Si parla spesso di passaggio cruciale che la Chiesa nel suo insieme sta vivendo. Qualcuno fa notare, giustamente, che la Chiesa non ha mai smesso di passare da una situazione all’altra.
La Chiesa sta dentro la storia e ne subisce i contraccolpi. È un fatto chiaro che tutta la “struttura” attuale non è possibile gestirla come sempre abbiamo fatto. Vivendo in un’epoca di passaggio, ci troviamo di fronte a tante problematiche pastorali, strutturali e organizzative. Non navighiamo nel buio, perché il Signore ci invia dei segni che dobbiamo saper interpretare per percorrere nuove vie.
Una diocesi, pur nella pienezza del suo essere Chiesa, non è una monade ma vive nella Chiesa universale, ed è inserita nella dimensione regionale e nazionale, dove le problematiche sono simili ad altre Chiese. Gesù nel Vangelo di Matteo ci dice che “ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e antiche”.
Dobbiamo saper attingere, da questo grande tesoro, quanto è necessario per la causa di Cristo per il tempo di oggi. Facile a dirsi, difficile da realizzare. Sicuramente, con la lamentela che i tempi sono cattivi e il passato era tutto rose e fiori, non andiamo da nessuna parte.
L’inizio del cristianesimo nel nostro territorio avvenne tra grandi tribolazioni. Ignoriamo i successi pastorali del vescovo san Terenziano quando il 1° settembre di un anno sconosciuto del II secolo fu trascinato fuori dalle mura della pagana Tuder e decapitato. Sicuramente i pochi credenti avranno pensato alla fine di tutto, della loro esperienza di fede, della loro vita comunitaria…
Oppure a Volsinii – l’attuale Bolsena – centro dell’antico culto della dea Norzia, divinità della fortuna e del destino, che speranza poteva avere la comunità cristiana quando Urbano, l’orgoglioso e snaturato padre di santa Cristina, fece uccidere la figlia perché cristiana? Gli inizi furono tragici, occorre sfrondare il mito nato dopo questi eventi e rapportarsi alla realtà dei fatti. Guardare alle origini del fatto cristiano, ma non per celebrare un’età dell’oro che mai è esistita (nella Chiesa delle origini si celebrano i martiri, ma sappiamo che vi furono molti lapsi che crearono seri problemi riguardo alla loro riammissione nella comunità, terminata l’ondata persecutoria).
All’inizio, il contatto con la città di Roma, reso agevole dal sistema viario che attraversava la nostra regione, ha permesso ad alcuni di incontrare la fede cristiana: prima è nata la fede in Gesù e poi sono seguite le strutture. Ci sono voluti i secoli per penetrare nel mondo pagano.
Nei primi decenni del IV secolo il noto “rescritto di Spello” ci evidenzia come sussistesse un forte legame con il paganesimo, nonostante la politica filo-cristiana dell’imperatore Costantino.