Come sta la famiglia umbra? Abbastanza bene, ancora. Ma la sofferenza potrebbe aumentare, specie quella di tipo economico. Ai nuclei poveri, per stare appena sopra la fascia di povertà, ‘basterebbero’ 183 euro in più al mese. Ma non ci sono. Intanto le famiglie povere sono giunte al 7 per cento: fra le 22 e le 28 mila. ‘Di queste – afferma il sociologo Paolo Montesperelli dell’Osservatorio sulle povertà in Umbria (i dati li ha riferiti il 15 novembre alla terza Commissione della Provincia di Perugia) – ben 10 mila (circa il 3 per cento) sopravvivono molto al di sotto della soglia di povertà’. I due terzi dei poveri sono stranieri, un terzo è umbro e molti sono donne (54 per cento). E nelle famiglie di anziani la povertà è già all’11 per cento. Si è famiglia povera perché pensionati che non arrivano più a fine mese o, se la coppia è giovane, perché non ha lavoro o ne ha troppo poco ed eccessivamente precario (un giovane su 3 ha un impiego ‘ballerino’). È quindi lampante come il sistema umbro si regga, oggi più che mai, sull’aiuto che la famiglia dà ai suoi componenti: decisivo il ruolo dei nonni, che spesso integrano l’economia domestica dei figli, se non in denaro almeno accudendo i nipoti, facendo risparmiare costose baby-sitter o asili privati. Ma l’Umbria sta nascondendo ‘la testa sotto la sabbia’. Cosa accadrà, infatti, quando verranno meno i nonni e le loro utilissime pensioni? Crollerà il tenore di vita – e dunque i consumi – di molte famiglie. Altre, verosimilmente, accresceranno il numero di quelle povere. L’Umbria ha chiuso il 2007 con un saldo demografico negativo: nati 8.028 bambini (4.110 maschi e 3.918 femmine), 9.699 persone morte. Secondo l’Istat (dati diffusi a Roma al primo congresso della Federazione italiana di ostetricia e ginecologia), il tasso di natalità 2007 dell’Umbria è stato inferiore alla media nazionale. Farsi una famiglia sta diventando ‘troppo’ complicato? Nel 2006 sono diventate madri soprattutto donne tra i 30 e i 34 anni; 17 donne hanno partorito il primo figlio dopo i 45 anni. Mamme ‘in ritardo’: prima si studia, poi si cerca un lavoro che di solito è precario, poi semmai si procrea’ In Umbria il ‘figlio unico’ va per la maggiore: infatti il numero medio di figli per donna è di 1,20, inferiore alla media nazionale che è di 1,26. Le donne straniere ‘superano’ le italiane: madri prima (27,5 anni l’età media) e con più figli (2,33). Il 100 per cento dei parti monitorizzati avviene nelle strutture pubbliche, con molti controlli in gravidanza, più di quelli necessari e consigliati dallo stesso ministero per la Salute: il timore di generare un figlio ‘non normale’ è altissimo.
Tra le carenze, figli all’ultimo posto
L'Umbria ha chiuso il 2007 con un saldo demografico negativo
AUTORE:
Paolo Giovannelli