È passato quasi inosservato un avvenimento che si è svolto a Perugia, sul quale invece sarebbe bene riflettere. Si tratta del convegno dell’Associazione degli ivoriani in Umbria, che si è tenuto il 27 e 28 giugno. Gli organizzatori sono riusciti a coinvolgere autorità comunali, provinciali e regionali, nonché l’ambasciatore della Costa d’Avorio in Italia, rappresentanti di istituzioni e partiti. Sarebbe lungo fare un elenco di tutte le persone invitate. Nel corso del convegno sono state indicate le problematiche in cui versa la Costa d’Avorio, sul piano politico, economico e culturale. Il tono è stato realistico, ma con aperture alla speranza. Ad esempio, è stato detto che all’inizio della decolonizzazione, negli anni 60 del ‘900, non c’era un laureato tra i nativi di quel Paese, mentre oggi vi sono molti giovani preparati ed educati alla filosofia dello sviluppo. È stato osservato che si è formata una leadership, una classe dirigente preparata e disposta a prendere le redini del nuovo corso. Un esempio di ciò, ed è quanto interessa di più i nostri lettori, è quello rappresentato da Richard Zady, ancor oggi ambasciatore della Costa d’Avorio in Italia, in procinto di andare ambasciatore in India dopo 7 anni in Italia. La storia di questo personaggio, che da 23 anni si trova in Italia, è stata raccontata da lui stesso nell’aula magna dell’Università per Stranieri come un esempio di quella che si può definire la cooperazione intellettuale allo sviluppo. Richard Zady infatti è venuto in Italia per studiare senza appoggi di alcun genere. Ricorda di essere stato accolto, senza che fosse chiesto nulla in cambio, al Centro di accoglienza – Ostello, riconoscendo in questo fatto l’origine di tutta la sua storia. Da lì in poi ha avuto aiuti dall’ente al diritto allo studio, ed ha trovato da noi una rete di solidarietà che gli ha permesso di laurearsi e di avviarsi alla carriera diplomatica. Per questo ha ringraziato don Elio Bromuri, il dottor Forini e le istituzioni cittadine. Questo fatto emblematico, ma non il solo, che indica uno stile e un modo di essere in relazione con gli stranieri, in particolare con gli africani – una specie di micro-diplomazia dei piccoli gesti -, ha indotto ad avere consapevolezza delle potenzialità che la città di Perugia e le istituzioni regionali, con l’Università per Stranieri e le sue strutture di solidarietà e accoglienza, possono sviluppare a favore dei Paesi emergenti. Al Convegno il rettore della Stranieri, Stefania Giannini, ha promesso una borsa di studio per uno studente della Costa d’Avorio, per la prima volta in assoluto, segno di una attenzione maggiore a questo Paese che si trova in un momento di rinnovamento e di rilancio. In questa prospettiva, i 10 mila ivoriani regolari che si trovano in Italia, per i quali era stato organizzato il convegno di Perugia, potranno prepararsi per intraprendere quella politica di riconciliazione e di sviluppo che è nei programmi politici sui quali si giocheranno le votazioni politiche di novembre.