Sono ritornati pieni d’entusiasmo e di progetti i 18 ragazzi che, insieme all’arcivescovo mons. Riccardo Fontana, hanno preferito dedicare le proprie vacanze per conoscere più da vicino la difficile realtà della Georgia. Una piccola nazione che confina con la Russia, la Turchia, l’Azerbajan e l’Armenia; ricca di risorse minerarie, boschive e acquifere, ma con una situazione economica e sociale in balia di un regime politico vacillante, che rende la vita della popolazione in costante miseria. ‘E’ inverosimile ‘ commentano i ragazzi ‘ come a poche ore di aereo si possa vivere una realtà, da noi letta solo nei libri di storia: la sera si vive una situazione di quasi coprifuoco, la corrente è assicurata fino ad una certa ora, mentre l’acqua deve essere bollita prima di poterla bere, per non parlare della reale miseria che si vive per le strade’. Tanto è stato fatto fino ad oggi dalla Chiesa cattolica: dall’alloggio per i bambini orfani, al risanamento delle chiese, alla mensa per i poveri che ogni giorno serve centinaia di pasti. Ed ora grazie all’incontro tra l’arcivescovo mons. Fontana, il Nunzio apostolico della Georgia, Azerbajan e Armenia, mons. Claudio Gugerotti e il presidente della Caritas, si prevedono nuovi spiragli. La missione, a cui hanno partecipato anche don Giulio Martelli, don Camillo Ragan e don Sem Fioretti, è stata animata da interessanti riflessioni teologiche che hanno permesso l’interscambio culturale fra le diverse popolazioni. Durante la missione abbiamo intervistato il Nunzio Apostolico mons. Claudio Gugerotti sulla situazione in Georgia. Quale è il significato dell’incontro con la nostra diocesi? ‘Ogni incontro ha già un significato in sé: prendere coscienza di ciò che si è, e di ciò che l’altro rappresenta, e donarselo scambievolmente. Nel caso dell’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, siamo di fronte ad una delle comunità dalla storia cristiana più ricca di martiri e santi che rendono la vostra Diocesi benemerita e amata nel mondo ortodosso; e questa è stata un’occasione formidabile per ridare coscienza, alle reciproche identità. La visita in Georgia dei vostri giovani, resa grazie all’opera instancabile e piena di fantasia del vostro Arcivescovo, cui sono legato da cara amicizia, ha lasciato una traccia profonda; siamo tutti grati e commossi di questa opportunità che abbiamo avuto’. Quale è la realtà georgiana? ‘I georgiani raccontano che quando Dio creò il mondo e lo distribuì alle varie genti, i georgiani presi dal gusto del banchetto comune, arrivarono quando Dio aveva già distribuito tutto, ma Dio per non deludere questo popolo, diede loro quel pezzetto di terra che aveva pensato di tenere per sé. Oggi il fascino di quei paesaggi sussiste, ma è ferito da una penuria generalizzata, ‘a pensare che durante l’epoca dell’Unione Sovietica, la Georgia era uno dei Paesi più ricchi e più cosmopoliti di quel blocco; ora invece è il paese più povero dove, la disoccupazione è altissima, l’economia stagna, l’assistenza medica è solo a pagamento ed è terribile veder morire i propri figli per non poter pagare un medico. I giovani emigrano e nessuno sembra poter più vivere bene nella particella che Dio aveva scelto per sé’. Cosa si può fare e come? ‘Il primo investimento è quello sulla formazione di persone capaci di ridare trasparenza alla vita sociale e politica, gravemente compromessa. Poi c’e’ bisogno di rimettere in moto un meccanismo di gestione dei beni numerosi che il paese possiede, ma per fare questo occorre gente di buona volontà, qui e all’estero, disposta a rischiare credendo e puntando sulla persona umana’. Quali figure professionali servono di più in Georgia? ‘Qui c’è spazio per ogni professionalità, ma vista la straordinaria bellezza dei luoghi e delle memorie storiche, sicuramente il turismo è un settore da privilegiare; occorre però che l’economia si rimetta in moto, con apporti dall’esterno e con un sostegno onesto di un’autorità interna, che lavori per il bene di tutti’. La Chiesa Cattolica quale apporto pratico sta dando? ‘E’ molto attiva con iniziative di ripresa economica, sostegno nell’educazione dei bambini e nella cura degli emarginati. Tutto portato avanti insieme al lavoro della Caritas che, senza distinzione etnica e confessionale, si distingue per qualità ed efficienza’. Quali difficoltà si incontrano? ‘All’interno, le fatiche di una ricostruzione sociale ancora iniziale, con una burocrazia pesante e non sempre trasparente, all’esterno, l’indifferenza di molti paesi ricchi, che si accorgono della Georgia solo quando c’è un’opportunità economica da sfruttare’. Come sono i rapporti con il governo locale? ‘Il Governo stima molto la Chiesa Cattolica, per il suo sostegno di carità al Paese e per la forza della sua universalità. Stima il Papa per il coraggio del suo pensiero e della sua azione disinteressata e lo considera la voce più alta che oggi si leva per la difesa dei poveri’.
Vacanze-missione in Georgia per 18 giovani della diocesi
A colloquio con mons Claudio Gugerotti, Nunzio in Georgia, Arzebajan e Armenia
AUTORE:
Clelia Loreti