In risposta alla Lettera apostolica “Tertio Millennio Adveniente” con la quale Giovanni Paolo II dava le linee della preparazione del Grande Giubileo del 2000, secondo le indicazioni del Comitato nazionale, la Conferenza Episcopale Umbra fin dal dicembre 1995 sollecitava l’istituzione, presso ogni diocesi, del Comitato ecclesiale del Giubileo e costituiva con rappresentanti di tutte le diocesi il Comitato ecclesiale regionale. La prima premura di questo Comitato, nella prospettiva di ingenti flussi di pellegrini che avrebbero attraversato la regione per la sua vicinanza con Roma, attratti dal richiamo di Assisi e dalle diffuse, molteplici testimonianze di santità che la caratterizzano, fu quella di individuare degli itinerari che, connessi con quelli nazionali, attraversando l’Umbria da nord a sud, da est a ovest, ricalcassero le straordinarie esperienze religiose della nostra terra e costituissero autentici cammini spirituali verso il Giubileo del 2000, sottolineandone i messaggi universali. Fu un primo momento di riflessione e di accordo comune tra i rappresentanti delle diocesi, superando i vari campanilismi e particolarismi. La Conferenza Episcopale Umbra poté così approvare i cinque itinerari Francescano, Benedettino, Romualdino, dell’Amore Misericordioso ed Eucaristico, della Santità femminile. Anche la Regione civile si interessò del piano predisposto dalla Ceu e collegandosi ad essa, attraverso una Commissione paritetica presieduta insieme dal Presidente del Comitato regionale ecclesiale e dal Presidente della Regione Umbria, elaborò coerentemente un piano di interventi riguardanti il sistema di accoglienza, restauri di carattere culturale, il sistema dell’accessibilità. L’Umbria fu la prima Regione a partire, tra le regioni d’Italia, con questo tipo di preparazione, siglata da una formale Intesa e portata avanti insieme dalle due istituzioni ecclesiastica e civile, rispondente ai convergenti interessi di carattere religioso, culturale e sociale. Quando poi il Governo nazionale avocò a sé tutti gli interventi di carattere economico la parte della Regione Umbria si dovette limitare a un’opera di semplice segnalazione a danno degli equilibri di una più armonica distribuzione. Rimase in atto tra la Regione civile e la Ceu il sostegno economico alla edizione, curata dal settimanale La Voce, dei dépliants e delle guide cartacee dei cinque itinerari e il piano operativo per la collaborazione Ceu-Crued all’interno del progetto telematico “Umbria 2000” per le informazioni relative all’accoglienza dei pellegrini. Ma mentre a livello istituzionale si procedeva con una certa fatica nell’intento di contenere la pressione di spinte eterogenee e non di rado estranee allo spirito del Giubileo, iniziava silenziosamente ma efficacemente nelle singole diocesi quella preparazione spirituale scandita dal piano triennale della Tertio Millennio Adveniente, così che nella Visita ad Limina dell’aprile 1999 i vescovi potevano dichiarare al Papa che tutte le diocesi avevano seguito le linee di preparazione della sua Lettera apostolica. L’anno giubilare non ha visto attraversare l’Umbria da quello straordinario flusso di pellegrini e di turisti che ci si aspettava, ma ciò ha orientato maggiormente al lavoro pastorale sulle comunità locali che si è particolarmente convogliato su iniziative di missioni popolari di cui gli stessi fedeli laici sono stati protagonisti e su pellegrinaggi a Roma e alle chiese cattedrali e santuari diocesani con generale, convinta partecipazione. Due diocesi sono state impegnate in iniziative straordinarie: la diocesi di Spoleto-Norcia nell’intento di celebrare il Sinodo diocesano e quella di Perugia- Città della Pieve, per il Congresso eucaristico. Iniziative culturali di rilievo sono state l’apertura di musei diocesani a Città di Castello, a Gubbio, a Perugia, a Spoleto. Né sono mancate iniziative ecclesiali regionali, anche se la scelta è stata limitata per non sovrapporsi ai programmi locali. Ricordiamo la Lettera comune dei vescovi umbri per l’apertura del Grande Giubileo, cui sono seguite lettere pastorali dei singoli vescovi per le loro diocesi, il Giubileo del Clero celebrato nella Basilica dell’Amore Misericordioso di Collevalenza nel giugno 2000 e preparato da un incontro comune sempre a Collevalenza nel mese di maggio. Particolarmente significativo è stato il lavoro dell’Equipe regionale di Pastorale giovanile per organizzare in tutte le diocesi la “Peregrinatio Crucis” affidata dal Papa ai Giovani, per l’accoglienza di ben ventimila giovani pellegrini distribuiti nelle varie diocesi e poi per la partecipazione di duemila giovani umbri alla indimenticabile XV Giornata mondiale della Gioventù. Sorprendente è stata anche la partecipazione al Pellegrinaggio giubilare delle Chiese dell’Umbria da S. Maria degli Angeli alla Basilica di S. Francesco domenica 17 settembre che ha voluto esprimere un segno di comunione ecclesiale. E proprio a riguardo della comunione ecclesiale, come frutto del Giubileo, si sta maturando tra i vescovi e le commissioni ecclesiali regionali l’idea di un piano pastorale comune tra le diocesi da lanciare con un prossimo Convegno pastorale, in continuità con il Giubileo stesso e in sintonia coi nuovi orientamenti della Cei per il prossimo decennio. Se nel pomeriggio del 5 gennaio si chiuderà in tutte le Chiese particolari la celebrazione del Giubileo, si stanno preparando le condizioni per il conseguimento dei suoi frutti nella vita della Chiesa che è in Umbria per gli anni a venire.
Tra i “frutti” del Giubileo un Convegno pastorale regionale
Mons.Bottaccioli ricorda le iniziative comuni delle diocesi dell'Umbria
AUTORE:
Pietro Bottaccioli