Forse era un sogno nel cassetto, ma alla fine si è avverato. Dopo tre anni di studi e ricerche approfondite, iniziate però già tempo prima, Vittoria Garibaldi, per anni alla guida della Galleria nazionale dell’Umbria, in pensione dal 2011 (“ma in realtà ferma non lo sono mai stata” confida a La Voce), ha dato alle stampe il primo volume del catalogo generale della Galleria, Pitture e sculture dal XIII al XV secolo (un “volumone” di 712 pagine per i tipi di Quattroemme editore). Pubblicazione che è stata presentata il 28 ottobre a Roma. La ricerca non si ferma naturalmente qui – sottolinea Garibaldi – perché la catalogazione proseguirà con le opere dei periodi successivi: “Ai dipinti e alle sculture conservate nella Galleria umbra dal XVI al XX secolo si aggiungeranno anche le oreficerie, i tessuti e i bronzi. È stato un lavoro molto impegnativo – spiega – alla luce di nuovi studi e pubblicazioni, rispetto ai due volumi sulle opere della Galleria realizzati da Francesco Santi (che fu direttore della raccolta a partire dal 1966, ndr) nel 1969 e 1985. È da lì che è partita la mia ricerca, lungo la linea da lui già tracciata, seguendo i suoi suggerimenti, leggendo le sue carte lasciate in archivio”.
Oggi dunque questa nuova pubblicazione che è il risultato sì di studi e ricerche personali, ma anche di un’esperienza maturata in anni di lavoro come funzionario – storica dell’arte, di soprintendente, direttore della Galleria, curatrice di mostre, promotrice di restauri. Si è anche avvalsa, sottolinea, del contributo di tanti amici, collaboratori e istituzioni incontrati nel corso del suo lavoro. “L’opera raccoglie molte informazioni inedite, così come inedite sono alcune delle foto raccolte, trovate in archivi storici quali quelli della fototeca Moretti Caselli e della Galleria nazionale della fine dell’800 e inizi ’900”. Le altre foto, bellissime, realizzate per l’occasione, sono di Bernardino Sperandio. Nel suo saggio introduttivo, accompagnato da quello di altri esperti del mondo dell’arte, come Francesco Federico Mancini, docente ordinario di Storia dell’arte moderna all’Università di Perugia, Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario al ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, l’autrice ripercorre la storia della Galleria umbra dalla prima raccolta presso l’Accademia di belle arti di Perugia alla nascita dello Stato italiano, quando vennero definitivamente demaniati tutti i beni ecclesiastici: da quel momento confluirono nella Pinacoteca civica “Pietro Vannucci” fino all’inaugurazione della nuova Galleria nel 2006. Sono 379 le opere schedate, ognuna corredata da testo critico, con le relative fonti archivistiche storiche e bibliografiche, i restauri, gli spostamenti e le mostre in cui è stata esposta. “Tra le novità più importanti – dice la Garibaldi – la ricostruzione dei cicli pittori del XIV e del XV secolo della chiesa di Santa Elisabetta alla Conca di Perugia, demolita ai primi del ’900 (la più antica chiesa dedicata alla principessa ungherese) attraverso documenti e fotografie del Fondo Cirenei. Gran parte degli affreschi sono conservati in Galleria.
Poi lo scoprimento di importanti novità documentarie per la ricostruzione del ciclo scultoreo della Maestà delle Volte di Agostino di Duccio e del Polittico di san Vincenzo Ferrer di Benedetto Bonfigli”. “Un’opera nell’insieme monumentale” l’ha definita Antonio Paolucci nel suo contributo, “titanica” l’aggettivo usato da Ilaria Borletti Buitoni. Francesco Federico Mancini loda la capacità di sintesi della mole di informazioni spesso inedite, la puntuale analisi storico-critica e la descrizione delle caratteristiche tecniche e delle vicende conservative delle opere.