Sullo scorcio dell’anno 2001 che se ne va, torna a profilarsi con il suo corteggio di suoni e di immagini un evento, che dal 1993 è veramente cresciuto e confermato in bellezza ed efficienza: Umbria Jazz Winter in 9a edizione. Di esso è stato già presentato in anteprima, presso il ridotto del Teatro Mancinelli, il cartellone allestito dal direttore artistico, Carlo Pagnotta, nel quale sono stati già sistemati i momenti e gli incontri più salienti della rassegna, che va dal 28 dicembre 2001 al 1 gennaio 2002, quindi letteralmente a cavallo tra un anno che va ed un altro che viene. Sarà dedicato alla città di New York, capitale mondiale del jazz, nel ricordo delle sue recenti disgrazie e nel legame di una accresciuta amicizia di solidarietà e di simpatia con la sua popolazione. “La manifestazione promossa dal Comune di Orvieto e dalla associazione Umbria Jazz e fortemente ormai sentita dall’intera cittadinanza – hanno ricordato nell’occasione il sindaco, Stefano Cimicchi ed il presidente dell’Associazione stessa, Renzo Arbore, – nelle precedenti otto edizioni è riuscita a rafforzare la sua formula, consolidando l’immagine, maturando un livello apprezzabile di organizzazione e passando indenne attraverso difficoltà anche di ordine naturale, tra le quali perfino il terremoto e perfino la neve. Ora affronta una nuova sfida con fiducia, anche se con un incancellabile velo di tristezza”. Per le spaventose immagini che ancora perdurano negli occhi di tutti, e per le numerose vittime innocenti, che hanno seminato lacrime e lutti, in occasione dell’attentato alle torri gemelle. D’altra parte il jazz è nato proprio a New York, tra i quartieri più poveri e più popolari, e qui si è sviluppato e divulgato, suscitando con la sua fioritura di stili e di evoluzioni una grande epopea musicale, che ha finito per identificarsi con lo stesso spirito di America. Non per nulla i grandi di questo genere sono legati ad ambienti e locali storici di questa città, che conta la più numerosa comunità di jazz men. Da essa infatti provengono i nomi e gli artisti più brillanti che onorano anche quest’anno la rassegna 2001 di Umbria Jazz. Tutto ci induce a pensare che un ideale abbraccio di fratellanza possa estendersi, di qua e di là dell’Atlantico, nel magico legame della musica, ad unire questa antica città, arroccata sulla sua rupe arcigna e secolare, e la imponente metropoli dai possenti tentacoli dei suoi arditi grattacieli, onde dar vita a un comune anelito di pace e di serenità e di proficuo ottimismo. Intanto Orvieto si prepara, come si conviene, al grande appuntamento, offrendo gli spazi raccolti nel cuore del suo centro storico, irripetibile per la sua bellezza e la sua storia, a servizio di un cartellone, di un programma destinato ad un pubblico motivato e non occasionale, capace di valutarlo nella pluralità delle sue espressioni. Che sia poi un evento largamente atteso lo dice chiaramente la rilevazione Abacus del mese di marzo 2001, nella quale si posiziona per notorietà mediamente intorno al 20% (29% tra i 25/34 anni e 27,8% tra i 35/54 anni) e registra la conoscenza più ampia fra i possessori di laurea e i diplomati (31,1%); per la sua originalità questo avvenimento non è confrontabile con altre manifestazioni del genere, e la sua collocazione tra gli appuntamenti “di nicchia” nel futuro, è quella di un ampliamento della notorietà per somma di generazioni. La formula del festival è la stessa delle altre edizioni: musica jazz, ma anche blues, sol, gospel, hip hop, pop song, tutti i giorni a partire dal mezzodì e senza soluzione di continuità fino a tarda notte. Musica e musici per chi vuole. Due avvenimenti su tutti: dalle ore 21.00 di fine d’anno gran cenone con coda finale in quattro locali distinti e marchin’band per le strade del centro. Nel pomeriggio di Capodanno, la tradizionale Messa della Pace in Duomo, con i famosi cori gospel di New Orleans. E’ annunciato anche qualcosa di nuovo dal fronte italiano. Ne daremo in seguito notizia più precisa e circostanziata.