C’eravamo tutti ed era uno spettacolo iniziato nella piazza dove duecento preti sono sfilati come in un abbraccio attorno alla storica fontana confluendo nella cattedrale di S. Lorenzo, gremita di tutto il variegato popolo di Dio. Bambini, giovani, gente del popolo, religiose, diaconi, seminaristi, accoliti, presbiteri, l’emerito arcivescovo Chiaretti, l’abate benedettino Farnedi. Preti di ogni età dai novelli ai vegliardi.
Il vicario Giulietti ha rivolto un caloroso saluto al vescovo interpretando i sentimenti comuni, diffusi tra la gente che dall’entusiasmo dei canti e dalle risposte rituali dimostrava una presenza non solo massiccia, ma viva e intensa. L’Arcivescovo ha sentito la vicinanza della sua gente: “Vedo la nostra cattedrale gremita di fedeli nel giorno in cui rinnoviamo le nostre promesse sacerdotali e questo testimonia che la nostra Chiesa è viva, perché il popolo di Dio è accanto ai suoi pastori”.
Siamo nel pomeriggio del Mercoledì santo (27 marzo). Tutto inizia con l’invocazione dello Spirito santo, pensando soprattutto a quei ragazzi venuti dalle parrocchie. È la festa dell’unità della Chiesa diocesana, di cui l’Arcivescovo ha fatto l’elogio e per la quale ha invitato calorosamente a pregare. Gli oli santi sono segni e di tale unità soprattutto il crisma, di cui sono segnati i battezzati e i membri dell’ordine sacro.
“Oggi, carissimi fratelli e sorelle, attorno al vescovo e al suo presbiterio risalta l’unità della Chiesa diocesana. L’olio dei catecumeni ci chiama tutti, anche se in diverso modo, a mantenerci solleciti nell’impegno e nella fatica e ci ricorda che il battesimo non è soltanto una data, ma un costante cammino nella vita… Anche il ministero episcopale, presbiterale e diaconale non è una data, ma una vita, in cui abbiamo la possibilità di compiere le stesse azioni di Gesù Cristo e di vivere più vicino a lui per essere più facilmente suoi discepoli. Ecco la gioia, fratelli presbiteri, del nostro ministero ordinato. Questa gioia non è anzitutto per noi la ricerca di frutti subito visibili, perché allora vorrebbe dire che Gesù stesso avrebbe fallito … La gioia del ministero è che noi non siamo padroni di nulla, ma ministri per servire alla Parola, al sacramento e per amore della nostra gente”.
Ha aggiunto poi una nota di fiducia di fronte alle incoerenze che possano comparire in alcuni mebri della Chiesa. “Se purtroppo capitano talvolta situazioni che manifestano confusione e smarrimento, anche per cattiva testimonianza di qualche consacrato o credente, ciascuno di noi può toccare con mano quante persone, anche anonime, testimoniano amorosamente il regno di Dio. Uomini e donne, padri, madri di famiglia che si alzano al mattino per lavorare, che faticano per mettere al mondo figli e mantenerli; giovani buoni e puliti; persone che quotidianamente spendono se stessi piegandosi sui loro fratelli sofferenti con amore e che soffrono intimamente per la propria inadeguatezza ad essere conformi al Vangelo. Ecco la nostra Chiesa, bella! … Cari fratelli presbiteri, facciamo in modo che la nostra madre e sposa, la santa Chiesa, la nostra amatissima Chiesa perugino-pievese, possa essere sempre più luminosa e splendente per il suo Signore!”.
Clero: alla Messa crismale si ricordano i nuovi “ingressi” e i “veterani”
a Messa crismale è l’occasione in cui una volta all’anno tutti (o quasi) i preti della diocesi celebrano con il Vescovo. E come in una famiglia, la celebrazione inizia ricordando chi non c’è più, gli anniversari e i nuovi membri, due giovani che sono entrati ad ottobre nel Seminario di Assisi, portando a 16 il numero dei seminaristi.
Il vicario generale mons. Paolo Giulietti ha fatto memoria dei confratelli che quest’anno il Signore ha chiamato a sé: don Italo Paparelli (agosto), mons. Augusto Baciarelli (gennaio) e mons. Antonio Ragni (marzo). “Siamo stati testimoni – ha detto – di come le rispettive comunità li hanno salutati, manifestando affetto e gratitudine grandi”.
Ha quindi ricordato quanti celebrano particolari anniversari dell’ordinazione: un anno di don Giovanni Marconi, don Marco Pezzanera, don Alessandro Segantin, don Francesco Verzini e p. Bernardino Coppola; 10 anni di don Simone Sorbaioli e p. Jean Koutoua, cappuccino, direttore del servizio Migrantes diocesano, e p. Tomasz Salaga; 25 anni di don Gianluca Alunni, don Luca Bartoccini e don Francesco Medori; 50 anni di don Primo Alberati, don Mario Bellaveglia, don Augusto Panzanelli, don Antonello Pignatta, don Cesare Piazzoli e padre Francesco Treccia; 60 anni di mons. Elio Bromuri e mons. Giacomo Rossi; 65 anni di mons. Antero Alunni Gradini e mons. Remo Bistoni.
Una menzione particolare l’ha riservata al “decano”, mons. Rino Valigi, che si avvia ai 94 anni di età e 69 di sacerdozio ministeriale, e insieme con lui a tutti i preti malati e invalidi: don Mario Bellaveglia, mons. Remo Bistoni, don Lino Burani, don Dante Ceccarelli, mons. Silvio Corgna, mons. Aldo Federici, don Amerigo Federici, don Guido Giommi, don Angelo Marchesi, don Nazareno Marchesi, don Siro Nofrini, don Armando Piccioli, don Mario Rabica, don Umberto Trenta.
La visita pastorale
“Oggi devo fermarmi a casa tua!” è il titolo della Lettera pastorale di mons. Gualtiero Bassetti di indizione della Visita Pastorale all’Archidiocesi. Nella Lettera, conseganta ai sacerdoti presenti alla celebrazione della messa del Crisma, mons. Bassetti spiega di essere moddo dal desiderio di “incontrare il popolo santo di Dio nelle parroccchie e comunità” e “verificare anche il cammmino che si sta facendo in seno alle unità pastorali”. La Visita pastorale inizierà nel mese di aprile del prossimo anno, dopo Pasqua, e si concluderà nel maggio 2017. Nel breve testo oltre al calendario di massima c’è anche la preghiera per la visita pastorale.