Come il francescanesimo non è solo frate Francesco, così l’Umbria francescana non è solo Assisi; o meglio, la grandezza del Santo assisano si coglie proprio nei frutti che ha prodotto lungo i secoli. Tra questi si distingue Jacopone da Todi, di cui in quest’anno 2006 ricorre il settimo centenario della morte. Certamente Jacopo Benedetti, detto Jacopone, è a tutti noto, soprattutto a motivo delle sue Laudi. Nato a Todi tra il 1230 e il 1236, si convertì alla radicalità evangelica sulle orme di san Francesco in seguito alla morte repentina della giovane moglie. Entrato nell’Ordine dei frati Minori nel 1278, si caratterizzò per la sua avversione ad ogni genere di compromessi, soprattutto nel vivere la povertà. Ma ciò che mosse la sua vita fu essenzialmente l’amore appassionato di Gesù, che nella sua umanità ci ha rivelato la misericordia del Padre. Proprio questo amore egli canta nelle sue Laudi, in gran parte composte nella tribolazione della prigionia in cui era tenuto da Bonifacio VIII avendo firmato nel 1297 il manifesto di Lunghezza con cui alcuni cardinali cospirarono contro il Papa. Uscito dal carcere in seguito alla morte di Bonifacio VIII avvenuta l’11 ottobre 1303, morì il Natale 1306. Figura poliedrica quella di Jacopone, a volte anche controversa, spesso difficile da decifrare. Proprio a causa di questo motivo lungo i secoli si sono espressi a suo riguardo giudizi e immagini contraddittorie tra di loro: per alcuni eretico, per altri santo, per alcuni cristiano esemplare nella vita evangelica, per altri emblema dell’anticlericalismo. Proprio a causa di ciò, spesso il racconto della sua vita è stato funzionale alle diverse correnti culturali e ideologiche. Ma tutte queste tensioni non furono che l’espressione dei contrasti che Jacopone viveva in sé, e ciò a motivo del fatto che non intese certamente la spiritualità come una fuga dalla realtà, ma incentrando la sua vita in Gesù, il Dio-uomo, entrò fino in fondo dentro i meandri della storia con la sua complessità, contraddittorietà e a volte anche apparente assurdità. Quella di Jacopone è una storia tormentata, e proprio per questo la sua vita espressa nelle Laudi ha tanta risonanza anche nell’uomo contemporaneo. Un’occasione grande, quella del centenario della morte di Jacopone da Todi, per riscoprire in tutte le sue dimensioni questa poliedrica figura di francescano che ricorda a tutti, come ha fatto anche recentemente papa Benedetto XVI con l’enciclica Deus caritas est, che ‘troppo perde il tempo chi ben non ama’.
Un uomo contraddittorio cioè moderno
Partono a Todi le celebrazioni per il VII centenario di frate Jacopone
AUTORE:
Pietro Messa