‘Tenete sempre conto delle vere attese e dei bisogni autentici del popolo, che non sempre coincidono con interessi di parte o con le mode del momento’: è questo ‘l’augurio’ espresso martedì pomeriggio ‘come responsabile della comunità cattolica’ dal vescovo di Perugia, mons. Giuseppe Chiaretti, presidente della Conferenza episcopale umbra e vicepresidente di quella italiana, nella visita compiuta in Consiglio regionale.Primo vescovo a varcare la soglia dell’aula consiliare regionale in 35 anni di storia di questa istituzione, mons. Chiaretti è stato accolto nell’emiciclo di palazzo Cesaroni dai consiglieri e dai componenti della Giunta (pochi gli assenti). L’incontro è cominciato alle 17.20, dopo che lo stesso prelato era stato ricevuto, alle 17, dal presidente del Consiglio regionale, Mauro Tippolotti, nel suo ufficio, presente anche la presidente della Giunta, Maria Rita Lorenzetti. Prima dell’ingresso in aula, il rituale scambio di doni: Tippolotti ha regalato a mons. Chiaretti una copia della Divina Commedia stampata a Foligno, la Lorenzetti un libro sui Ceri di Gubbio. Mons. Chiaretti ha contracambiato con gli atti del convegno del 2003 sul pensiero di Leone XIII. In aula mons. Chiaretti è stato fatto accomodare sullo scranno del presidente, con Tippolotti (in giacca nera e cravatta rosso acceso) alla sua sinistra e Lorenzetti (in tailleur gessato grigio scuro) alla sua destra.Nel discorso di saluto, Tippolotti ha ribadito più volte la necessità di ‘ripensare il concetto di laicità’, mentre la Lorenzetti ha ricordato i molti terreni di collaborazione già in atto fra la Regione e la Chiesa umbra, auspicando ‘una sempre più proficua azione comune per favorire lo sviluppo della civiltà umana’. In entrambi i discorsi dei rappresentanti istituzionali, molti i riferimenti a san Francesco e Aldo Capitini (ma Tippolotti ha citato anche il card. Martini e Giovanni Paolo II, ricordato dalla Lorenzetti per i suoi 6 viaggi ad Assisi). Rispettando molte delle attese della vigilia, mons. Chiaretti, pur senza nominarlo, ha implicitamente fatto riferimento alle questioni ancora aperte del nuovo Statuto regionale. Ha cominciato ricordando ‘la profezia di Benedetto da Norcia, patrono d’Europa’, e quella di Francesco d’Assisi, patrono d’Italia (sul mancato richiamo ai due santi nella carta statutaria il dibattito è ancora aperto, ndr). Dopo aver ‘ringraziato sentitamente’ gli amministratori regionali per quei servizi di cui ‘anche la comunità cristiana è fruitrice’ e per l’attenzione riservata agli oratori, il presidente dei vescovi ha fatto un altro riferimento implicito a quell’articolo 9 del nuovo Statuto umbro che parla delle coppie di fatto. ‘Di attenzione privilegiata – ha detto Chiaretti – ha assoluto bisogno soprattutto la famiglia nel suo insieme, prima di tutto la famiglia fondata sul matrimonio stabile d’un uomo e d’una donna, piccola società naturale che va difesa e tutelata ad oltranza, anche nella legislazione, senza mistificazioni, prima ed oltre i desideri soggettivi, che non costituiscono di per sé dei diritti’. ‘Quando la politica tocca la persona umana – ha ammonito l’Arcivescovo perugino – si troverà sempre la Chiesa vigile e compatta, pronta alla collaborazione ma mai al cedimento, perché per essa la vita e la persona umana sono i più grandi valori in assoluto’. Dopo l’augurio ‘di saggezza nel governo della cosa pubblica, nel quale solitamente la Chiesa non interferisce e non intende interferire’, Chiaretti ha concluso citando Dante, che nella Divina Commedia aveva collocato i politici nell’antiPurgatorio: ‘ma molti stanno anche in Paradiso, così come alcuni ecclesiastici stanno all’Inferno’, ha chiosato, scherzando, l’Arcivescovo, prima di ricevere l’applauso dell’emiciclo. Conclusi i discorsi ufficiali, il Vescovo ha salutato consiglieri, assessori e i dipendenti della Regione. Il clima di grande cordialità ha segnato questa storica visita ‘di saluto e di cortesia’. Così l’aveva introdotta mons. Chiaretti, in apertura del suo discorso.