Un antidoto allo scontro ideologico

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Un sensatetto di profilo con uno zaino e abiti consumati che prende da un secchio in strada una busta
Un senzatetto (Foto Pxhere)

Nel Paese – l’Umbria e il suo capoluogo non sono immuni – si percepisce un rigurgito dello scontro ideologico, diverso dalla battaglia politica “sale della democrazia”, che andrebbe tenuto a debita distanza in un mondo in pericolosa fibrillazione.

Lo scontro ideologico, nel corso della nostra storia contemporanea, ha alimentato anche stagioni di violenze, tensioni e conflitti sociali tese ad indebolire le Istituzioni repubblicane. L’Italia ha faticato a diventare una democrazia compiuta e gli “anni di piombo” ce l’hanno dimostrato. Nel 2026 celebreremo i primi ottant’anni della Repubblica, un traguardo che ci proietterà nel futuro con fiducia e speranza.

Sta soprattutto a chi governa, sia a Roma che a Perugia, evitare che la battaglia politica degeneri in scontro ideologico, perché le priorità avvertite dai cittadini sono altre. Da quelle che possono sembrare secondarie, come il decoro urbano, la viabilità, i servizi che rendono più vivibili i nostri centri, a quelle come il diritto alla salute e alla sicurezza. Senza trascurare il vivere in pace, in armonia e in una società più giusta, dove possa trovare quotidianamente attuazione l’articolo 1 della Costituzione. Perché, come ha detto

il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla celebrazione dei cento anni dell’Università per Stranieri di Perugia, “l’Italia è Paese accogliente, aperto”.  Siamo accoglienti anche quando non lasciamo ad elemosinare ai crocicchi delle strade uomini e donne, bambini e anziani, gente disperata e sfruttata. Le istituzioni devono farsi carico di quanti vivono ai margini della società. Soprattutto la politica, quella che Paolo VI definì “la più alta forma di carità”, ha il dovere di tracciare percorsi di vita alternativi alla strada.

L’esempio del sindaco “santo” di Firenze, Giorgio La Pira, nel farsi carico dei poveri, è sempre attuale. La Pira prese alla lettera il Vangelo: “Andate pei crocicchi delle strade e chiamate quanti trovate…, e conduceteli qui affinché si riempia la mia casa” ( Mt 22,1-14). Distribuì, dopo la “Messa dei poveri” della domenica, pane fresco e minestra calda ai fiorentini morsi dalla fame. Riuscì a mettere insieme ricchi e poveri, abbienti e non abbienti, formando una sola “famiglia”.

Ben vengano le politiche che vorrà mettere in campo l’Assessorato al Welfare del capoluogo umbro nell’arginare l’emergenza abitativa. Come anche altri provvedimenti che andrà ad adottare di concerto con realtà del Terzo settore e con organismi come la Caritas per prevenire nuove forme di povertà che riguardano sempre più famiglie di italiani, senza creare scontri ideologici. La povertà non li merita.

Nel frattempo, i “buoni propositi” di avvio della nuova consiliatura, otto mesi fa, quelli di “lavorare nell’interesse di tutti” e non solo della maggioranza (52%), sembrano finiti come la neve al sole. C’è stato scontro ideologico per alcuni provvedimenti approvati a maggioranza, come l’abrogazione dell’articolo del regolamento della Polizia urbana che vietava l’accattonaggio. Come la riattivazione dell’adesione del Comune alla rete “Re.a.dy”, per prevenire e superare l’omolesbobitransfobia. Come anche l’approvazione del nuovo regolamento sull’utilizzo delle sale comunali. Cosa accadrà quando anche in Umbria giungerà la proposta di una legge regionale sul fine vita approvata, a maggioranza, in Toscana?

Si stanno già attivando alcuni ambienti umbri sensibili al delicato tema. Assisteremo ad un altro cruento scontro ideologico? I moderati e civici di idee cattoliche e liberali, sia di centro destra che di centro sinistra, riusciranno a fare da pontieri? Sarà sufficiente, come antidoto allo scontro ideologico, il Cantico delle Creature sul tavolo di lavoro della nostra Presidente della Regione?

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