Nel celebre palazzo Ducale un ‘museo della città di Gubbio’, anche come tentativo di recuperare un ruolo sempre più incisivo nel quadro delle risorse di cui il centro storico dispone? Più che una ipotesi, è un progetto concreto varato con una deliberazione adottata dalla giunta comunale nello scorso mese di maggio, esecutiva da qualche settimana. L’atto dell’esecutivo accelera la prospettiva individuando anche due esperti per realizzare l’allestimento nei suoi vari aspetti, ma subordinando la realizzazione sia ad uno specifico accordo con la soprintendenza ai Beni culturali, che alla ricerca di adeguati finanziamenti. Nel ‘museo’ dovrebbe confluire, previo restauro, parte del patrimonio artistico custodito nei depositi comunali ed alcune di quelle opere che, secondo gli addetti ai lavori, non troverebbero una sistemazione adeguata, sotto il profilo della conservazione, nel palazzo dei Consoli, ‘pinacoteca’ eugubina per antonomasia. Duplice la strategia che si insegue: quella del ‘museo diffuso’, in grado di coinvolgere, specializzandole, varie emergenze monumentali cittadine, come ha ricordato di recente la vice sindaco Maria Clara Pascolini e quella di sollecitazioni aggiuntive alle risorse architettoniche per incrementare ingressi e visite nel palazzo Ducale. Vedremo di seguito il perché. Un progetto sul quale si incomincia a discutere, non solo perché finirebbe per determinare l’accantonamento di un disegno, ammiccante, di un museo unico nell’edificio ospedaliero di piazza 40 Martiri, una volta realizzata ed attivata la struttura sanitaria unica di Branca. La prospettiva di un ‘travaso’ nella reggia feltresca del patrimonio artistico di proprietà pubblica ha dato il via ad un dibattito politico – culturale che si preannuncia vivace e dove si fronteggiano convinzioni contrapposte. Un dibattito che aiuta comunque a riflettere concretamente su quale debba essere il futuro del capolavoro di Francesco di Giorgio Martini costantemente alle prese con una insidiosa ‘spada di Damocle’, la minaccia di una chiusura per motivi di carattere finanziario: gli ingressi, le visite, non giustificherebbero infatti gli oneri che comporta l’apertura al pubblico, in termini di custodia e di spese di carattere generale. Lo ha ricordato di recente anche Giordana Benazzi, della Soprintendenza ai beni culturali e direttrice dell’annesso museo. È anche vero però che gli ingressi debbono trovare forme di sollecitazione in iniziative che riescano a sollecitare interesse. Ed allora il discorso coinvolge la destinazione del palazzo Ducale, il ruolo che deve svolgere per farsi carico di quella funzione di traino, connessa la sua stessa collocazione geografica. Museo oppure sede di grandi eventi espositivi una volta disponibile l’ex ospedale? Cosa mantenere nel palazzo dei Consoli, sede storica della pinacoteca? La delibera della giunta un suo successo l’ha già ottenuto: ha ricordato che è ora di decidere davvero il futuro ed il destino della ‘reggia’ di Federico, che non può restare un contenitore vuoto. È confermato ad esempio, che in presenza di iniziative di qualità aumenta anche il lavoro della biglietteria; è successo, o meglio sta succedendo, con la mostra di pittura ‘Il paesaggio italiano’ in fase di svolgimento, al pari di una interessante esposizione delle opere delle ‘Biennali’ eugubine, coordinata da Giorgio Bonomi, inaugurata proprio in questi giorni che anticipa sia la ripresa della manifestazione definitivamente prevista per il 2006 che il progetto ‘Per un museo della scultura’ da allestire a Gubbio sia all’aperto che al chiuso.
Un museo a palazzo Ducale
Nel capolavoro di Francesco di Giorgio Martini dovrebbe confluire parte del patrimonio artistico custodito nei depositi comunali
AUTORE:
Giampiero Bedini