Teatro terapeutico

In scena le 'sensazioni' degli ospiti di due case della Sacra Famiglia di Trevi e Spoleto

‘D’emozioni canto’. Con questo titolo la Casa mons. Bonilli di Trevi metterà in scena, sabato 14 maggio nel teatro Clitunno di Trevi (ore 20.30) e domenica 22 nel Caio Melisso di Spoleto (ore 17), uno spettacolo teatrale realizzato dalle persone disabili accolte nel centro e, quest’anno, con la partecipazione di altre ragazze appartenenti all’istituto in località Montepincio di Spoleto. Com’è nello spirito di carità predicato dal fondatore don Pietro Bonilli, infatti, alcuni degli istituti della Sacra Famiglia di Spoleto si dedicano all’assistenza di persone con deficit psicofisici ed intellettuali. È il caso dei locali annessi al santuario Madonna delle Lacrime di Trevi e di quelli situati a Montepincio, sopra Spoleto, appunto oggetto della rappresentazione teatrale. Sono nove anni che la casa di Trevi realizza spettacoli. Nato come animazione, il progetto è diventato poi parte del programma terapeutico. Lo spettacolo è integrato infatti nel programma di cura seguito in questo periodo che riguarda proprio il miglioramento della capacità di riconoscere le proprie ’emozioni’. Autonomia, consapevolezza e autostima: tutti importanti requisiti che, negli anni, sono stati al centro delle sceneggiature seguite dalle ragazze e che, ovviamente, possono contare sulla maggiore partecipazione e percezione della corporeità, tipiche del teatro. ‘D’emozioni canto’ non è solo una rappresentazione ma il frutto, dunque, di una sceneggiatura realizzata delle stesse disabili che hanno contribuito, chi più chi meno, alla costruzione della storia. Ci sono persone al loro primo anno di partecipazione: circa venti su trenta quelle di Trevi e circa sei su ventidue quelle impegnate a Spoleto. ‘Nelle prime edizioni ‘ testimonia Valeria Rossi, che segue il progetto teatro ‘ sono stati presi dei copioni pronti. Soltanto quattro anni fa, abbiamo cominciato a scrivere i testi insieme alle ospiti del centro. E quest’anno si è unita la partecipazione dell’istituto di Montepincio, che lavora con persone con analoghi deficit’. Per quanto riguarda la messa in scena vera e propria, Valeria ha aggiunto: ‘Il primo anno abbiamo realizzato la rappresentazione all’interno dell’istituto di Trevi ma già dal secondo siamo andati a teatro. Quest’anno, poi, faremo una replica al Caio Melisso, vista la partecipazione delle ragazze del centro spoletino. La scelta del teatro, oltre ad essere ‘terapeutica’, è dovuta al fatto che è un prodotto bello, per cui vale la pena di mostrarlo alla città’.

AUTORE: Eleonora Rizzi