“Unire ogni sforzo di ingegno e di responsabilità, e superare egoismi e visioni di parte, per pensare e promuovere progetti per le future generazioni, la Next Generation della nostra Umbria e del territorio di Terni-Narni-Amelia”. È l’appello rivolto a “Istituzioni, mondo politico, Imprese, sindacati, società civile e alla comunità ecclesiale” dal vescovo di Terni – Narni – Amelia mons. Giuseppe Piemontese, a conclusione dell’omelia pronunciata nella solenne messa celebrata oggi, sabato 15 maggio alle ore 18 presso, Acciai Speciali Terni, in viale Brin, nello stesso piazzale interno all’acciaieria dove Papa Woytila 40 anni fa incontrò migliaia di lavoratori.
Il messaggio di papa Francesco
Occasione della celebrazione il 40° anniversario della visita di papa san Giovanni Paolo II alle acciaierie e alla città, anniversario ricordato anche da papa Francesco con un suo messaggio inviato al vescovo Piemontese, consegnato integralmente nella messa di oggi. Messaggio nela quale papa Francecsco esprime la vicinanza al mondo del lavoro e ai lavoratori di Terni, Narni e Amelia, in questo periodo di crisi economico-finanziaria aggravata dalla pandemia, che porta con sé incognite per il futuro di tante famiglie.
La memoria della visita
Nell’incontro con il mondo del lavoro nel 1981, papa Giovanni Paolo II toccò temi fondamentali per la vita dell’uomo: la dignità del lavoro, la giustizia e la moralità come condizioni essenziali per la pace in tutte le nazioni, la famiglia, la libertà dell’uomo e la creatività dell’opera umana; insegnamenti profetici ed attuali ancora oggi, che il Papa consegnò al mondo del lavoro e all’intera comunità diocesana.
Le parole del Vescovo alla Messa presso le Acciaierie
“La memoria grata per la visita del papa santo, Giovanni Paolo II, avvenuta 40 anni fa (19 marzo 1981), e l’attualità dei messaggi allora affidatici ha suggerito la celebrazione eucaristica di questa sera” ha detto all’omelia il vescovo mons. Giuseppe Piemontese, ricordando che avrebbe “voluto rinnovare con papa Francesco quell’evento indimenticabile”, ma la pandemia “ha ridimensionato e rallentato i nostri sogni e progetti”.
“La Celebrazione Eucaristica odierna, nel luogo rappresentativo di questa città è l’unica manifestazione di popolo consentita in questo momento. E noi, – ha detto Piemontese – Istituzioni civili e religiose, governance e tutto il mondo delle Acciaierie, non abbiamo voluto rinunciare a ritrovarci per celebrare qui all’aperto, nello stesso luogo, teatro principale dell’evento di 40 anni fa”.
Ricordando che la celebrazione avviene nella festa liturgica dell’Ascensione, mons. Piemontese ha sottolineato come “la lieta notizia annunciata dal Vangelo è che l’uomo ha in sé energie e abilità per custodire il mondo; l’uomo, con l’aiuto di Dio può trasformarsi in artigiano responsabile di giustizia, di concordia, di pace, ispirandosi all’amore, al perdono, testimoniato da Gesù”.
Le parole di Papa Francesco su lavoro e politiche sociali
Ha quindi citato Papa Francesco che “nel messaggio indirizzato alla nostra città e alle Acciaierie, in questa circostanza, ribadisce alcune consegne fatteci 40 anni fa da san Giovanni Paolo II, aggiornandole col tema, a lui caro, della custodia della casa comune”.
“Il vostro territorio, – scrive Papa Francesco – deve affrontare sfide ancora più preoccupanti a causa di prospettive lavorative che generano un clima difficile e incerto. In tale contesto tutti sono chiamati ad un rinnovato e profondo senso di responsabilità, dando prova di solidarietà e di condivisione.
È necessario adoperarsi con sollecitudine affinché le istanze etiche e i diritti della persona mantengano il primato su ogni esigenza di profitto.
Il lavoro è una vocazione, perché nasce da una chiamata che Dio rivolse fin dal principio all’uomo, perché ‘coltivasse e custodisse’ la casa comune (cfr Gen 2,15). Lavorare è la prima vocazione dell’uomo, una vocazione che dà dignità all’uomo. Tutti sono chiamati a non sottrarre alle persone questa dignità del lavoro!
Pertanto, esorto quanti sono coinvolti, a vario titolo, nel mondo del lavoro e dell’impresa, ad adoperarsi non solo perché il lavoro sia opportunamente tutelato, ma anche perché si attuino valide politiche sociali in favore della persona e della sua professionalità”.
Tre amici di Terni
“In questa celebrazione “giubilare”, – ha detto mons. Piemontese – mentre siamo ancora nel tunnel della pandemia del Coronavirus, invito tutti a cogliere segni di speranza in tre “amici” che vegliano dall’alto sulle nostre città e che ispirano progetti di rinnovamento”.
Ed il Vescovo ha indicato san Giuseppe lavoratore, sottolinenando che “lui è di casa in questo luogo di operosità, creatività e solidarietà umana”; san Giovanni Paolo II, che “ha avuto parole appropriate per tutti, ha compiuto gesti di benevolenza, ha pregato con noi e per noi”; e ha indicato il venerabile Giunio Tinarelli (1922-1956), “già operaio in questa fabbrica, ma soprattutto cristiano che ha vissuto con coraggio, pazienza e intraprendenza la sua missione di uomo, di lavoratore, poi di malato affetto da poliartrite anchilosante, di apostolo che ha dato speranza a migliaia di persone alle prese con i problemi della disoccupazione, della salute, della fede”.