Un nuovo prete in diocesi: don Edoardo Rossi

Edoardo, 31 anni, di Campello sul Clitunno

Una nuova ordinazione presbiterale. Si tratta di don Edoardo Rossi che martedì scorso è diventato sacerdote per imposizione delle mani di mons. Riccardo Fontana, arcivescovo di Spoleto-Norcia. Nel magnifico scenario di Santa Maria Assunta in cattedrale, molti i sacerdoti della diocesi che hanno partecipato concelebrando e la chiesa gremita di persone che hanno voluto festeggiare insieme ad Edoardo, a parenti e amici, questo importante momento. Anche le autorità del luogo, e quelle di Campello sul Clitunno, paese di provenienza del ‘don’, hanno presenziato la Celebrazione, animata da un coro composto di giovani di varie parti del territorio diocesano. Don Edoardo Rossi ha poi voluto festeggiare la sua ordinazione con il suo ‘popolo’. È così che nel pomeriggio di mercoledì 8 dicembre, festa tra l’altro dell’Immacolata Concezione, ha celebrato la sua prima messa nella chiesa parrocchiale di Santa Maria de La Bianca di Campello sul Clitunno. Una vasta partecipazione per questo giovane trentunenne. Ma chi è Edoardo Rossi? Ha 31 anni ed è ‘frutto’ della riapertura del seminario di San Sabino di Spoleto, che ha studiato Teologia all’Istituto teologico di Assisi, alunno del Pontificio Seminario Regionale Pio XI. È stato ordinato diacono lo scorso 29 giugno, giorno della festa del Primo Apostolo, nella Basilica di San Pietro Extra Moenia, assieme a dom Clemente Suhi, monaco benedettino, e frà Zbigniew Czech, dei frati minori conventuali. Tra l’altro, è stato fortemente impegnato, nell’estate 2004, nell’organizzazione del Torneo di calcio a 7 Spoleto-Norcia ‘ Trento ‘Un calcio per la pace’, per il quale ha gestito la composizione di cinque squadre che, nel mese di agosto, hanno giocato prima in Val di Non e poi qui in Umbria. Negli ultimi tempi, da diacono, ha seguito le attività e dato un forte contributo a quelle giovanili della parrocchia più vasta del territorio spoletino, quella del Sacro Cuore. Una vocazione meditata per 10 anni in parrocchiaEdoardo, a che età hai deciso di voler diventare prete? ‘A 15 anni. Poi però sono entrato in seminario solo a 25’. Come mai così tanto tempo per decidere, se in te le idee erano già chiare? ‘Perché nell’adolescenza non sempre si riesce a capire bene la strada da intraprendere. Io sono convinto che la vocazione al sacerdozio germoglia nei ragazzi proprio nell’adolescenza, dove tutto viene messo in discussione. E in questo la parrocchia gioca un ruolo fondamentale. Personalmente posso dire che la mia comunità di origine, quella di Campello sul Clitunno, è stata il campo dal quale è sbocciata la mia chiamata. Sta a noi quindi ministri della Chiesa curare l’aspetto vocazionale e cogliere i chiari segnali che i più giovani ci lanciano’. Il percorso nell’Azione cattolica, di cui sei stato presidente diocesano, ha contribuito nella tua scelta? ‘Sicuramente sì. Attraverso l’Azione cattolica mi sono avvicinato di più alla Chiesa diocesana, al mondo giovanile e alla relazione con le persone. Ma soprattutto è stato il contatto diretto con i giovani, con le loro gioie e preoccupazioni, a mettere in discussione la mia vita’. Oggi i giovani hanno poca confidenza con la confessione, e anche i più vicini al mondo cattolico tentennano nell’avere una guida spirituale. Per te è stato di aiuto averne una? ‘La costante vicinanza di un sacerdote è fondamentale. Questo vale sia per chi deve diventare prete, ma anche per chi nella Chiesa deve svolgere il ruolo essenziale di laico. Affidarci ad una guida spirituale ci aiuta a discernere, a farci capire qual è la nostra strada in questo mondo’. La tua famiglia come ha reagito alla tua decisione di entrare in seminario? ‘I miei non sono stati assolutamente di ostacolo alla mia scelta. Anzi hanno contribuito affinché la mia vocazione maturasse e si fortificasse nel tempo. Anche gli amici, piccoli e grandi, mi hanno sempre appoggiato e tuttora lo fanno’. Come ti poni nei confronti di quelli che vedono il prete come un qualcosa di inutile e che pensa solo alla carriera? ‘Non divento sacerdote per trovare una sistemazione economica, altrimenti avrei fatto tutt’altro. Sono convinto che oggi dove tutto è diventato banale e possibile, la figura del prete è indispensabile. A noi è chiesto di rafforzare il ponte che lega Dio agli uomini. Di questo la nostra gente, anche se espressamente non lo dice, ha estrema necessità’. Quale preghiera chiederesti per la tua Chiesa? ‘Mi piacerebbe citare un passo di una preghiera del nostro Arcivescovo: ‘Donaci Signore santi sacerdoti che siano la tua immagine paziente e buona; sappiano amare fino alla fine donandosi senza riserve per essere associati a te nell’invocazione al Padre nello Spirito santo”.

AUTORE: Eleonora Rizzi - Francesco Carlini