Intimidazioni, violenze, soprusi: anche quest’anno la libertà religiosa continua a subire aggressioni in tutto il mondo, in particolare in Cina, Iraq, Terra Santa, Turchia. È la fotografia scattata dal Rapporto 2006 sulla libertà religiosa nel mondo, curato, come di consueto, dall’associazione di diritto pontificio ‘Aiuto alla Chiesa che soffre’ (Acs), giunto all’ottava edizione e presentato il 27 giugno a Roma. L’ambivalenza della Cina. Intervenendo alla presentazione del Rapporto, il direttore dell’agenzia AsiaNews, padre Bernardo Cervellera, ha denunciato, tra l’altro, le persecuzioni della Chiesa in Cina, a proposito delle quali ha parlato di ‘ambivalenza’. ‘Da un lato – ha detto – il governo cinese tenta di mostrare un volto positivo al mondo, dall’altro permane la mentalità stalinista dei quadri intermedi, l’Associazione patriottica e l’Ufficio affari religiosi, che con gli ostacoli al dialogo e le ordinazioni episcopali illecite hanno acuito le tensioni con la Santa Sede’. Secondo la ricerca, in Cina funzionano a pieno ritmo i campi di concentramento e di tortura per i Falun Gong e i buddisti tibetani, e proseguono gli arresti di cattolici e protestanti. Dei tre vescovi scomparsi oltre sei anni fa non si è saputo più nulla. Per padre Cervellera ‘è necessario parlare chiaro, denunciare le violazioni alla libertà religiosa senza chiudere gli occhi e usando termini adeguati’. Fondamento di ogni libertà. ‘Sono convinto che la libertà religiosa sia il fondamento della libertà tout-court’ perché ‘essa significa il rispetto per la sacralità della vita e la libertà della persona: due valori sui quali si fondano le società davvero democratiche e civili’. Così il vicedirettore del Corriere della Sera, Magdi Allam. Dopo aver rammentato che ‘dieci milioni di cristiani e un milione di ebrei sono stati costretti a fuggire da Paesi arabi’, Allam ha denunciato ‘l’esistenza di intolleranza religiosa anche all’interno della religione islamica’ (la violenza dei sunniti waabiti contro gli sciiti in Iraq) per la quale, ha detto, ‘il fanatismo ha finito per ritorcersi contro gli stessi musulmani’. Atti di ‘un terrorismo di matrice fondamentalista che tuttavia – ha precisato il giornalista egiziano – è di natura aggressiva e non reattiva, perché è presente non solo in Iraq, ma anche in Egitto, Indonesia, Arabia Saudita, Paesi nei quali non può essere visto come risposta alla guerra scatenata dagli Usa, e che non deve essere in alcun modo giustificato’. Così nel mondo. Colpiti dalla minaccia del terrorismo, segnala il Rapporto, in Iraq e in Palestina decine di migliaia di cristiani hanno scelto la via dell’esilio, mentre in Arabia Saudita e Iran si consumano gravi violazioni della libertà religiosa, e in India i missionari cristiani sono oggetto di sistematica violenza. Nella panoramica della libertà religiosa nei cinque continenti offerta da Acs, la maglia nera va all’Asia dove si registrano gravi violazioni a questo diritto anche nel Myanmar, nel Laos, in Vietnam e Corea del Nord. In Indonesia la libertà religiosa è minacciata dal terrorismo integralista islamico. Quanto all’Africa, il conflitto in corso in Uganda ha provocato la morte di un operatore Caritas e ha creato un clima di persecuzione contro la Chiesa cattolica, mentre in Algeria è stata approvata una legge che proibisce le conversioni all’islam, che intanto avanza inesorabilmente in Kenya e Nigeria. Nel continente americano, nonostante gli sforzi di pacificazione, proseguono in Colombia le violenze delle Farc contro esponenti religiosi; in Venezuela si acuisce le tensione tra Stato e Chiesa cattolica. Difficoltà anche per le comunità cristiane di Cuba e dell’Ecuador.
Tra regimi e terrorismo
'Aiuto alla Chiesa che soffre' presenta il Rapporto 2006 sulla libertà religiosa
AUTORE:
Giovanna Pasqualin Traversa