Nei giorni scorsi i mezzi di comunicazione di massa hanno dato molto rilievo, come era giusto, alla notizia della nomina a cardinale dell’arcivescovo di Perugia mons. Gualtiero Bassetti, sottolineando in modo particolare il fatto che siano occorsi più di 160 anni prima che un altro cardinale tornasse a sedere sulla Cattedra episcopale perugina. Il riferimento immediato è stato evidentemente al card. Gioacchino Pecci (creato cardinale nel 1853), che fu vescovo (arcivescovo ad personam) di Perugia dal 1846 al 1878, quando fu eletto Papa col nome di Leone XIII. Ma prima di lui ci sono stati altri cardinali a capo della Chiesa perugina, che forse val la pena di ricordare.
È Andrea Bontempi, allo stato attuale delle ricerche, il primo “cardinale di Perugia”, dove nacque e di cui fu vescovo per un tempo lunghissimo, dal 1354 al 1390 (nel 1378 la dignità cardinalizia e l’ulteriore incarico di legato nella Marca d’Ancona). È ricordato per la carità verso i bisognosi e il rigore in materia di disciplina ecclesiastica, come per il suo viaggio ad Avignone dal Papa, insieme ad ambasciatori del Comune. Dopo di lui fu lo spagnolo Giovanni Lopez, nel 1496, il “cardinale di Perugia” per antonomasia: lo volle Alessandro VI, il quale, ringraziato dal magistrato dei priori, rispose che aveva concesso la porpora “in considerazione del di lui merito e di quello della città nostra”.
È poi la volta di Agostino Spinola, ligure, segretario di Giulio II, che lo nominò vescovo di Perugia nel 1509; Clemente VII lo creò cardinale nel 1527. Iacopo Simonetta, milanese, fu creato cardinale da Paolo III nel 1535 e subito dopo inviato alla sede episcopale perugina.
Si deve poi menzionare Fulvio della Corgna, fratello di Ascanio, e quindi anche lui nipote ex sorore del papa Giulio III (Giovanni Maria Ciocchi del Monte), che nei documenti dell’epoca era nominato a sua volta “il cardinale di Perugia” (dal 1551). Egli fu vescovo della nostra città dal 1550 al 1553, periodo nel quale magari preferiva risiedere altrove; poi dal 1564 al 1574. Il suo nome è legato alla fondazione del Seminario, alla prima attuazione dei decreti del Concilio di Trento, al marchesato di Castiglione del Lago, e alle splendide residenze della Villa del Cardinale e di Pieve del Vescovo.
Nel 1586 arrivò a Perugia, da Osimo, il vescovo Antonio Maria Gallo, già tesoriere di Sisto V e canonico della Basilica vaticana. Subito dopo la nomina, il 16 novembre, lo ritroviamo a Roma a ricevere la porpora; al ritorno, il 5 aprile 1587, consacra la nostra cattedrale.
Cosimo de Torres, creato cardinale nel 1622, fu vescovo di Perugia dal 1624 al 1634. La sua attività pastorale è ben documentata dalle opere stampate a Perugia che si conservano nelle biblioteche cittadine, tra cui un importante volume di costituzioni sinodali (1632). Il suo successore Benedetto Monaldi, di nobile famiglia locale ma educato dallo zio materno Francesco Baldeschi di cui assunse il cognome, fu creato cardinale nel 1633 da Urbano VIII e inviato alla sede episcopale perugina l’anno seguente.
Certamente Perugia non è considerata di per sé una sede cardinalizia, e quindi per tutti i personaggi sopra nominati vale il principio di essere stati creati cardinali non propter sedem, sed propter sedentem, cioè per i meriti e le capacità personali, come ha ricordato il card. Piovanelli nel suo discorso di saluto, domenica scorsa, in duomo, durante la cerimonia di accoglienza del neo-cardinale Bassetti.