Una domanda. Tre risposte. Solo una vale

Elezioni regionali

Se qualcuno da fuori regione ci domandasse: che cosa vi aspettate dalle prossime elezioni in Umbria? Senza troppa immaginazione molti, da quanto abbiamo sentito in questi giorni, si ritroverebbero nelle risposte che riportiamo di seguito. Non cambierà nulla. Come in passato avrà la maggioranza il centro sinistra e tutto continuerà come prima: stesse idee, stessi uomini, stesso stile e programmi. Dopo essersi inceppata in un lacerante dibattito interno, la sinistra si è ricompattata e chiusa a riccio in difesa del potere acquisito. Gli umbri, forse convinti o forse un po’ pigri e diffidenti rispetto alle novità e al cambiamento preferirebbero così affidarsi a chi ha esperienza di governo e conosce la macchina da gestire. È il momento della svolta. Ci sono cittadini ansiosi del ricambio e stanchi di una gestione a lungo detenuta dalla sinistra, che sognano e sperano in una affermazione netta del centro destra con un sorpasso finora mai riuscito. Segnali in questa direzione si sono avuti nei cambiamenti di maggioranza avvenuti in alcuni comuni e nel buon esito del centro destra nelle elezioni europee. Altro motivo di speranza è la determinazione con cui la candidata ha svolto la campagna elettorale e anche il fatto che si tratta di una persona stimata e preparata. Fa buon gioco anche il fatto che è perugina e può vantare molti legami con il ceto medio – alto cittadino. Nè qua nè là. La terza scelta, rappresentata dall’Udc, è da taluni considerata soprattutto come una prova di forza e un tentativo di distinzione identitaria, di carattere prospettico. Chi la sceglie fa affidamento sul prestigio della candidata, la sua storia, il coraggioso gesto dirompente di distacco dal Pd, la capacità dimostrata dall’aver conosciuto in breve tempo la situazione critica dell’economia umbra e delle sue potenzialità ancora non sfruttate a dovere. L’Udc conta molto sul voto dei cattolici che non si sentono riconosciuti pienamente nei loro valori né a sinistra e neppure a destra. Un po’ di qua e un po’ di là.C’è anche chi pensa di stare da una parte per la scelta della candidata alla presidenza e da un’altra per la scelta di un candidato consigliere attraverso il voto disgiunto. È una scletapensata da chi non si sente rispecchiato in un singolo voto unitario. Alla fine solo una candiata riuscirà vincente. A quel punto tutti dovranno contribuire al bene comune, che è l’unico fine della politica.