La droga continua ad uccidere in Umbria ed in particolare a Perugia. Quest’ anno le vittime sono già state 26, con la speranza che il numero non sia aumentato quando il lettore vedrà questo articolo. Solo nella prima settimana di dicembre i morti sono stati infatti cinque e tutti, stando ai primi risultati delle indagini, per overdosi di eroina.
Una tossicodipendente di 41 anni si è accasciata morente sul tavolo di un bar di Perugia, poi chiuso dalla polizia perché luogo di ritrovo di spacciatori. Poche ore dopo un romeno di 28 anni è morto all’ospedale di Perugia. A Pila, frazione del capoluogo, sono stati i genitori a trovare in casa il cadavere del figlio di 34 anni. In un appartamento di via Imbriani, nell’acropoli perugina, è morta sola una tossicodipendente di 50 anni. Vicino al cadavere due siringhe con le quali si era iniettata l’eroina. C’era una siringa anche vicino al cadavere della quinta vittima, un 38enne di Passignano sul Trasimeno. A trovarlo nelle campagne di Magione è stato un cacciatore. Lo cercavano da giorni, dopo che si era allontanato da una comunità di recupero di Deruta alla quale era stato affidato per cercare di salvarlo dalla schiavitù della droga.
Perché così tanti morti in pochi giorni? Sembra un paradosso, ma la causa di tanti decessi sarebbe dovuta anche alla scomparsa degli spacciatori “professionisti” che rifornivano il mercato della droga in Umbria ed in particolare a Perugia. Arrestati, o fuggiti per non finire in galera, grazie alle continue e brillanti operazioni di polizia, carabinieri e Guardia di finanza che hanno ripulito le ‘piazze’ dello spaccio e bloccato importanti canali di rifornimento della droga in Umbria. Il 5 dicembre la Squadra mobile di Perugia ha arrestato un italiano ed un albanese e sequestrato 165 chilogrammi di marijuana. Pochi giorni prima con l’operazione “Termopili 6” la polizia aveva arrestato 16 spacciatori (15 dei quali tunisini). Poliziotti “sotto copertura”, fingendosi acquirenti, avevano setacciato le zone ‘calde’ dello spaccio e preso contatto con i fornitori che poi hanno arrestato. Importante è stata anche la collaborazione dei cittadini, che hanno indicato persone e luoghi sospetti. Indagini ed operazioni non solo a Perugia ma in tutta l’Umbria perché negli stessi giorni, ad esempio, la Squadra mobile di Terni ha arrestato un albanese ed un romeno con due chilogrammi di marijuana.
Quando però la richiesta di droga è alta, come purtroppo accade in Umbria, per le leggi del mercato ci sono subito altri venditori pronti a sfruttare la situazione. Il posto dei fornitori e piccoli spacciatori finiti in galera o comunque scomparsi dalla piazza di Perugia è subito stato preso da altri delinquenti e disperati. Spacciatori improvvisati, soprattutto clandestini, che hanno venduto eroina e cocaina con principi attivi – come accertato per gli stupefacenti sequestrati dalla polizia – che oscillano da un minimo del 5 al massimo del 77 per cento. Differenza, dovuta alla impreparazione dei venditori, che è una delle probabili cause delle tante overdosi di dicembre. È come bere un quarto di vino o un quarto di grappa e di altri superalcolici: le conseguenze sono ben diverse. La situazione che si è determinata in questi giorni a Perugia ed in Umbria conferma che il “problema droga” non è solo una “questione di polizia”. Droga e criminalità sono strettamente connessi e quindi le forze di polizia stanno svolgendo il loro compito. I grandi traffici di droga sono gestiti dalle tante mafie internazionali. In Umbria arrivano i tentacoli di ’ndrangheta e camorra, che si avvalgono di organizzazioni criminali di nigeriani ed albanesi. La cocaina arriva generalmente dal Sud America, l’eroina dall’Afghanistan. L’Umbria, per la sua posizione, è anche crocevia e luogo di smistamento. Ci sono i vicini porti dell’Adriatico per la droga che arriva dall’Est, le autostrade e le ferrovie tra il Nord ed il Sud dell’Italia. Più un ricco mercato locale, soprattutto a Perugia con le sue due università e gli oltre 30 mila giovani che le frequentano, e la domanda dei consumatori delle province confinanti di Lazio, Toscana e Marche.
La vendita al dettaglio viene gestita soprattutto da clandestini nordafricani. Alcuni di loro sono stati arrestati a Perugia pochi giorni dopo essere stati sbarcati a Lampedusa. Evidentemente erano già in contatto con chi gestisce lo spaccio in Umbria. Altri avevano anche ottenuto il permesso per fini umanitari, tanto che il Sindaco di Perugia ha chiesto all’Ambasciatore della Tunisia una collaborazione attiva per il loro rimpatrio. È quindi necessario contrastare sul piano repressivo e penale il traffico della droga, ma non basta. I 26 morti di quest’anno in Umbria sono infatti solo la punta di un iceberg di disperazione, fragilità, delusione, emarginazione e di rinuncia a vivere una vita vera che è fatta anche di tanti problemi.
Cifre da valutare
La nostra regione in Italia ha il più alto numero di morti per droga in rapporto ai suoi abitanti. La “Relazione annuale al Parlamento 2010 sull’uso delle sostanze stupefacenti e sulle tossicodipendenze in Italia” indica che in Umbria il tasso di mortalità per droga è di 2,62 casi per 100 mila residenti, rispetto al dato nazionale dell’1,26. Bisogna però tenere conto del fatto che alcune delle vittime non erano residenti in Umbria (provenivano dalle regioni confinanti o erano straniere) e che quindi probabilmente i consumi di droga in Umbria sono nella media nazionale. Delle 24 vittime del 2010 solo 19 erano residenti nella nostra regione. Solo uno dei decessi è avvenuto in provincia di Terni. Con 17 morti per droga, Perugia si conferma centrale di rifornimento e di consumo, perché dei 19 umbri morti solo tre erano perugini. Quattro erano di Spoleto, due di Città di Castello, due di Todi. Diciannove delle 24 persone uccise dalla droga nel 2010 erano uomini. Cinque delle vittime erano ventenni, otto ultraquarantenni.