Proprio sotto la mole dell’elegante campanile della basilica di San Benedetto, a Gualdo Tadino, in quella che è oggi l’appena restaurato ufficio parrocchiale, si trova uno dei tanti luoghi “vociani” che hanno caratterizzato la lunga storia del nostro settimanale: l’ufficio abbonamenti diocesano. Era in uno degli stanzoni che, fra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Settanta, si scrivevano e si aggiornavano i nominativi degli indirizzi degli abbonati della ex diocesi di Nocera-Gualdo e Sassoferrato su un’apposita carta su cui, poi, a Fossato di Vico passava una macchina che stampava l’indirizzo direttamente sul settimanale la temibile “drema” che schiacciò, un giorno, due dita ad una collaboratrice fossatana.
La sola diocesi umbro-marchigiana – che da Sefro (Mc) arrivava fino a Percozzone (Pu), da Sigillo fino a Nocera – contava oltre 6.000 abbonati! All’operazione prendevano parte, a turno, vari collaboratori. Fra loro spiccava il coadiutore dell’arcidiacono Del Ventura, don Sesto Anderlini, che aveva cooptato, oltre a suo nipote Valerio, anche lo “zoccolo duro” dell’intellighenzia cattolica gualdese: Piero Frillici, Italo Giubilei, Ferdinando Pascucci. Volevi scrivere per La Voce, insomma? Dovevi partire non dagli articoli, ma dagli indirizzi.
L’attività di “segreteria” fu tenuta a Gualdo per quasi vent’anni. La redazione centrale fossatana, infatti, oltre alla confezione materiale del giornale e alla “drema”, era impegnatissima in quell’attività meritoria – di cui il direttore don Antonio Berardi era accanito sostenitore e di cui mai si potrebbe dire abbastanza bene – che era la raccolta di fondi e beni di consumo per le missioni. E per spedire, oltre ai “pacchi viveri”, le oltre 60.000 copie stampate da La Voce, don Berardi chiese con insistenza, e ottenne, un apposito ufficio postale presso la stazione FS di Fossato di Vico, che per molti anni funzionò quasi esclusivamente per le esigenze del settimanale ed oggi ancora esiste. Certo, in tempi di guerra fredda, l’operazione non passò inosservata e c’era chi non poté proprio soffrirlo. Fu così che, in almeno un paio di occasioni, nel tragitto in treno verso le Marche, qualche pacco di giornali finì, non si sa come, per cadere all’interno della galleria di Fossato. Di questa e di tante altre storie, comunque, si parlerà ancora – dopo il convegno di Fossato di Vico del 21 giugno 2003 – nell’incontro che si terrà a Bastia Umbra, presso il Centro San Michele, sabato 6 marzo alle ore 16. In quell’occasione, infatti, oltre all’attuale direttore don Elio Bromuri e alla redazione operante, molti altri dei vecchi collaboratori daranno testimonianza di quel cammino, per certi versi eroico, che ha percorso La Voce in mezzo secolo della nostra storia.