La possibilità di ammirare capolavori da tempo giacenti nel chiuso dei depositi è una notizia che rende felici non solo gli orvietani, ma tutti coloro che, pur non abitando nel ristretto contesto territoriale, apprezzano la bellezza, la storia e la fede, fuse insieme in mirabili sintesi artistiche. Da alcuni anni il Museo dell’Opera del duomo è impegnato in azioni concrete, supportate da uno studio scientifico accurato, per restituire non solo alla cittadinanza ma anche a tutti gli appassionati del bello i numerosi tesori creati all’ombra del duomo. Una tappa di questo processo in fieri è stata l’apertura di due nuove sale dei Palazzi papali sede delle collezioni del Museo dell’Opera del duomo. Alla cerimonia di inaugurazione sabato 6 ottobre è intervenuto Enrico Micheli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, oltre all’architetto Maurizio Galletti, soprintendente dell’Umbria, ed al prof. Vittorio Fianchetti Pardo, in rappresentanza del Comitato scientifico per il museo. I nuovi spazi espositivi contengono opere d’arte di notevole valore, che da anni risultavano inaccessibili. Molti dei manufatti sono stati ‘curati’ dall’Istituto centrale per il restauro, con un avvio di collaborazione per il recupero e la valorizzazione di altri segmenti della raccolta museale. Come nuovo percorso espositivo il visitatore potrà partire dalla Galleria degli affreschi, situata al piano terra in un ambiente addossato ai contrafforti della cattedrale. Qui è possibile ammirare una serie di splendidi dipinti murali staccati. Si prosegue nella Sala delle sinopie, al primo piano dell’ala residenziale aggiunta all’epoca di papa Martino IV, dove si conservano i pannelli con le linee preparatorie degli affreschi trecenteschi della cappella del Corporale. La sala accoglie anche un gruppo composito, con varia cronologia, di dipinti, sculture e oggetti decorativi, differenti per epoca e provenienza, significative testimonianze delle vicende artistiche non solo della cattedrale ma anche della città, come la statua cinquecentesca di San Michele Arcangelo realizzata da Raffaello da Montelupo per la facciata del duomo e l’Angelo in terracotta smaltata, già nel monastero del Buon Gesù; o delle due imponenti pale d’altare di fine ‘400, il dipinto su laterizio tradizionalmente noto come l’autoritratto di Luca Signorelli, e molte testimonianze di pittura devota e di arredo sacro. Di rilievo anche la restituzione del dipinto settecentesco che raffigura Santa Maria Assunta, titolare della cattedrale oltre che patrona della città. Info: 0763.342477.
Tesori fuori dall’ombra
ORVIETO. Due nuove sale visitabili al Museo dell'Opera del duomo, con dipinti che non erano esposti da anni
AUTORE:
Federica Sabatini