La passione per le campane, Luca Chianella l’ha maturata sin da bambino. Forse era inevitabile – dice – considerato che la sua casa è a pochi passi dalla parrocchia di Ponte San Giovanni, e quando poteva eccolo sempre lì, sotto il campanile, con il naso all’insù in attesa del loro tintinnio.
Oggi Luca è un ragazzo di 22 anni. È cresciuto di pari passo con la sua inesauribile passione che nel corso degli anni è diventata qualcosa di più, tanto che nel tempo libero dalla scuola (ha studiato all’Istituto tecnico industriale) le campane sono diventate anch’esse oggetto di studio. Partendo dalla sua parrocchia e via via passando in altre chiese della diocesi e non solo: le ha fotografate, catalogate, alcune anche riparate, ripristinando in altre la programmazione analogica, realizzando anche dei video – ne ha fatti circa un centinaio, alcuni anche commentati – che ha postato su YouTube (100.000 le visualizzazioni avute finora). Scartabellando tra gli archivi parrocchiali, di ogni campanile ha scoperto una storia, ogni campana ha la sua particolarità e, come tradizione vuole, è dedicata a un santo, a un patrono o a un personaggio. “A Ponte Valleceppi ad esempio – racconta – ho scoperto che hanno un impianto ‘alla veronese’ (con 5 campane). Lo volle nel 1936 il parroco del tempo don Giuseppe Buelloni, che era di Mantova: quando decise di rifare le campane, i soldi non bastavano per comprare anche quella più grande. E allora don Giuseppe chiese a Mussolini, che conosceva di persona (prima di entrare in seminario aveva partecipato alla I Guerra mondiale) il bronzo dei cannoni. Dopo un primo diniego, Mussolini ci ripensò e, chiamatolo in gran segreto a Predappio, gli diede i soldi per acquistarla: l’avrebbe dedicata ai caduti di tutte le guerre. Ad attestare il dono oggi rimane la scritta incisa: Campana donata da Sua Eccellenza Benito Mussolini Duce d’Italia. E poi le parole in latino: Nemici in guerra, fratelli in pace”. La curiosità ha poi portato Luca a conoscere le realtà di altre regioni italiane, i diversi tipi di suono delle campane: c’è il sistema del Nord Italia, cioè quello ambrosiano, il veronese, bolognese, del Centro Italia (tra cui è compreso quello umbro) e del Sud. I più belli e spettacolari sono quelli del Nord che prevedono un sistema di suono a rotazione completa (a 360°). In genere prevedono 5-6 campane per arrivare, nel sistema ambrosiano, a 12 o di più.
In Umbria, dove vengono usate generalmente 3-4 campane, si associa il sistema a rotazione di una campana con i ritocchi di campane più piccole che rimangono fisse (il cosiddetto rinterzo). “Devo molto delle mie conoscenze anche a Matteo Padovani, maestro e direttore tecnico artistico dei Suonatori di campane della cattedrale di Verona – tiene a precisare Luca – che più volte ho incontrato e mi ha fatto salire sul campanile. La svolta – prosegue – è avvenuta nel 2011 grazie a don Paolo Giulietti (attuale vicario arcivescovile; a quel tempo parroco di Ponte San Giovanni) il quale aveva deciso di ripristinare il suono delle campane a mano nella chiesa di Pieve di Campo a Ponte San Giovanni in occasione della festa di san Giovanni. Per fare ciò chiamò Giorgio Zoppitelli (un tecnico della motorizzazione delle campane) e Giordano Ciabatta (organista, musicista). Da lì ho cominciato a imparare a suonare le campane, ho fatto anche degli incontri per bambini: la prima suonata – ricorda – è stata nella stessa parrocchia per l’ingresso del nuovo parroco don Gianluca Alunni il 23 ottobre”. Ora è Luca, insieme a Daniele Chiaraluce, anche lui campanaro da generazioni della parrocchia, che si occupa di far suonare le campane di Pieve di Campo, ogni domenica e nelle feste.