Tutto nasce dalla mistica

Solenne messa conclusiva dei festeggiamenti per il centenario francescano

Una novità di vita come quella di Francesco e dei suoi primi seguaci, una conversione che arriva al capovolgimento totale dei gusti e dei valori, certamente è frutto di grazie e carismi del tutto straordinari, dati da Dio non solo per il loro bene, ma a vantaggio di tutta la Chiesa. Ma proprio perché suscitata a vantaggio di tutti, questa esperienza singolarissima ci interpella fortemente anche oggi. Si tratta di un’esperienza essenzialmente mistica, incentrata sul rapporto con Dio e con Cristo, anche se ha importanti riflessi in ambito ecclesiale, sociale e culturale. Ebbene, anche a noi oggi è necessario più che mai un rapporto intenso con Dio e con Cristo’: così si è espresso il card. Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze e già vescovo di Gubbio (1982-1988), al termine dell’omelia pronunciata durante la solenne cerimonia religiosa svoltasi nella chiesa di San Francesco, concelebrata insieme al presule mons. Mario Ceccobelli ed all’emerito mons. Pietro Bottaccioli (un autentico evento anche questo, che vedeva tutti insieme il 57′ 58’e 59’successore di sant’Ubaldo). È stata la degna conclusione del programma predisposto dalla comunità conventuale per ricordare l’ottavo centenario della conversione del Poverello e della sua venuta a Gubbio. Accolto – era l’inverno 1026 – dalla famiglia amica degli Spadalonga, sul cui fondaco è stato eretto il complesso monumentale di piazza 40 Martiri, tra i primi ad essere innalzato in onore del Santo (1254). Un’omelia risultata alla fine una profonda catechesi sui contenuti del messaggio del Santo di Assisi. Il card. Antonelli, dopo aver riepilogato le vicende che hanno portato un giovane spensierato e gaudente ad abbracciare la Croce, ha messo in evidenza ‘tre elementi fondamentali dell’esperienza cristiana di Francesco dopo la sua conversione: la missione, la fraternità, la gioia’. Vale a dire, portare gli altri alla ‘scoperta’ di Cristo e del suo insegnamento in un clima di condivisione e di serenità. La celebrazione religiosa, animata dal coro Cantores Beati Ubaldi e dai bambini della scuola diocesana di canto, diretti da Renzo Menichetti, ha concluso un centenario che ha avuto una straordinaria rilevanza spirituale ed anche mediatica grazie alle dirette di Rai Uno (la messa delle ore 11 ed il programma A Sua immagine dal chiostro del convento) ed alla prima della fiction Chiara e Francesco girata in gran parte a Gubbio. Franceso ed i luoghi francescani emanano sempre un fascino incredibile.

AUTORE: Giampiero Bedini