Oltre trecento catechisti umbri hanno partecipato, martedì scorso – 1 maggio, al XV Convegno regionale che si è tenuto presso il santuario di Collevalenza. “Vogliamo vedere Gesù. Come iniziare un cammino di fede a 7 anni?” è stato il tema proposto dall’ufficio catechistico regionale del quale ha parlato don Walter Ruspi, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale. La giornata è iniziata con l’introduzione dei lavori proposta dal direttore dell’Ufficio catechistico regionale, mons. Piergiorgio Brodoloni, che ha ricordato come la Chiesa italiana negli ultimi anni ha elaborato un progetto per trasmettere la fede sia agli adulti non battezzati, sia ai fanciulli e ai ragazzi che chiedono di essere iniziati al mistero di Cristo e della Chiesa, sia a tutti i battezzati che però non sono mai stati veramente evangelizzati. In questo contesto, dopo la pubblicazione degli “Orientamenti per il catecumenato degli adulti” è stato promulgato dalla Cei il documento “L’iniziazione cristiana. Orientamenti per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni” del quale si è parlato specificamente durante il convegno. Dopo la proiezione di un filmato, che riferiva alcune esperienze realizzate nell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve dove, da qualche anno, sia adulti che fanciulli vengono accompagnati lungo l’itinerario catecumenale a ricevere, la notte di Pasqua, i sacramenti dell’Iniziazione cristiana (Battesimo, Confermazione, Eucaristia) è toccato a don Walter Ruspi guidare la riflessione su questo argomento. Con il suo intervento il Direttore dell’Ufficio catechistico nazionale ha ripercorso le tappe del cammino che la Chiesa italiana sta compiendo per elaborare nuove vie di evangelizzazione e catechesi. “E’ ancora adeguata l’iniziazione cristiana oggi?” E’ la domanda con la quale leggere la realtà odierna: sono già tanti (e saranno sempre di più) i fanciulli, non battezzati, che a 7/10 anni chiedono il battesimo. Cosa fare? Gli “Orientamenti per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni” offrono delle tracce per possibili soluzioni. Per prima cosa le comunità cristiane devono diventare protagoniste in questo cammino: è necessario che ogni comunità promuova la propria maternità spirituale; il cammino catecumenale non riguarda soltanto alcuni (padrini, accompagnatori, catecumeni), ma coinvolge tutta la comunità cristiana chiamata ad essere missionaria attraverso la catechesi e la valorizzazione dei sacramenti, specialmente il Battesimo, la Confermazione, l’Eucaristia. Il progetto deve saper coinvolgere anche le famiglie dei ragazzi-catecumeni: spesso accade che i genitori, guidati dai figli, compiono un cammino di ricerca religiosa. Mons. Giuseppe Chiaretti, vescovo delegato dalla Ceu per l’evangelizzazione e la catechesi, ha presieduto la celebrazione eucaristica, momento centrale di tutta la giornata. All’omelia il pastore ha voluto sottolineare che la fede dei bambini, così come raccontata anche dai Vangeli, non è legata tanto ad un aspetto intellettualistico, quanto allo stupore, all’incanto e alla meraviglia dei fanciulli che vogliono vedere Gesù. “Anche noi adulti dovremmo riscoprire tale incantamento che è innamoramento” del Signore. Mons. Chiaretti ha ribadito che i genitori, in virtù del sacramento, hanno il ministero del primo annuncio della fede ai loro figli. Questo compito è insostituibile: “dobbiamo educare i genitori alla preghiera perché diventino educatori dei figli”. Mons. Chiaretti ha fatto una proposta: che in famiglia si preghi insieme la preghiera delle Lodi almeno una volta alla settimana, la domenica mattina, come già stanno facendo molte famiglie. La tavola rotonda del pomeriggio ha raccolto le testimonianze di alcuni protagonisti dell’esperienza di catecumenato realizzata a Perugia: sono intervenuti il direttore dell’ufficio catechistico diocesano di Perugia-Città della Pieve, don Saulo Scarabattoli, Franco e Maria Teresa Volpini, che hanno accompagnato al Battesimo due ragazzi di 7 e 10 anni, Richard, che ha ricevuto la notte di Pasqua il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia. Mons. Brodoloni ha riportato i dati che riguardano l’Umbria: il progetto del catecumenato è avviato nella diocesi di Perugia-Città della Pieve e in quella di Assisi-Nocera-Gualdo. I numeri non sono alti (non più di trenta i catecumeni iscritti al cammino), ma dimostrano una realtà che va evolvendosi abbastanza velocemente anno dopo anno. Mons. Brodoloni ha espresso la volontà di costituire, all’interno dell’Ufficio catechistico regionale, un servizio regionale per il catecumenato, a servizio di quelli diocesani. Per accrescere lo stile di comunione nella comunità ecclesiale mons. Elio Bromuri, direttore de “La Voce”, ha indicato il settimanale regionale come valido strumento. Per questo ha proposto che ogni parrocchia investa su ogni catechista offrendogli l’abbonamento al settimanale regionale. Non può esserci comunione se non c’è comunicazione. Nel pluralismo delle diocesi, delle zone, delle parrocchie, dei gruppi e movimenti ecclesiali sempre più numerosi, una attività pastorale che voglia essere efficace non può escludere i legami di informazione e di presa d’atto di ciò che avviene globalmente nelle diocesi e nella regione. Per questo il settimanale “La Voce” è stato voluto e sostenuto dai vescovi umbri come strumento necessario di dialogo, conoscenza e raccordo tra tutte le varie realtà ecclesiali umbre. Bromuri ha concluso affermando che non si può essere buon catechista senza essere continuamente (settimanalmente) informato sulla vita della Chiesa e della società in cui vive.
Un cammino che deve saper coinvolgere anche i genitori
Si è svolto il 1'maggio a Collevalenza il XV Convegno regionale dei catechisti
AUTORE:
Francesco Mariucci