Riprendo a seguire il filo che la mia maestra Simone mi srotola davanti: l’unico amore di Dio – mi stava dicendo – l’unico che meriti veramente, fino in fondo, di chiamarsi amore di Dio nell’esperienza di tutti coloro che lo hanno conosciuto di persona consiste in questo: Dio viene e visita l’anima e la prende per mano e le promette di sposarla. Esperienza rarissima. Una “visita”: né i miei lettori né io l’abbiamo mai visto arrivare, sedercisi accanto, prenderci la mano ubriacandoci di gioia, prometterci di … : no, non è mai successo. Né – presumibilmente – succederà in futuro. Eppure anche a noi si chiede di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente. Evidentemente chi ha formulato quel comando pensava che quell’unico amore di Dio che solo nell’esperienza mistica è se stesso fino in fondo – lui solo – nel suo nocciolo essenziale potesse essere qualcosa di diverso; qualcosa di anteriore; qualcosa di più abbordabile rispetto a quella visita personale, che la coscienza di chi l’ha vissuta ha potuto mettere a punto perché ne era stata pienamente informata, e nel corso della quale il contatto personale con lui l’ha totalmente coinvolta. Evidentemente, oltre l’amore esplicito di Dio, esiste anche un altro amore di Dio, che possiamo chiamare “anteriore”, “indiretto”, “implicito”: esso in quanto amore è amore vero, è tensione oblativa, ma non può avere Dio per oggetto, poiché Dio non è presente alla coscienza da persona a persona, per lo meno non lo è ancora mai stato. Un amore che è destinato a diventare amore diretto di Dio, ma attualmente non lo è ancora, se non indirettamente, perché di per sé ha un altro oggetto, diverso da Dio anche se non estraneo a Lui, anzi proteso totalmente a rimandare a Lui. Potremmo anche dire – ancora la Weil – che in esso è presente l’amore pieno di Dio, ma in forma segreta. Concretamente? Concretamente, secondo la mia maestra dal basco logoro e malamente poggiato sui capelli in disordine, questo amore implicito di Dio può avere solo tre oggetti immediati. Sono i tre soli oggetti, quaggiù, in cui Dio sia realmente, benché segretamente, presente: la liturgia, la bellezza del mondo, il prossimo. Che ne dici, avventurato lettore?