Un appello alla “generosità” e alla “lungimiranza”, in modo da “prendere decisioni atte a rilanciare un equo processo di sviluppo integrale, a salvaguardia della dignità umana”. Si è aperto idealmente sulla scia dell’appello del Papa il vertice dei G8 in corso in questi giorni a Toyako, in Giappone. Benedetto XVI, parlando domenica da Castelgandolfo, ha ricordato il precedente appello dei presidenti delle Conferenze episcopali dei Paesi del G8 e auspicato che i leader mettano “al centro delle loro deliberazioni i bisogni delle popolazioni più deboli e più povere, la cui vulnerabilità è oggi accresciuta a causa delle speculazioni e delle turbolenze finanziarie e dei loro effetti perversi sui prezzi degli alimenti e dell’energia”.
E a metà dei lavori i leader hanno raggiunto il consenso per dimezzare le emissioni di gas serra del 50% entro il 2050 e concordato sulla necessità di misure per stabilizzare il caro-prezzi di petrolio e cibo. Ma come già accaduto in passato, a fronte delle promesse dei leader, le organizzazioni non governative che lavorano a fianco dei poveri e numerose altre realtà della società civile non sono finora soddisfatte. “Nel Paese del Sol levante il G8 ha promesso false albe sui cambiamenti climatici’ è l’amaro commento di Joseph Donnelly, rappresentante di Caritas internationalis al G8 in Giappone, che si è concluso senza un vero accordo sul clima, perché non sono state presi impegni precisi con cifre e scadenze. Secondo Caritas internationalis, il G8 ha deliberato solo ‘un piano di non-azione per l’Africa, gli aiuti e i cambiamenti climatici”.
Contestando il mancato rispetto degli impegni di aumentare gli aiuti allo sviluppo assunti nei precedenti vertici, Caritas internationalis accerta che dal 2005, “dei 50 miliardi di dollari l’anno promessi, solo un quinto dei fondi è stato effettivamente messo a disposizione”. Il G8 di Toyako, continua la Caritas, non ha nemmeno affrontato la mancanza di 27 miliardi di dollari di aiuti “che stanno mettendo a repentaglio la vita di 5 milioni di persone”e di conseguenza il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio. “La tragedia” aggiunge Donnelly – “è che siamo in grado di dimostrare i consistenti miglioramenti realizzati nei Paesi in via di sviluppo nonostante la minima quantità di aiuti destinati”. A proposito dei tagli alle emissioni di gas serra “che sarebbero stati compromessi da un incontro tra i G8 e gli otto Paesi emergenti, comprese India e Cina” Donnelly afferma: “I leader del G8 dovevano porre fine all’inerzia sulle emissioni di anidride carbonica, invece hanno ripetuto nel 2008 ciò che è stato detto 16 anni fa nel 1992 al Vertice di Rio de Janeiro. È un piano di non-azione nel quale cui i poveri stanno ora pagando il prezzo al posto dei Paesi ricchi, che sono invece responsabili. Ma il mondo intero sconterà tutto questo attraverso un clima sempre più ostile”.