massimi esponenti dei due governi, Berlusconi e Schroeder, hanno portato al rinvio di ogni decisione in merito al futuro del magnetico al 27 febbraio, giorno in cui si terrà la riunione del comitato di sorveglianza della multinazionale tedesca, alla quale spetta la decisione definitiva. Presso il ministero per le attività produttive è stato anche predisposto un tavolo di trattative, coordinato dalla presidenza del Consiglio, per un confronto tra Thyssen Krupp e le organizzazioni sindacali per verificare tutte le possibili soluzioni al fine di assicurare la continuità produttiva dell’acciaio magnetico a Terni. Una situazione che non schiarisce di molto le tinte fosche del futuro del magnetico delle Acciaierie con tutte le ripercussioni che comporta la decisione di chiusura di un intero reparto (con 900 posti di lavoro a rischio) a livello economico, occupazionale, produttivo, per un sito industriale così importante. La chiusura annunciata lo scorso 29 gennaio dalla dirigenza tedesca, in modo diretto e unilaterale, affonda probabilmente le radici in valutazioni economiche e di altro tipo. Una decisione che ha avuto immediate reazioni di sdegno e proteste accese da parte dei lavoratori e istituzioni locali, alle quali immediatamente hanno fatto seguito espressioni di solidarietà provenienti da ogni parte della società civile, istituzionale, religiosa e politica. Un fronte unito. La chiesa umbra si è mobilitata (vedi sotto), i comuni della regione ugualmente. Il vescovo mons. Paglia ha celebrato la messa domenicale per la città nella Cattedrale di Terni con una delegazioni degli operai e dei rappresentanti sindacali (foto in basso) e in tutte le chiese della diocesi di è pregato per questa difficile situazione e per le famiglie degli operai. Nel corso della celebrazione mons. Paglia ha ufficializzato, in accordo con il comune di Terni, il conferimento del premio San Valentino agli operai dell’Acciaieria con la consegna dei 15.000_ del premio che saranno destinati per sostenere le lotte e le iniziative varie per la difesa dell’occupazione e della produzione alle acciaierie. La vicenda prosegue ancora con lo sciopero generale provinciale del 6 febbraio.
Venerdì sciopero provinciale generale
La città teme per il suo futuro
AUTORE:
Elisabetta Lomoro