Nel pomeriggio che ha preceduto la veglia a Marienfeld una piacevole sorpresa è stata quella di vedere tanti vescovi e tanti cardinali che giravano sorridenti per le vie della spianata gremita di pellegrini e si fermavano a dialogare con i giovani.
Una testimonianza di Chiesa davvero unita, umile, senza barriere e in piena comunione.
Per la verità, per noi umbri questa testimonianza di unità, di prossimità tra autorità ecclesiastica e fedeli era già stata garantita; prima di partire, ovviamente, dall’attenzione riservata all’evento e alla sua preparazione dai nostri vescovi, ma durante il pellegrinaggio una testimonianza forte è stata donata dalla presenza bella e gradita di mons. Giovanni Scanavino.
Il vescovo di Todi-Orvieto è infatti da qualche mese il nuovo delegato della Conferenza episcopale umbra per la Pastorale giovanile, in sostituzione di mons. Bottaccioli, e subito si è calato con umiltà, dedizione, discrezione, ma anche determinazione in questo ruolo volendo condividere con i giovani umbri tutto il pellegrinaggio di 12 giorni.
È stato importante trovarsi fianco a fianco con un Vescovo, i ragazzi delle nostre diocesi hanno potuto contare su un pastore che ha fatto il loro stesso percorso, lo stesso lungo viaggio in pulman, che insomma, in poche parole, è stato uno di noi.
Quale migliore esempio di Chiesa che vive in comunione, che non è lontana dai giovani, ma che vive in simbiosi con loro? Dall’altra parte però, anche per mons. Scanavino, questa nuova esperienza è stata un dono che lo ha decisamente sorpreso in positivo, lo si comprende bene dal tono soddisfatto ed entusiasta delle sue parole: ‘Ero alla mia prima Gmg e torno anch’io contentissimo, ho trovato dei giovani fantastici. Sono stupito, meravigliato, abbiamo avuto dei protagonisti magnifici di questa Gmg, per la serietà con cui hanno affrontato inconvenienti, disagi; eravamo più arrabbiati e nervosi noi dei ragazzi. Loro invece sempre pronti a cantare, sempre sorridenti. Devo dire, poi, che quando si è trattato di pregare e di riflettere tutti sono stati sempre pronti. Una lieta sorpresa, questi giovani umbri, ora tocca a noi stargli vicino, questi ragazzi sono un segnale forte per tutti, sia per vescovi che per sacerdoti. Con la loro gioia e con la loro forza dimostrano che non è vano ciò che si sta facendo’.
Questi giovani cosa riportano a casa da un evento di tali dimensioni?
‘È stata un’esperienza forte, c’era un legame particolare tra loro Giovanni Paolo II, ed ora ne sta nascendo uno altrettanto bello con Benedetto XVI; non sono stati affatto delusi dal cambiamento, sta anche a noi aiutarli a capire lo stile del messaggio che questo nuovo Papa ci dona. Il suo discorso ed il suo operato sono l’elemento di congiunzione per la Chiesa Universale’.
Passando adesso in veloce rassegna i tanti momenti del lungo pellegrinaggio regionale, prima in Baviera, poi a Colonia, quale può essere il giudizio sulla Gmg?
‘In Baviera siamo stati in paradiso ‘ dice sorridendo il Vescovo di Orvieto-Todi ‘, un’esperienza bella e da coltivare. Ci resta un’immagine pura delle famiglie e dei sacerdoti tedeschi. Dobbiamo fare tesoro di questo incontro con la cultura cristiana tedesca, penso per esempio, a livello liturgico, a quanto sia edificante vedere tanti giovani di tutte le età che partecipano con serietà al servizio all’altare, o ancora, ci ha stupito in positivo la disciplina e la partecipazione corale all’eucaristia, il coinvolgimento nel canto di tutta l’assemblea. Insomma, abbiamo ricevuto veramente tanto. Una volta arrivati a Colonia, poi, possiamo dire che dal paradiso siamo passati se non all’inferno, almeno al purgatorio ‘ continua ancora sorridendo -, sono innegabili i condizionamenti dovuti ai problemi dell’organizzazione tedesca, tuttavia, al di là di qualche difficoltà ci sono stati momenti forti come ad esempio la bellissima celebrazione d’apertura officiata dal card. Meisner, in cui i veri protagonisti sono stati i ragazzi e in cui si è respirato un clima di unità veramente commovente. Qualche riserva resta invece sulla veglia a Marienfeld, occorreva unire di più tutti i reparti dell’assemblea, c’è stata mancanza di immediatezza. Bellissima invece la messa conclusiva del giorno dopo’.
Ed ora si deve ripartire. Da dove? Viene da chiedere. E ancora. Come? Perché, si sa, tanta gente e tanto entusiasmo per le Gmg ma poi, tornati a casa non c’è lo stesso impegno e la stessa partecipazione nelle parrocchie e nelle diocesi.
Da diretto interessato, in qualità di delegato alla Pastorale giovanile, mons. Scanavino ha le idee chiare: ‘È questo uno dei problemi sollevati dalla stessa gerarchia ecclesiastica. Credo che occorra tenere tesa la corda del violino, il Papa ci ha offerto spunti meravigliosi. Sta a noi formatori, adesso, individuare i punti da sviluppare di un’esperienza da continuare. In concreto possiamo far tesoro dell’esempio degli amici tedeschi per delle liturgie più vissute, ma anche coltivare l’esperienza dell’ospitalità, con il ricongiungimento del gemellaggio e naturalmente riprendere il messaggio del Papa per strutturare le nostre attività’.