Il Perdono per un mondo redento

PERDONO DI ASSISI. Il senso e l’attualità della grazia chiesta da san Francesco
San Bernardino cura un uomo rimasto ferito in un agguato (opera del Pinturicchio)
San Bernardino cura un uomo rimasto ferito in un agguato (opera del Pinturicchio)

La ricerca delle cause di conflitti, guerre e altre avversità, se condotta con onestà, mostra una realtà complessa in cui interessi nazionali ed egoismi personali si intrecciano a omertà e vendette, così come divisioni tribali e razzismo con avidità e menzogna.

Per dirla in termini teologici, ci si trova davanti a vere e proprie “strutture di peccato”, frutto di un insieme di colpe personali che si sedimentano in grovigli di violenza e soprusi.

Già nel 1986 il futuro Benedetto XVI affermava che “divenuto centro di se stesso, l’uomo peccatore tende ad affermarsi e a soddisfare il suo desiderio di infinito servendosi delle cose: ricchezze, poteri e piaceri, senza preoccuparsi degli altri uomini che ingiustamente spoglia e tratta come oggetti o strumenti.

Così, da parte sua, contribuisce a creare quelle strutture di sfruttamento e di schiavitù, che peraltro pretende di denunciare”. E di seguito: “La dirittura morale è condizione per una società sana. Bisogna dunque operare a un tempo per la conversione dei cuori e per il miglioramento delle strutture, perché il peccato, che è all’origine delle situazioni ingiuste, è, in senso proprio e primario, un atto volontario che ha la sua sorgente nella libertà della persona”.

Quindi è la libertà dell’uomo, con le sue scelte di bene o male che decide dell’esito delle sue azioni e di conseguenze delle strutture a cui si dà vita; nel caso in cui il cuore dell’uomo è dominato dal male, l’esito non può essere che “strutture di peccato”.

Di conseguenza, fondamentale è una umanità rinnovata che sappia gestire le risorse umane, comprese quelle economiche, con una nuova modalità, ossia in prospettiva del bene comune. Non più quindi strutture di peccato, ma strutture della grazia. Ma questo è possibile soltanto se l’uomo accetta di essere redento dalla Misericordia.

Particolare della Pala di Sant’Ilario, dipinta nel 1393 e situata sopra l’altare all’interno della Porziuncola
Particolare della Pala di Sant’Ilario, dipinta nel 1393 e situata sopra l’altare all’interno della Porziuncola

Se l’uomo peccatore costruisce strutture di peccato, colui che si lascia redimere diventa capace – con la grazia di Dio – di costruire strutture di bene, ossia quel mondo riconciliato testimoniato dallo stesso frate Francesco nel Cantico di frate sole. Come il male personale produce “strutture di peccato”, solo da un cuore purificato possono nascere “strutture di pace”, come ricordato da Giovanni Paolo II nella memorabile Giornata interreligiosa di pellegrinaggio, digiuno e preghiera per la pace dell’ottobre 1986.

Di conseguenza, qualsiasi atto penitenziale è importante, qualora si voglia vincere il male. Tutto ciò conduce a riconoscere nuovamente la preziosità del rinnovamento nella misericordia che san Francesco richiese al Signore presso la Porziuncola e che è origine di un vero e proprio “spirito del perdono di Assisi”.

Sempre Benedetto XVI nel dicembre 2012, come per rispondere a obiezioni circa l’efficacia pratica della preghiera e purificazione del cuore davanti alle grandi problematiche mondiali, ha affermato: “Sono problemi che, certo, non possono essere risolti semplicemente mediante la religiosità, ma lo possono ancor meno senza quella purificazione interiore dei cuori che proviene dalla forza della fede, dall’incontro con Gesù Cristo”.

Papa Francesco nella recente enciclica Laudato si’ scrive: “Ricordiamo il modello di san Francesco d’Assisi per proporre una sana relazione con il creato come una dimensione della conversione integrale della persona. Questo esige anche di riconoscere i propri errori, peccati, vizi o negligenze, e pentirsi di cuore, cambiare dal di dentro”.

Proprio in vista di tale urgente conversione integrale vi sarà tra poco il Giubileo della Misericordia, che, grazie a san Francesco, si può già pregustare festeggiando il Perdono di Assisi. E tutto ciò è speranza fondata sulla certezza che la parola ultima è la misericordia, che compie la giustizia e che aiuta a non cedere alla tentazione della disperazione.

AUTORE: Pietro Messa, ofm preside della Scuola superiore di studi medievali e francescani dell’Antonianum

1 COMMENT

  1. Speranza nel dono della Misericordia che la Verità offre nella conversione a Colui che mi fa giusto: il Signore Gesù.

    Rivestici, Signore!, di Te, dell’uomo nuovo, creato da Dio nella Giustizia e Carità della Verità.

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