Tre interventi di Papa Francesco a favore della vita

PAPA FRANCESCO. La settimana scorsa, tre udienze con organismi internazionali che difendono la vita e la dignità umana

papa-bambina-abbraccio“È un incontro importante, ma è anche un gesto: un gesto della Chiesa, un gesto delle persone di buona volontà, che vuole gridare: basta!”. Così Papa Francesco ha accolto il 10 aprile i partecipanti alla 2a conferenza internazionale “Combating Human Trafficking” (Lotta al traffico di esseri umani). Questa frase però potrebbe essere presa come sintesi di tutte e tre le udienze che il Vescovo di Roma ha tenuto, quel giorno e il successivo, con organismi che si battono a favore della vita. “La tratta di esseri umani – ha aggiunto il 10 aprile – è una piaga nel corpo dell’umanità contemporanea, una piaga nella carne di Cristo. È un delitto contro l’umanità. Il fatto di trovarci qui, per unire i nostri sforzi, significa che vogliamo che le strategie e le competenze siano accompagnate e rafforzate dalla compassione evangelica, dalla prossimità agli uomini e alle donne che sono vittime di questo crimine”.

Il Movimento per la vita italiano è stato ricevuto da Francesco il giorno dopo, 11 aprile. “Grazie – ha detto all’on. Carlo Casini e agli esponenti del Mpv – per la testimonianza che date promuovendo e difendendo la vita umana fin dal suo concepimento! Noi lo sappiamo, la vita umana è sacra e inviolabile. Ogni diritto civile poggia sul riconoscimento del primo e fondamentale diritto, quello alla vita, che non è subordinato ad alcuna condizione, né qualitativa né economica né tantomeno ideologica”. E ha precisato: “Uno dei rischi più gravi ai quali è esposta questa nostra epoca è il divorzio tra economia e morale, tra le possibilità offerte da un mercato provvisto di ogni novità tecnologica e le norme etiche elementari della natura umana, sempre più trascurata. Occorre pertanto ribadire la più ferma opposizione a ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa – e il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia”. Li ha quindi esortati: “A chi è cristiano compete sempre questa testimonianza evangelica: proteggere la vita con coraggio e amore in tutte le sue fasi. Vi incoraggio a farlo sempre con lo stile della vicinanza, della prossimità: che ogni donna si senta considerata come persona, ascoltata, accolta, accompagnata”.

Lo stesso giorno, il Papa ha dato udienza all’Ufficio internazionale cattolico dell’infanzia (Bice). “A me piace dire – ha esordito – che in una società ben costituita, i privilegi devono essere solo per i bambini e per gli anziani. Il futuro di un popolo è in mano loro! I bambini perché avranno la forza di portare avanti la storia, e gli anziani perché portano in sé la saggezza di un popolo”. Come esempi concreti di impegno internazionale: “Ai nostri giorni è importante portare avanti i progetti contro il lavoro-schiavo, contro il reclutamento di bambini-soldato e ogni tipo di violenza sui minori”. E ancora: “Occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva; continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva… Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di ‘sperimentazione educativa’ con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio!”. In conclusione, ammonimenti che valgono per tutti i cattolici impegnati, non solo per il Bice: “Lavorare per i diritti umani presuppone di tenere sempre viva la formazione antropologica, essere ben preparati sulla realtà della persona umana, e saper rispondere ai problemi e alle sfide posti dalle culture contemporanee e dalla mentalità diffusa attraverso i mass media. Ovviamente non si tratta di rifugiarci in ‘ambienti protetti’ che al giorno d’oggi sono incapaci di dare vita, e sono legati a culture che già sono passate. No, questo no. Ma affrontare, con i valori positivi della persona umana, le nuove sfide che ci pone la cultura nuova”.

AUTORE: D. R.