È stato fatale il ballottaggio per Wladimiro Boccali, che ha perso contro Andrea Romizi perché non è riuscito a convincere i propri elettori del primo turno a ribadirgli il sostegno anche al secondo. Oltre il 30% degli elettori Pd, e un quarto di quelli dei partiti alleati, al ballottaggio non ha partecipato al voto (o ha votato scheda bianca o nulla), sottraendo in questo modo circa 12.000 voti a Boccali.
È quanto emerge dall’analisi sulle elezioni comunali, illustrata dal prof. Bruno Bracalente del dipartimento di Economia dell’ateneo perugino e da Claudio Carnieri, direttore dell’Agenzia Umbria ricerche.
Quest’ultimo ha sottolineato un aspetto importante: “In queste elezioni si è posto il problema della mobilitazione, che non può essere fatta solo per il primo turno. Se non si vince subito, una parte della coalizione può giocarsi un’altra partita”.
L’analisi dei flussi elettorali ha interessato anche il rapporto tra europee e primo turno. È emersa la grande differenza di voti raccolti dal Pd, che per il Parlamento europeo aveva stretto un’alleanza con i socialisti che poi sul confronto ha pesato. Alle comunali hanno confermato il proprio voto al Pd in sette su dieci, mentre altri (7%) hanno scelto le liste più a sinistra, il 12% socialisti e “Perugia bene comune”, e il 9% si sono divisi tra liste civiche e liste di centrodestra come Fratelli d’Italia, Progetto Perugia e “Perugia domani”.
“La vittoria di Romizi – ha concluso Carnieri – è arrivata perché qui è stata forte la sensazione che si potesse cambiare, che questa volta la partita era aperta”.
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