Un monaco benedettino pittore innamorato del mistero pasquale

A colloquio con padre Ruberval al lavoro nella chiesa di Cristo Risorto di Umbertide

Proprio in questi giorni la nuova chiesa di Cristo Risorto vede l’artista brasiliano Ruberval, che è anche monaco benedettino, alle prese con il suo progetto pittorico vincente, che sarà completato definitivamente tra qualche settimana. Lo abbiamo avvicinato proprio un attimo prima di iniziare i lavori e gli abbiamo rivolto alcune domande, scoprendo un uomo delicato, colto e gentile che, con semplicità, fede e una grossa sensibilità artistica ha risposto alle nostre domande.Ponendoci di fronte alla richiesta di eseguire affreschi per questa chiesa umbertidese a che cosa si è ispirato, a cosa ha pensato?”Quando ho ricevuto per la prima volta l’ invito ufficiale per partecipare a questo concorso per dipingere dei soggetti per la chiesa di Cristo Risorto, rivoltomi da mons. Lupini, ho subito provato gioia, perché mi trovavo a mio agio con il soggetto richiesto: Cristo che risuscita dalla morte. Già il mio monastero si chiama “Monastero della Risurrezione” e, il Mistero pasquale, per noi benedettini rappresenta qualcosa di speciale. Mi spiego: sia la “discesa agli inferi”, che per me è il centro della vita cristiana, sia le molte altre apparizioni di Gesù Risorto, sono i punti più importanti della vita di ogni cristiano e quindi ho subito gioito come conseguenza al tema che mi si proponeva”.Come ha dato una forma a questa realtà e perché la sua permanenza a Umbertide durante la realizzazione dell’opera? “Prima sono stato dal Vescovo per ricevere la sua benedizione e poi sono venuto nella chiesa di Cristo Risorto in cui resterò per diverso tempo. E questo perché ho bisogno di “sentire”, respirare gli umori di questa comunità. Non sono un artista asettico, che si chiude nel suo studio per lavorare. Ho bisogno di conformarmi con questa gente. Non dipingerò solamente. Farò anche delle passeggiate per la città, berrò il caffè, parlerò con la gente… per cercare di conoscere almeno in parte la comunità di questa parrocchia, per rivelarmi a essa e vederne la risposta. Faccio il paragone con la musica. Ogni comunità, ogni persona di questa comunità ha un “sottofondo musicale” che io voglio riuscire a sentire. Quindi, riuscito a sintonizzarmi a quello che cerco, farò qualcosa di fedele alla tradizione, a tutto ciò che la Chiesa ha fatto e la Chiesa fa, ma, ripeto, non un qualcosa che sia “stonato”, non con l’architettura dell’architetto Abruzzini, ma con lo spirito della comunità”. Si sposterà ovviamente anche in altre città della nostra regione… “Certamente. Almeno due giorni alla settimana andrò a Gubbio, città stupenda e che racchiude degli scenari fantastici (dove farò anche molte fotografie). E poi in altre ancora; perché ci sono molte città con una ‘personalità’ in questa terra”. Come strutturerà i dipinti nella chiesa, quali saranno le altre scene, oltre alla “discesa agli inferi” che abbiamo visto nella parte centrale dietro l’altare maggiore? “L’idea compositiva prevede nel centro il Cristo Risorto che discende agli inferi e riporta a nuova e più completa vita, togliendoli dalle tenebre, Adamo e Eva (i progenitori che erano decaduti col peccato). Questa è una scena simbolica, ma, come sappiamo, quello che è simbolico, non vuol dire che non sia reale; e questo è il ‘Mistero’ di Cristo Risorto. Poi, le altre scene sono proprio la concretizzazione nella vita della Chiesa di questa discesa. Lo stesso mistero celebrato nel pannello orizzontale, sarà nei verticali, quindi Cristo che scende agli inferi di Tommaso, lo toglie dalla sua incredulità e lo riporta alla vera conoscenza. Tutti gli altri sono incontri; perché del Cristo Risorto non abbiamo un racconto, se così si può dire. Nel vangelo c’è la morte, la tomba e dopo le apparizioni; sembra che ci sia un “vuoto” che nessun evangelista ha voluto descrivere come è stato. I padri antichi dicono come nessuno ha visto come Cristo è uscito dal grembo della Vergine Maria. La Scrittura ha messo un ‘velo di pudore’ su questa vicenda. Così nessuno ha visto come Cristo esca dal grembo della terra”. La “trasformo” in teologo. Allora questo non è importante… “No, questo non è importante; lo è quello che cambia la nostra vita. Ogni cristiano deve fare l’esperienza del Cristo Risorto. A un certo punto della nostra vita ci aspetta una esperienza, un incontro con Lui nella nostra vita. Lui soltanto ci può trovare nei nostri inferi. Così come la ‘croce’ è un mistero pubblico, la Resurrezione è un mistero personale, oppure comunitario (di una comunità credente…)”. Quali saranno i pannelli che metterà lateralmente sopra la teofonia che ci ha detto? “Nella parte laterale, alla sinistra di chi guarda, sistemerò l’Apparizione alla Madonna e l’Apparizione alle pie donne. Dall’altro lato, l’Apparizione di Gesù a San Tommaso e poi il mandato di Cristo agli apostoli prima di salire al Cielo”. Ringraziamo padre Ruberval e invitiamo chi non l’avesse ancora fatto a visitare la chiesa di Cristo Risorto a Umbertide.

AUTORE: Fabrizio Ciocchetti