Martedì 19 giugno, con la messa delle 19 che ho celebrato nella chiesa di San Pietro gremita di giovani, per me si è chiuso un anno di grazia. Per me, ma prima ancora per Elena, Giordano, Giulia, Elisabetta, Chiara, Francesco, Letizia, Giovanni, e prima ancora per Federico e Giovanna, e prima ancora per Rita e Mario. Un anno di grazia che prese l’abbrivio da quando Riccardo Monacelli, per cause che immediatamente tutti subito ci disinteressammo di conoscere, dal muro basso che delimita a sud Piazza Grande cadde nella sottostante via Baldassini e la notte si riempì di grida, e da Roma, da Milano e da Siena nella notte corsero a Gubbio gli amici di Riccardo, i tanti amici di Riccardo. Rita e Mario Som i suoi genitori, Federico suo fratello, Giovanna la sua ragazza, Elena, Giordano, Giulia, Elisabetta, Chiara, Francesco, Letizia, Giovanni, alcuni dei suoi amici intimi.
E subito sono cominciate le veglie di preghiera all’aperto, a Piazza Grande, sotto casa di Riccardo, nei vari “vigoli” sui quali si aprono i tanti club giovanili di recente costituzione. E subito è nata l’Associazione “Insieme” (“Insieme a Riccardo per i giovani e per Gubbio”), con un’ispirazione cristiana di fondo: la scelta della vita accogliente in risposta all’aggressività della morte.
Un concerto Ricky’s friends for Gubbio ha richiamato in Piazza Grande una folle enorme: lo si terrà anche in questo 2012, il 25 agosto. La messa per i giovani, ogni sabato alle 19.30 nella chiesa di S. Maria al Corso: un presepio vivente per il Natale del 2011, a fianco della chiesa di S. Maria. Una raccolta di cibo estremamente discreta, a beneficio di famiglie in estremo bisogno. La mostra sulla Finca Ciudad de Gubbio, l’azienda agricola che in Ecuador accoglie e reinserisce in famiglia decine di bambini tra i più sventurati del mondo. La collaborazione con il Liceo Mazzatinti per la pubblicazione di Invio un numero unico dedicato alle problematiche del mondo giovanile.
I progetti per il futuro sono tanti. Uno su tutti, però: aprirsi a tutti gli studenti, del triennio medio/superiore o universitari, che nel libero incontro quotidiano vogliono offrire a se stessi e agli altri le opportunità di crescita che la coscienza di ognuno di loro ritiene prioritarie.
Questo si sono detti i membri dell’associazione Insieme. E se lo sono detti nel momento che sarebbe sembrato il meno opportuno: lunedì 18 giugno, alle 21.30, mentre cominciava il secondo tempo di Italia-Irlanda. Il momento meno opportuno, ma l’unico disponibile.
In quel momento “assurdo” erano in 70, nella casa di campagna dei Monacelli, i giovani che pregavano, riflettevano: nel nome di Riccardo cantavano la gioia di vivere. 70. Tutti tifosissimi di calcio. Ma tutti convinti però che, come ha detto mamma Rita, in certi momenti certe scelte non possono non essere fatte. Io fremevo. Riuscivo appena a bisbigliare una preghiera: Signore, per amore di Riccardo, … aiutali!