Trekking lungo la vecchia ferrovia

Sul tracciato dove erano alloggiati i binari della ferrovia Spoleto-Norcia non sferragliano più le quattro locomotive, ma le ruote dei colorati mountain-bikers e gli scarponi degli affiliati al Cai

L’ultimo treno partì il 31 luglio del 1968 dalla stazione di Spoleto: a bordo c’erano più di quaranta persone che, per protesta, non scesero al termine della corsa. Oggi, sul tracciato dove erano alloggiati i binari “incantati” della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia non sferragliano più le quattro locomotive finite poi a servire in Liguria, ma le ruote gommate dei colorati mountain-bikers e gli scarponi degli affiliati al Cai di Perugia. Tuttavia il tracciato ferroviario che allora spezzò l’isolamento della Valnerina conserva tuttora molte potenzialità: turistiche, economiche, sociali, sportive e culturali. Ricchezze che, sia Spoleto, sia i principali centri della Valnerina sono interessati a sfruttare. Oggi l’escursione a bordo delle biciclette di montagna o a piedi, si sviluppa lungo uno dei tratti più suggestivi della ferrovia, quello tra la stazione della Caprareccia e S. Anatolia di Narco, che in appena 10 chilometri scende da quota 625 a 290 sul livello del mare, in un vorticoso zigzagare tra i fossi Vallegiana e Scentelle. Il tratto di salita di 8 chilometri tra Castel S. Felice e Forca di Cerro, è molto impegnativo: le difficoltà da superare riguardano il fondo sconnesso, a causa soprattutto dei ciottoli su cui venivano poggiate le traverse di legno. Inoltre nelle molte gallerie è indispensabile indossare un k-way e avere con sé una buona torcia elettrica per illuminare la strada. Lungo il tracciato si incontrano numerose opere storico – artistiche, quali ad esempio, l’abbazia dei santi Felice e Mauro o la piccola chiesa in onore della Madonna delle Scentelle. Da poco più di un mese e mezzo, la filiale perugina dell’Agenzia del Demanio si è impegnata per garantire la salvaguardia delle infrastrutture della ferrovia e la sua valorizzazione turistica e ambientale, predisponendo un progetto di fattibilità per ripristinare la ferrovia per scopi turistici, con finanziamenti dell’Unione europea; si procederà quindi alla ristrutturazione delle stazioni, dei ponti, delle gallerie e dei caselli. È prevista anche la realizzazione di un museo della ferrovia, di spazi espositivi e di punti di ristoro. Il paesaggio visibile dal treno in corsa sulla ex ferrovia era già allora di notevole interesse: quest’ultima infatti aveva caratteristiche di ferrovia alpina, per il notevole dislivello superato, per le gallerie elicoidali, per le gole strettissime e i viadotti sospesi su impetuosi torrenti.

AUTORE: Nerica Eminovic