di Daris Giancarlini
È ora di alzare la testa, di sollevare lo sguardo. No, non è un invito alla rivolta sociale e alla protesta in piazza: semplicemente sono stufo (e stufo è dire poco…) di farmi travolgere lungo la via, alla posta, al supermercato, da gente che, invece di guardare dove va, sta scrivendo un messaggino sullo smartphone.
E sono stanco (e stanco è dire poco…) di guidare la macchina dietro ad automobilisti che pretendono di fare tutto con una mano sola (girano lo sterzo, cambiano marcia, mettono la freccia e altro), perché con l’altra mano stanno tenendo il telefonino incollato all’orecchio, impegnati – corpo e anima – in una conversazione evidentemente ‘indifferibile’. Magari mentre in auto si diffonde musica a tutto volume, rendendo così l’abitacolo un luogo avulso dal resto del mondo, e il suo occupante un alieno impegnato a fare tutt’altro, rispetto all’impegno, invece prioritario se non unico, di fare attenzione ai pericoli della strada.
Già, la strada: uno di quei posti, e di quelle situazioni, che se tu le consideri come un videogioco, ci mette un attimo, un secondo al massimo, a ricondurti alla dura realtà. Quella realtà che è fatta di altre persone come te, magari distratte come te, ma che guidano una macchina, o un camion. E te li ritrovi davanti all’improvviso, quando per un attimo, un secondo, alzi lo sguardo dal video che stai guardando sullo smartphone. Ma ormai è tardi…