Il 4 ottobre è un giorno normale per il calendario civile, ma quest’anno, per una di quelle strane coincidenze che capitano rare volte, è una data speciale per le tre religioni monoteistiche. Per i musulmani inizia il nono mese del calendario islamico, e con il Ramadan, un lungo periodo di purificazione e preghiera. I cristiani, in particolare i cattolici, ricordano il transito di san Francesco, chiamato nella liturgia l’altro Cristo. Gli ebrei questo 4 ottobre celebrano il capodanno, inaugurando il mese di ‘Tishri’, il settimo del calendario giudaico: è Rosh Hashanah (alla lettera: l’anno nuovo). La tradizione viene da lontano, addirittura dalla Bibbia, dal libro dei Numeri, dove è scritto che ‘nel settimo mese, nel primo del mese, avrete una convocazione sacra: non farete alcun lavoro servile. Sarà per voi il giorno dell’acclamazione’ (Nm 29,1). A questo giorno segue un periodo di dieci giorni che porta ad una delle feste più importanti del calendario ebraico, il Giorno dell’espiazione o ‘Yom Kippur’ ( ‘il’ giorno per antonomasia nel trattato del Talmud babilonese ad esso dedicato): ‘Il dieci di questo settimo mese avrete una convocazione sacra. Vi mortificherete e non farete alcun lavoro servile’. Questi dieci giorni sono, insieme al Kippur, il periodo più sacro dell’anno. Rosh Hashanah, tradizionalmente, è considerato dagli ebrei il giorno della nascita di Adamo, e quindi, in qualche modo, il compleanno di tutti gli uomini e di tutte le donne. La liturgia di questo giorno prevede anche che si soffi lo Shofar (cfr. Lv 23,24), una tromba che produce un suono forte ma triste, che per qualcuno richiama il grido della donna che partorisce. È, simbolicamente, il suono che accompagna la nascita di ogni uomo, ma anche il grido di Dio che chiede a noi di convertirci. Questi dieci giorni, come detto, sono quelli che devono preparare al grande giorno in cui Adonai rimette i peccati di Israele. È ancora una strana coincidenza che il giorno prima di Rosh Hashanah, il 3 ottobre, la liturgia della messa quest’anno abbia previsto la lettura del libro di Giona, proprio quel libro che viene proclamato in sinagoga nel giorno di Kippur. Al profeta Giona viene dato un solo ‘segno’, quello di cui parlerà Gesù, un segno tanto umile quanto potente, quello dell’invito alla conversione: ‘Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta’.
Una data significativa per le tre religioni monoteiste
La ricorrenza del 4 ottobre 2005
AUTORE:
Giulio Michelini