La Provvidenza ha chiamato alla sequela di Cristo una donna nel verde cuore dell’Umbria, quel cuore che fa venire alla mente anche lo stemma dell’Ordine agostiniano.
Un cuore trafitto dalla Parola di Dio e che si infiamma perché toccato dal Suo amore.
Quell’amore che ha infiammato anche il cuore di santa Rita (1381-1457), donna che, chiamata alla sequela di Cristo, unisce in sé la vocazione familiare con quella alla vita consacrata.
Provvidenziale allora in questo Anno in cui stiamo celebrando la vita consacrata e nello stesso tempo chiamati a riflettere sulla vita di famiglia nel Sinodo del prossimo ottobre!
L’Ordine agostiniano a Cascia ha la possibilità di raccontare la propria storia attraverso la presenza ancora viva dei suoi santi, e non solo di santa Rita: non dimentichiamo infatti la beata Teresa Fasce e il beato Simone Fidati, figura rilevante proprio agli inizi della nascita dell’Ordine di sant’Agostino.
Un Ordine che nasce per essere presente nel mondo e nella Chiesa con le sue dimensioni di vita contemplativa e apostolica.
Agostino ha voluto che i monasteri, sia maschili che femminili, fossero presenti per essere delle “piccole Chiese” e per testimoniare che è possibile essere “un cuor solo e un’anima sola”, protèsi verso Dio, e che la comunione dei beni fosse una condizione e un frutto di questa comunione, perché nessuno si trovasse nel bisogno.
La presenza agostiniana in Umbria coincide con l’inizio giuridico dell’Ordine agostiniano nel XIII secolo. Nel 1300 la provincia Vallis Spoletinae comprendeva almeno 17 conventi. Lo sviluppo degli Agostiniani in Umbria, in senso numerico, continuò per tutta la prima metà del secolo XIII. Nell’ottobre 1358 il superiore generale dell’Ordine, Gregorio da Rimini, divideva in due la provincia della Valle di Spoleto, “la quale – diceva – primeggia, per dono di Dio, tra tutte le province dell’Ordine sia per la moltitudine dei conventi che per il numero e buona vita dei suoi religiosi, come sappiamo da relazione di persone degne di fede e perché lo abbiamo visto noi stessi”.
L’incidenza delle comunità agostiniane nel territorio umbro era rilevante: lo si deduce dalla mole grandiosa delle chiese e dei conventi che generalmente si impone ancora oggi nella struttura urbanistica delle città. Anche Cascia può offrire questo patrimonio attraverso una storia di presenza agostiniana che nasce nel XIII secolo con il convento di Sant’Agostino, e che dopo la soppressione si rende visibile in modo diverso attraverso il servizio al santuario di Santa Rita.
Un santuario che ha come caratteristica particolare quella di accogliere pellegrini di tutto il mondo, mossi dal desiderio di accostarsi ai sacramenti e di trovare un po’ di pace attraverso la testimonianza di santa Rita. Tale santuario è stato voluto fortemente da madre Teresa Fasce e dagli Agostiniani suoi contemporanei, i quali avevano intuito il bene che avrebbe potuto fare questo luogo alle anime, attraverso soprattutto l’accostamento ai sacramenti.
Come comunità agostiniane, offriamo momenti di fondamentale importanza. Accoglienza: offrire ai pellegrini un ambiente fraterno, per alleviare le fatiche del viaggio fisico, umano e spirituale.
Vita sacramentale: il santuario offre la possibilità di accostarsi ai sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia, riservando a essi dei luoghi appropriati.
Devozione a santa Rita: normalmente chi viene a Cascia porta nel cuore il desiderio di fermarsi un po’ di tempo di fronte alla cappella dove si trova l’urna che conserva le spoglie della Santa.
Sono momenti forti, perché in quei pochi attimi di sosta tante sono le preghiere che vengono elevate alla Santa degli impossibili!
Spiritualità agostiniana: le comunità agostiniane dei frati e delle monache da anni cercano di trasmettere la spiritualità agostiniana, stimolati dal desiderio un continuo cammino di rinnovamento, segnato dalla presenza dello Spirito santo.