Il primo Papa di nome Francesco verrà, pellegrino fra i pellegrini, nell’umile chiesetta dove Francesco sviluppò il suo dialogo con Dio sotto lo sguardo della Vergine santa e dove volle formare i suoi compagni alla fraternità inviandoli nel mondo come testimoni del Vangelo”. Lo ha sottolineato lunedì, appena diffusa la notizia della “visita privata” di Papa Francesco alla Porziuncola, mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, in una nota nella quale tra l’altro ha espressso “gratitudine al Santo Padre per questo ulteriore segno di attenzione ad Assisi”. Lo abbiamo raggiunto per chiedergli di commentare con noi la notizia.
Mons. Sorrentino, nel commentare su La Voce la visita di Papa Francesco ad Assisi il 4 ottobre 2013, lei scriveva: “Ascoltare da vicino le sue parole, osservare i suoi gesti, è stata un’esperienza indimenticabile. Ancor più è stata una scuola”. Papa Francesco in questo Giubileo torna ad Assisi il 4 agosto in occasione della festa del Perdono di cui si celebra l’VIII centenario, e in “visita privata”. Stavolta, dunque, Papa Francesco non parlerà spesso. Si può dire che la visita stessa sarà un “gesto” capace di esprimere più di molte parole?
“Certamente. Già il fatto che egli venga come ‘pellegrino’ in questo Anno della Misericordia è significativo. Si vede spesso il Santo Padre in atteggiamenti di preghiera anche molto personali. Non è uomo che ama il ‘ruolo’. Si sente che dentro vibra il cristiano. Gli sta a cuore la semplicità evangelica. È bello dunque che venga a chiedere per sé stesso la misericordia per poterla poi testimoniare a noi tutti. Lo vedremo dunque innanzitutto pregare. Ma confido che vorrà comunicarci anche qualche pensiero, forse all’interno di una breve liturgia della Parola. E questo arricchirà il suo magistero assisano, lasciando per noi, come nell’altra visita, stimoli e prospettive che ci aiuteranno a camminare. Tra l’altro, viene mentre abbiamo appena concluso un Sinodo che egli stesso volle benedire. Ora trova il nostro Libro del Sinodo ormai consegnato e in via di assimilazione e applicazione. Trova un progetto pastorale che si richiama molto alle sue indicazioni, specie alla Evangelii gaudium. Non sarà, come l’altra volta, un largo giro e un bagno di folla. Ma la sobrietà sarà in tono con la semplicità della Porziuncola, e ci farà tanto bene”.
Cosa signifca “visita privata”? Come si concilia con la notorietà di un personaggio che attira le folle?
“Dire visita privata non vuol dire visita segreta. Il Papa ha voluto annunciarla, e dunque, inevitabilmente, nascerà interesse e molti vorranno esserci. La differenza dalle visite ‘ufficiali’ è soprattutto il fatto che, oltre alla brevità del tempo che passerà con noi, siamo esonerati dall’organizzare grandi cose e non dovremo preoccuparci di presenze ufficiali, sia a livello ecclesiale che civile. Si provvederà ovviamente a quanto necessario per il buon ordine e la sicurezza. Si daranno indicazioni perché quanti partecipano lo possano fare con frutto e senza disturbarsi a vicenda. Tutte cose da considerare nei prossimi giorni. Ma a tutti dev’essere chiaro che il Papa viene per questo momento di preghiera personale, e non per altri motivi specifici, come sono quelli delle sue visite pastorali”.
Lei ha preparato una lettera pastorale, Perdono di Assisi, cammino di Chiesa, che è rivolta ai fedeli della diocesi come anche ai pellegrini. Il titolo fa pensare a un testo che colloca un’esperienza personale, il perdono, in una dimensione ecclesiale. È così?
“Proprio così. Perché in realtà in ogni esperienza di perdono, soprattutto quando avviene attraverso il sacramento della riconciliazione, non si tratta mai di qualcosa di puramente personale. La dimensione sociale ed ecclesiale attraversa sia il peccato, per la sua influenza negativa, sia il perdono, per il vantaggio che procura non soltanto alla persona che lo riceve, ma a tutta la comunità. L’indulgenza è un approfondimento di questo cammino spirituale, in cui la dimensione ecclesiale è fortemente in gioco. Si tratta infatti di una grazia speciale che si fonda proprio sulla condivisione di ciò che la Chiesa ha di più caro, il tesoro dei meriti di Gesù Cristo e dei santi, e che diventa implorazione efficace perché il cristiano già perdonato possa lavorare con frutto per il risanamento del suo spirito da tutte le conseguenze che il peccato lascia e che spingono a ricadere nell’errore. Cammino ecclesiale, poi, anche rispetto a ciò che la Porziuncola significa per la nostra Chiesa di Assisi. È in rapporto a questa chiesina cara a Francesco che si è formulato il nostro progetto diocesano di rinnovamento delle parrocchie perché realizzino sempre di più la loro identità di ‘famiglia di famiglie’. Le piccole comunità che stanno fiorendo nelle parrocchie trovano nella Porziuncola il loro simbolo ideale”.