Amelia e la sua santa patrona Fermina, una festa che rievoca antiche tradizioni mediovali ma soprattutto la testimonianza di una giovane che non ha rinnegato la sua fede cristiana nemmeno di fronte alle più atroci torture e alla morte. Nella solenne celebrazione presieduta dal vescovo Vincenzo Paglia nella cattedrale di Amelia, preceduta dalla suggestiva rievocazione storica della pesatura e offerta dei ceri, secondo gli Statuti del 1346 e dall’accensione dei ceri con la Fiaccola S. Fermina, è stata ricordata la santa patrona di Amelia. Il vescovo Vincenzo Paglia, sottolineando l’importanza di ritrovarsi come comunità unita nella celebrazione di una festività così sentita ad Amelia, ha ricordato come la giovane martire Fermina sia ancora oggi testimone della fede e dell’amore per gli altri. “In questo particolare momento di crisi che stiamo vivendo a livello mondiale – ha detto il presule – sia economica che sociale è necessario essere uniti, superando individualismi ed egoismi, perché se ciascuno pensa per sé sarà sempre più difficile il futuro per tutti. Anche la crisi economica che stiamo vivendo nasce dall’egoismo di singoli e degli Stati, dall’egoismo di chi ha voluto speculare sugli altri. Per questo è importante ricordare che abbiamo bisogno dell’esempio di donne come Fermina, perché si superino divisioni e cresca in ciascuno una solidarietà maggiore verso tutti, perché s’impari ad essere generosi anche prestando attenzione al prossimo, mostrandosi accoglienti verso l’altro”.
Una solidarietà concreta come quella del Fondo di solidarietà delle Chiese umbre che, ha ricordato ancora mons. Paglia nella sua omelia, “ha permesso di sostenere oltre 1.000 famiglie umbre, lavoratori che hanno perso il posto di lavoro e che non hanno nessun ammortizzatore sociale. Ora il Fondo è terminato, ma c’è necessità di aiutare ancora chi è più bisognoso, perché nei momenti difficili nessuno sia lasciato solo. Per questo in Umbria si terrà una nuova colletta per il Fondo di solidarietà delle Chiese umbre. Un gesto che mostra quanto oggi sia necessario aiutarsi gli uni con gli altri, anche dando poco, disponibilità, attenzione, vicinanza, amando di più a cominciare dai più deboli, sostenendo chi si torva in una condizione peggiore della nostra. C’è necessità che cresca tra noi l’amore e la solidarietà, aiutando chi è più povero, chi è nel bisogno maggiore”. All’insegna della solidarietà anche il premio Santa Fermina, che è stato conferito alla Caritas del Kosovo di Dubrava, per la realizzazione di progetti e centri di aggregazione per i giovani. Progetti che la città di Amelia sta seguendo da qualche tempo in collaborazione con la parrocchia di Santa Maria Regina di Terni e i gruppi di volontari che già operano attraverso la Caritas.