L’Umbria che invecchia più delle altre regioni italiane è anche quella in cui si fanno più aborti. Oltre 2400 le Ivg praticate ogni anno. Il Movimento per la vita lo denuncia ogni anno e intanto lavora per salvare mamme e bambiniNello scorso agosto 2003 il Ministro della Salute ha presentato al Parlamento italiano l’annuale “Relazione sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza”, come prevede la stessa legge 194/78. E, come da 25 anni a questa parte, la relazione del Ministro è tutta incentrata sui numeri delle interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg) effettuate (nel 2001 sono state 132.234 in Italia, 2.407 in Umbria; nel 2002 – dati provvisori – sono state 130.690 in Italia e 2.455 in Umbria) ed elude completamente la parte che dovrebbe riguardare le Ivg evitate grazie all’applicazione della stessa legge. Grave carenza questa, sempre da noi sottolineata. Purtroppo il metodo di raccolta dati delle Ivg e le procedure con le quali si pratica l’aborto volontario, immutate ed immutabili sebbene siano trascorsi più di 25 anni dalla sua applicazione, non permettono in alcun modo di precisare la pur dichiarata funzione di “tutela sociale della maternità” della stessa legge 194. A fronte di un tasso di fecondità nell’anno 2001 di 35,7 (su 1000 donne in età fertile), tra i più bassi in Italia (tasso nazionale 38,1), resta una costante nel tempo il primato della regione Umbria per il ‘rapporto di abortività’ (numero di aborti ogni mille nati vivi) pari, nell’anno 2001, a 353 (Italia 248,6), e nel 2002 a 337,6 (Italia 244), e per il ‘tasso di abortività’ (numero di aborti ogni mille donne in età fertile) pari a 12,6 nell’anno 2001 (Italia 9,5), a 12,7 nell’anno 2002 (Italia 9,3). Siamo dunque tra le regioni italiane con il più acuto problema demografico, caratterizzato sempre più dalla denatalità (specie per le donne della nostra nazionalità). Il decremento costante del numero assoluto delle Ivg in tutto il territorio nazionale negli anni, sembra poi contrastare con l’andamento alquanto stabilizzato, intorno ai 2.400 aborti volontari/anno, della nostra Regione in questo ultimo lustro. Naturalmente nella relazione ministeriale non si fa alcuna menzione agli aborti volontari provocati dalla “pillola del giorno dopo”, proprio perchè non controllabili dalla legge 194. Eppure, si può affermare che la diffusione sempre più estesa di questa forma non dichiarata di “cripto-aborto” (aborto nascosto, non riconosciuto da un test di gravidanza), lungi dal prevenire la forma chirurgica dell’aborto secondo legge 194, non fa altro che aumentare le vittime innocenti. VOLONTARIATO Virgolino: “Aiutare le madri in difficoltà è la vera forza” del Movimento per la vita”Salvare la vita di un bambino dall’aborto volontario è l’esperienza più forte di carità che può cambiare il cuore e la mente anche di chi ci è più ostile per motivi ideologici, perché il bambino non nato non è un “fatto politico”, né un’invenzione della Chiesa”. Alberto Virgolino invita tutti a partecipare alle azioni di solidarietà concreta che, afferma, “sono la nostra vera forza per incidere anche nella stessa realtà culturale del nostro Paese”. Per questo auspica un impegno sempre maggiore a servizio della vita nascente da parte di tutti, laici e cattolici, ed un suo adeguato riconoscimento anche da parte degli Enti pubblici. Ciò significa concretamente, afferma Virgolino, partecipare e sostenere l’attività dei Centri di Aiuto alla Vita (Cav) della nostra Regione; diffondere nei negozi, ambulatori medici, sale di attesa di ospedali e consultori, farmacie, il Telefono Numero Verde “S.O.S. Vita – 8008.13000” aperto 24 ore su 24 per dare aiuto a donne in difficoltà per gravidanze indesiderate o problematiche; sostenere madri in difficoltà economiche con il “Progetto Gemma – adozione prenatale a distanza”, con un contributo mensile di 160 euro per 18 mesi, anche in più persone.
Vale per tutti l’imperativo “Non uccidere”
AUTORE:
Alberto Virgolino