Il 14 gennaio 1956 Giunio Tinarelli moriva nel suo letto, nel quale era immobilizzato da oltre vent’anni per una grave malattia. Aveva appena 44 anni e una fede incrollabile, come testimoniò nel suo modo di affrontare paralisi e dolore.
Per commemorarlo, l’Unitalsi e il Centro volontari della sofferenza, come ormai da diversi anni, promuovono un importante evento. Dal 14 al 18 gennaio giungerà infatti in diocesi l’immagine pellegrina della Madonna del Rosario di Pompei, a ricordare come Maria abbia avuto un ruolo privilegiato nella spiritualità di Giunio, il quale trovava il suo paradiso nell’andare pellegrino nei santuari mariani, specie in quelli di Lourdes e Loreto.
L’immagine della Madonna del Rosario giungerà a Terni nella mattinata del 14 gennaio al monastero delle Clarisse, mentre alle 15 ci sarà l’accoglienza in piazza Europa, il saluto del Vescovo e del Sindaco. Seguirà la processione fino in cattedrale dove ci sarà la recita del rosario e la messa presieduta da mons. Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei. Alle 21 la proiezione dei video Storia di Pompei e Giunio Tinarelli.
Il 15 gennaio alle ore 10 l’immagine sarà portata alla casa circondariale di Terni e alle 13 all’Acciaieria, luogo legato alla vita del venerabile Tinarelli. Nel pomeriggio del 15 e nella mattinata del 16 gennaio l’immagine della Madonna sarà ad Amelia, nel monastero delle Benedettine di San Magno, nella chiesa di San Massimiliano Kolbe, quindi a San Francesco al molino Silla.
Il 16 pomeriggio sarà la volta di Narni: alle 15 in ospedale per la benedizione dei malati e quindi in processione fino alla cattedrale dove ci sarà la recita del rosario e la messa.
Sabato 17 gennaio alle 10.30 l’immagine sarà portata all’ospedale di Terni dove alle 12 ci sarà la messa in cappella. Nel pomeriggio nella cattedrale di Terni dove alle 21 si terrà la celebrazione penitenziale. Infine domenica la conclusione con la giornata dedicata alla commemorazione di Tinarelli e la celebrazione alle 17 presieduta dal vescovo Piemontese.
Giunio Tinarelli, giovane ternano che trascorse venti anni nell’immobilità, è stato un esempio immenso di vocazione alla sofferenza, testimoniata con forza nel dolore. Una vocazione che ha segnato la vita del giovane operaio delle Acciaierie, sempre presente tra i suoi coetanei e nella vita dell’oratorio, fin quando la poliartrite anchilosante e spondilite non gli consentirono più alcun movimento, ma non impedirono al giovane Giunio di essere “operaio” nel campo dell’apostolato.