La festa di san Francesco è trascorsa con grande partecipazione di popolo che rivive sempre con profonda simpatia l’avventura umana e spirituale di quest’uomo medievale, tanto lontano e tanto attuale.
La celebrazione più bella e toccante è stata quella della Basilica Superiore con tutte le autorità, presieduta dall’arcivescovo di Lanciano, Carlo Ghidelli, presidente della Conferenza episcopale abruzzese.
Nell’omelia, molto intensa, l’Arcivescovo ha sintetizzato le Scritture liturgiche del giorno e la santità di Francesco in tre simboli, quello della croce, del saio e delle stimmate, attraverso i quali ha presentato la proposta francescana di vita cristiana per l’uomo d’oggi.
Anche il neo arcivescovo di Chieti, Bruno Forte, finora più conosciuto come teologo, ha reso omaggio a san Francesco in un incontro con i giovani a San Damiano.
Dobbiamo dire però che tutta la Chiesa italiana e mondiale ha ricordato il Santo di Assisi e questo dovrebbe inorgoglire i suoi concittadini e tutti gli umbri, che dovrebbero essere grati a questo suo figlio che tanto famosa ha reso questa regione nel mondo.
Quest’anno la festa ha avuto anche degli strascichi di polemiche e discussioni, che sono anche frutto di ammirazione verso questo gigante dello spirito che si presenta con umanità nell’umiltà e semplicità dello stile di vita, catturando la simpatia di tutti.
Ma le polemiche possono essere motivate anche dall’interesse di trarre san Francesco più vicino alla propria parte politica, coinvolgendolo nella questione del pacifismo e della guerra in Iraq.
Inopportuna, quanto meno, la parte del discorso di Fini, che ha voluto marcare l’amicizia di Francesco con un valoroso guerriero, che è stata percepita come una ulteriore critica al movimento pacifista e una specie di giustificazione dell’intervento in Iraq.
È venuta fuori anche la polemica sulla legge finora approvata alla Camera che riconosce il 4 ottobre, festa di san Francesco, Patrono d’Italia, “Giornata nazionale della pace e della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse”.
Una festa laica che si innesta nella festa liturgica aprendosi ai valori riconosciuti anche dai laici.
Alcuni propongono che tale “Giornata” si faccia in altra data per non correre il rischio, paventato da molti tra cui il sindaco di Assisi Bartolini, e il senatore Udc Ronconi, che in questo modo, ideato e fortemente voluto dal senatore Ds Giulietti, si perda la specificità della festa religiosa francescana e cittadina. Indubbiamente con una giornata celebrata laicamente nel segno della pace e della fraternità, qualcosa della dimensione specifica della santità e della esperienza cristiana propria di san Francesco, “alter Christus” potrebbe venire perduto.
La “Giornata” potrebbe risultare un contenitore nel quale tante eterogenee manifestazioni prendono vita in un clima generico e confuso.
Altro strascico di accesa discussione è venuto dall’iniziativa della Custodia del Sacro Convento di invitare l’Imam di Perugia e dell’Umbria a recitare il Padre Nostro davanti ai teleschermi.
Quella preghiera non è per nulla integrabile nella fede islamica che rifiuta esplicitamente e radicalmente ogni “paternità” divina.
Nei novantanove nomi con cui Dio può essere invocato non c’è quello di padre. “Dio non genera e non è generato” si dice nel Corano.
D’altra parte il Padre nostro che esce dalle labbra di Gesù ed è ripetuto dai suoi fedeli non è una invocazione generica, ma indica la generazione del Figlio dal Padre e dei figli rinati dall’acqua e dallo Spirito.
Non per nulla il Padre Nostro viene “consegnato” al catecumeno nella prospettiva del battesimo. È una preghiera battesimale, che induce a pensare alla conversione di chi la recita.
Altri hanno avuto da ridire anche per la citazione di “san Francesco come il più santo degli italiani e il più italiano dei santi”, che avendo come autore Mussolini è potuta sembrare inopportuna e riduttiva assumendo una certa connotazione nazionalista e detta forse per rendere un omaggio a Fini.
In ogni modo, anche queste discussioni e polemiche danno il senso vivo dell’attualità di Francesco d’Assisi che parla ancora al mondo di oggi e invia messaggi su temi che riguardano il presente e il futuro della nostra società.