C’è il senso forte della crisi, ma c’è anche, altrettanto forte, la determinazione al rilancio nell’inaugurazione dell’anno accademico 2013-2014 dell’Università degli studi di Perugia. Sia nelle parole dell’ex rettore dell’Università per Stranieri, ora ministro del Miur, Stefania Giannini, sia in quelle del rettore dell’ateneo perugino, Franco Moriconi.
La crisi, si diceva, è l’immancabile punto di inizio di tutti i discorsi. Cinquecentomila posti di lavoro persi negli ultimi anni – ricordano Giannini e Moriconi -, tre milioni di disoccupati, nelle Università il 20% di iscritti in meno in dieci anni e il boom di abbandoni (il 40% degli iscritti). Dati che fissano gli obiettivi imprescindibili del futuro: in una parola, rinascere.
Il rettore Moriconi lo sottolinea con forza: l’Università è il luogo della cultura e del sapere su cui si basa tutta la storia e la grandezza dell’Europa, “è solo da qui che possiamo ripartire: dalla fiducia che dobbiamo ai giovani che si affidano a noi e dalla forza che ricaviamo dalle nostre ricerche”.
Come farlo? Il “magnifico” elenca i vari punti della sua attività, ribadendo alcuni degli impegni chiave del suo mandato, già sottolineati dal pro-rettore Fabrizio Figorilli nell’intervista a La Voce della scorsa settimana. In primis, la sinergia con la città. “Non mi stancherò mai – sottolinea Moriconi – di promuovere l’idea di ‘Perugia città universitaria’ quale progetto complessivo da realizzare con il concorso di tutte le istituzioni cittadine e territoriali. Proprio in questa direzione va il progetto di realizzazione nell’area della Pallotta di una ‘città dello sport’ che possa costituire nell’ambiente naturale che la circonda un punto di riferimento per le attività sportive e ricreative, nonché di tutela della salute e del benessere”.
I due pilastri
Il rettore, ovviamente, batte più volte sui due pilastri dell’ateneo: didattica e ricerca, studenti e docenti. Nel primo ambito, Moriconi punta a rivedere l’offerta formativa sulla base delle esigenze concrete del mercato e della società, come avvenuto per il nuovo corso di laurea magistrale in Geologia degli idrocarburi, totalmente in inglese e organizzato in stretta collaborazione con l’Eni, tanto da aver avuto richieste di iscrizione da ogni parte del mondo. Si punta poi a incentivare l’internazionalizzazione del sapere. “Abbiamo deciso – spiega il rettore – di destinare il ricavato del 5 per mille per incentivare esperienze internazionali dei nostri laureati più meritevoli”. E poi i servizi: il ritorno delle Segreterie nei rispettivi dipartimenti, sconti sui trasporti e un ambulatorio medico gratuito per i fuori sede.
Sul fronte della ricerca, “oltre allo stanziamento – spiega Moriconi -, per la prima volta dopo vari anni, di un Fondo minimo iniziale per la ricerca di base, è stato avviato un processo di incentivazione per moltiplicare la partecipazione dei ricercatori ai bandi europei”.
Imprescindibile, infine, il legame con il mondo del lavoro per trasferire i risultati della ricerca in concrete attività produttive e occupazionali: “È già stato stanziato – sottolinea il magnifico – un primo sostanziale finanziamento per la realizzazione di quell’incubatore d’impresa che aspettavamo da tanti anni, struttura essenziale per la tutela e la valorizzazione dei risultati della ricerca, per il suo trasferimento al mondo delle imprese e dell’economia in generale, nonché per l’impulso all’imprenditorialità e all’occupazione giovanile”.
“Le risorse ci sono”
La strada per rilanciare il mondo dell’Università italiana c’è. Lo ha ribadito con forza il ministro Stefania Giannini nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico. Le risorse ci sono: “Grazie ai Fondi europei, con il cofinanziamento nazionale, ci sono 55 miliardi di euro a disposizione della ricerca. Dobbiamo creare progetti per attirarli”. Tre gli ingredienti per farlo: ricerca, internazionalizzazione e mobilità. “Questa non è fuga dei cervelli, è arricchimento – ha ribadito -. Ai rettori dico: non abbiate timidezza, investite in mobilità, e il Ministero sarà al vostro fianco”.