Tutti alla fiera delle armi. Intanto la pace – quella vera – può attendere

In questa stagione del mondo il business indubbiamente più redditivo è quello delle armi. Ed è anche tristemente l’unico filo di cucito che tiene insieme tutte le nazioni. Nel tempo del pensiero unico su sicurezza e difesa non c’è di meglio che una Fiera delle armi. Nei giorni scorsi si è conclusa a Villepinte in Francia la più importante delle esposizioni armiere: Eurosatory, una biennale dell’innovazione dalle armi leggere a quelle letali autonome, dai nuovi modelli di elicotteri ai droni dichiaratamente infallibili.

Il sottotitolo è quanto mai esplicativo: Proteggi il tuo futuro. Con un filo di ironia parrebbe di aggiungere: “…che al presente ci pensiamo noi”. Il vero pensiero guida dell’Exhibition mondiale è che le armi sempre più sofisticate e distruttive sono necessarie a tutti al punto che questa è da poter essere considerata la vera tregua olimpica del ventunesimo secolo in grado di sospendere sanzioni e barriere d’ogni tipo.

Nei 170 mila metri quadrati occupati dalla mostra e tra i più di 2.000 espositori (41 padiglioni nazionali) c’era anche la Russia e non mancava il padiglione dell’Ucraina. Inizialmente era stato escluso Israele ma poi, in tutta fretta alla vigilia dell’inaugurazione, è stato riammesso per sentenza di un tribunale francese. Gli organizzatori vantano 62.000 visitatori da 150 Paesi diversi. La pace – quella vera – può attendere.

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