“’Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato’ (At 4,20). Sono parole di una forza dirompente, tratte dagli Atti degli apostoli, che ci interrogano facendoci compiere un profondo e sincero esame di coscienza, perché tutti siamo invitati ad essere ‘profeti e testimoni’”. Lo ha sottolineato il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve monsignor Marco Salvi commentando il tema della Giornata mondiale missionaria, che la Chiesa celebra domenica 24 ottobre, durante la Veglia diocesana di preghiera tenutasi questo fine settimana nella chiesa parrocchiale di Monteluce del capoluogo umbro. Erano presenti il parroco e il suo vice, don Nicola Allevi e don Giordano Commodi, i direttori del Centro missionario diocesano don Orlando Sbicca e della Caritas diocesana don Marco Briziarelli, nonché presidente dell’associazione “Amici del Malawi”, la coordinatrice della Commissione regionale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese della Ceu Anna Maria Federico, un nutrito gruppo di ragazzi e una giovane coppia dell’Operazione Mato Grosso che ha testimoniato la sua esperienza missionaria in Perù nello spendere la propria vita per i poveri.
Donare ciò che si è ricevuto
“Tutto ciò che abbiamo ricevuto, che il Signore via, via ci ha donato, dobbiamo gratuitamente donarlo agli altri – ha ricordato monsignor Salvi –. Come gli Apostoli che hanno visto, ascoltato e toccato la salvezza di Gesù, così anche noi siamo toccati dalla vita di Cristo ogni giorno. Questa veglia è un momento di preghiera e di comunione importante per la nostra Chiesa, è un’occasione per risvegliarci dal nostro torpore. Questa pandemia ci ha imborghesito anche nella fede, ma dobbiamo rimetterci in cammino soprattutto ora che incomincia il cammino sinodale della nostra Chiesa. Per suscitare in noi questo desiderio di cammino dobbiamo lasciarci coinvolgere dall’attualità dei due messaggi che ci vengono offerti come riflessione della Giornata mondiale. Questo desiderio ci deve spingere ad osare e ad uscire dai confini delle nostre certezze e abitudini e comprendere, ascoltando la Parola di Dio, l’importanza di essere testimoni e profeti dando precedenza alla vita che abbiamo incontrato”. “Le nostre comunità sono ricche di talenti – commenta monsignor Salvi – dove ci si incontra con una molteplicità di espressioni di vita. E sono quelle diverse espressioni da valorizzare per offrire a tutti quella salvezza che ha toccato profondamente il nostro cuore. I luoghi sono la famiglia, il mondo del lavoro, la comunità civile, il mondo intero dove le difficoltà non mancano, sono presenti e spesso la strada può sembrare impervia, ma, come diceva santa Teresa d’Avila, ‘nulla mi turbi, nulla mi spaventi, tutto passa, solo Dio non cambia’”.
Vocazione missionaria in ogni battezzato
“Quindi l’Ottobre missionario – ha concluso la sua riflessione il vescovo ausiliare – è un periodo propizio per comprendere l’importanza dell’annuncio del Vangelo a tutti i popoli. In tutti i battezzati c’è una vocazione missionaria, perché il battesimo, che identifica la persona di Gesù, ci identifica la sua missione: Egli è il missionario del Padre e noi siamo i suoi missionari. Perciò ogni anno la Giornata missionaria e la nostra Veglia di preparazione ci riportano a qualcosa di centrale nella vita della Chiesa affinché il nostro battesimo diventi fonte di missione nella nostra vita”.