Il Memoriale di Angela da Foligno è senza dubbio uno dei più importanti testi classici della spiritualità femminile medievale in ambito italiano. Vi si racconta la straordinaria esperienza mistica di Dio vissuta dalla Beata folignate. Un’opera complessa verso la quale, specie negli ultimi anni, si sono concentrate le attenzioni di diversi studiosi, sia italiani che stranieri. In occasione del 7° centenario del transito della Beata, Massimo Vedova, frate della serafica provincia di San Francesco, ha di recente dato alle stampe Esperienza e dottrina. Il Memoriale di Angela da Foligno, (Roma 2009, Istituto storico dei cappuccini) testo frutto di un’accurata analisi lessicale, ponendo l’attenzione soprattutto sulla relazione Dio – anima. Redattore del Memoriale fu un frate, confessore di Angela, conosciuto solo per l’iniziale del nome, A., il quale trascrisse tutto ciò che la beata gli confidava sulla sua esperienza mistica con Dio. In particolare mostra i trenta passi che l’anima compie raggiungendo l’intima comunione con Dio.
Come scrive nella presentazione al volume fra Bernardo Commodi, ministro provinciale dell’Umbria, “l’intento del redattore non è di fornire un’opera agiografica ma, come egli chiaramente afferma nel prologus, di mostrare e descrivere un’esperienza vissuta di Dio e la dottrina che ad essa si riferisce; l’intento cioè è di fare teologia”. Un testo dunque innovativo – prosegue padre Bernardo, – sia perché “scritto da una donna in un momento storico in cui le donne avevano un ruolo del tutto marginale nella vita sociale ed ecclesiale, ma soprattutto per le sue vicende redazionali, per la relazione vissuta dallo scriba, frate A, e da Angela da Foligno durante la stesura del testo e per la sua pretesa di fare teologia in maniera del tutto diversa da quella ufficiale delle Università”. Massimo Vedova, per analizzare il Memoriale, sceglie il codice A, uno dei testi più attendibili tra quelli giunti fino a noi. Ne fa un’analisi strutturale cercando di cogliere l’impostazione teologica, in un continuo confronto tra Angela e il frate scrittore, e di svelare la loro relazione nella scrittura del testo.
In particolare Vedova intende meglio capire Angela nel suo modo di esprimersi, tentando di evidenziare nei testi l’influsso del frate minore teologo. E questo lo fa tramite un’attenta indagine strutturale del testo, con l’analisi dei singoli verbi e dei sintagmi. “Affrancando il testo da interpretazioni teologiche precostituite – spiega ancora nella presentazione padre Commodi – si avvicina ad esso cercando le sue motivazioni intime, mostrando il suo evidente riferimento implicito ad una narrazione orale e prima ancora ad un vissuto effettivo”.