Si chiamava Abdelkerim Hamdi l’operaio di soli 42 anni morto in fabbrica ad Umbertide nel suo primo giorno di lavoro, martedì 17 luglio. Ora non c’è più. È morto nel luogo di lavoro aggiungendosi alle tante tragedie nei cantieri, industrie, fabbriche che sempre più funestano la nostra regione e il Paese intero. Abdelkerim in Marocco aveva lasciato la moglie e un figlio. Al momento dell’incidente con i colleghi stava lavorando vicino a una pressa allestendo degli stampi, alla Proma, azienda metalmeccanica, e stava svolgendo il suo primo turno di notte quando un cilindro metallico del peso di 5 kg, usato per spessorare il macchinario, per cause ancora ignote, ad un certo punto si è sganciato colpendolo al petto con la forza di un proiettile. Abdelkarim, dalle testimonianze di chi lo conosce bene, era “un lavoratore”, uno che si voleva guadagnare la “pagnotta” con il sudore della fronte e uno dei tanti lavoratori immigrati che contribuiscono, giorno dopo giorno, ad aumentare il tasso di sviluppo e benessere degli italiani tutti. Voleva mettere da parte qualcosa e poi far ritorno nel suo Marocco, ricongiungendosi con la famiglia. Subito soccorso dai suoi colleghi di lavoro, ha palesato le disperate condizioni di salute, quasi fosse stato colpito da una fucilata al petto. È stato trasportato d’urgenza a Perugia all’ospedale Santa Maria della Misericordia, dove è stato ricoverato in Rianimazione a causa delle gravi lesioni interne e dove è morto la mattina dopo.
La notizia della morte del 42enne ha destato molta preoccupazione nella comunità marocchina locale, insieme allo sdegno e alle prese di posizione dei sindacati, del Comune. L’atroce beffa ha riguardato ancora una volta un precario, ancora un immigrato, che era stato assunto il giorno prima della sua scomparsa. L’uomo, al momento ospite del Centro “Jerry Masslo” di Umbertide gestito dal Comune e dalla Caritas, aveva un contratto interinale, ovvero era un lavoratore “in affitto”. Si grida da parte della Cgil dell’Umbria e Camera del lavoro di Perugia, mettendo in evidenza come questa tragedia stoni con “l’ottimismo diffuso a piene mani dall’Inail”, ricordando che nella nostra regione nel 2012 si contano già 12 vittime in meno di 7 mesi, con un vero e proprio primato per morti sul lavoro. “Quanto accaduto ad Umbertide è un episodio che ci ferisce e ci fa male, ma che deve spingere tutti alla mobilitazione affinché certe tragedie non accadano più” ha commentato l’amministrazione comunale di Umbertide, annunciando di voler prendere iniziative di “solidarietà e sostegno nei confronti della famiglia della vittima”.