visita ad limina Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/visita-ad-limina/ Settimanale di informazione regionale Mon, 18 Mar 2024 14:02:49 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg visita ad limina Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/visita-ad-limina/ 32 32 “Visita ad limina” dei vescovi umbri da papa Francesco: “È stato un incontro familiare” https://www.lavoce.it/visita-ad-limina-dei-vescovi-umbri-da-papa-francesco-e-stato-un-incontro-familiare/ https://www.lavoce.it/visita-ad-limina-dei-vescovi-umbri-da-papa-francesco-e-stato-un-incontro-familiare/#respond Mon, 18 Mar 2024 14:02:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=75374 I vescovi umbri disposti in orizzontale con al centro papa Francesco nella sala del Vaticano

Lunedì 18 marzo, alle ore 7.15, con la messa sulla tomba dell’Apostolo Pietro presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo, è iniziata la “Visita ad limina apostolorum” dei Vescovi umbri (18-22 marzo).

Visita ad limina in Vaticano: celebrazione sulla tomba dell'apostolo Pietro per i vescovi umbri presieduta dall'arcivescovo Renato Boccardo

“Siamo qui - ha detto mons. Boccardo all’avvio della celebrazione - alla sede dell’apostolo Pietro: a lui presentiamo le nostre Chiese, con le loro glorie e le loro sofferenze, e tutti affidiamo alla misericordia di Dio". Poi, il presidente della Ceu nell’omelia ha tenuto una breve riflessione sulla domanda che Gesù pose a Pietro: “Per te chi sono io?”. "Questa stessa domanda risuona insistente nella nostra vita personale e nel nostro ministero. Vorremmo anche noi come Pietro balbettare tu sei la vita, il Salvatore. Sappiamo come questa espressione modelli le nostre azioni e le nostre parole a servizio del Vangelo. Spesso, però, nelle nostre giornate siamo presi anche da altre incombenze che poco hanno a che vedere con ciò. Abbiamo quindi la necessità di ripetere sovente 'tu sei Cristo, il figlio di Dio': questa è la forma del nostro essere Pastori in mezzo alla gente. Ci aiuti San Pietro e ottenga per noi il dono dello Spirito santo, guida sicura di ogni nostro passo". Al termine della messa, i Vescovi si sono raccolti in preghiera sulle tombe di Benedetto XVI, del beato Giovanni Paolo I e di San Paolo VI.

L’incontro con il Santo Padre nel racconto di mons. Renato Boccardo

Poi, alle 8.30, sono giunti nel cortile di San Damaso della Santa Sede, quindi hanno fatto ingresso nel Palazzo Apostolico e alle 9 hanno incontrato Papa Francesco. Il colloquio col Pontefice è durato circa due ore.

Il Papa: “dite quello che vi sembra importante condividere con me"

"Un incontro familiare", commenta mons. Renato Boccardo. "Il Santo Padre ci ha messi subito a nostro agio dicendoci: 'siamo qui in famiglia, senza formalità e dunque parlate liberamente, dite quello che vi sembra importante condividere con me'. E ogni Vescovo - prosegue il Presidente della Ceu - ha raccontato un pochino la storia e la vita della sua diocesi, presentando anche alcuni temi fondamentali e chiedendo un consiglio e un orientamento al Papa per proseguire nell’annuncio del Vangelo e nella testimonianza della vita cristiana.

Il Papa ci ha raccomandato quattro vicinanze e ha chiesto di ringraziare i sacerdoti per il lavoro che fanno

Il Papa - dice ancora il Presule - ci ha raccomandato quattro vicinanze. La prima: il Vescovo deve essere vicino a Dio con la preghiera. La seconda: deve essere vicino ai suoi confratelli, e qui ci ha detto di fare comunione, di lavorare insieme e di volerci bene. La terza: il Vescovo deve essere vicino ai preti con paternità e fraternità. La quarta ed ultima: la vicinanza al popolo di Dio, dal quale abbiamo ricevuto la fede. E poi ci ha lasciato un messaggio particolare: ci ha chiesto di portare ai sacerdoti, specialmente in occasione della prossima Messa crismale che celebreremo nella Settimana santa, il suo ringraziamento per tutto quello che fanno. Il Papa apprezza la loro dedizione e il loro sacrificio e li incoraggia ad andare avanti nel servizio del Vangelo". I Vescovi hanno donato al Papa una ceramica di Deruta raffigurante un crocifisso umbro.

La visita prosegue e ogni giorno ci saranno aggiornamenti su www.chiesainumbria.it

La visita proseguirà nei giorni 20-21 e 22 marzo con gli incontri nei vari Dicasteri della Santa Sede. Al termine di ogni giorno, sul sito ufficiale della Ceu – www.chiesainumbria.it – verrà condivisa una piccola cronaca, con foto e interviste video ai Vescovi umbri. [caption id="attachment_75383" align="alignnone" width="400"]I vescovi umbri seduti ai lati di papa Francesco, anche lui seduto al centro I vescovi a colloquio con il Papa[/caption]]]>
I vescovi umbri disposti in orizzontale con al centro papa Francesco nella sala del Vaticano

Lunedì 18 marzo, alle ore 7.15, con la messa sulla tomba dell’Apostolo Pietro presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo, è iniziata la “Visita ad limina apostolorum” dei Vescovi umbri (18-22 marzo).

Visita ad limina in Vaticano: celebrazione sulla tomba dell'apostolo Pietro per i vescovi umbri presieduta dall'arcivescovo Renato Boccardo

“Siamo qui - ha detto mons. Boccardo all’avvio della celebrazione - alla sede dell’apostolo Pietro: a lui presentiamo le nostre Chiese, con le loro glorie e le loro sofferenze, e tutti affidiamo alla misericordia di Dio". Poi, il presidente della Ceu nell’omelia ha tenuto una breve riflessione sulla domanda che Gesù pose a Pietro: “Per te chi sono io?”. "Questa stessa domanda risuona insistente nella nostra vita personale e nel nostro ministero. Vorremmo anche noi come Pietro balbettare tu sei la vita, il Salvatore. Sappiamo come questa espressione modelli le nostre azioni e le nostre parole a servizio del Vangelo. Spesso, però, nelle nostre giornate siamo presi anche da altre incombenze che poco hanno a che vedere con ciò. Abbiamo quindi la necessità di ripetere sovente 'tu sei Cristo, il figlio di Dio': questa è la forma del nostro essere Pastori in mezzo alla gente. Ci aiuti San Pietro e ottenga per noi il dono dello Spirito santo, guida sicura di ogni nostro passo". Al termine della messa, i Vescovi si sono raccolti in preghiera sulle tombe di Benedetto XVI, del beato Giovanni Paolo I e di San Paolo VI.

L’incontro con il Santo Padre nel racconto di mons. Renato Boccardo

Poi, alle 8.30, sono giunti nel cortile di San Damaso della Santa Sede, quindi hanno fatto ingresso nel Palazzo Apostolico e alle 9 hanno incontrato Papa Francesco. Il colloquio col Pontefice è durato circa due ore.

Il Papa: “dite quello che vi sembra importante condividere con me"

"Un incontro familiare", commenta mons. Renato Boccardo. "Il Santo Padre ci ha messi subito a nostro agio dicendoci: 'siamo qui in famiglia, senza formalità e dunque parlate liberamente, dite quello che vi sembra importante condividere con me'. E ogni Vescovo - prosegue il Presidente della Ceu - ha raccontato un pochino la storia e la vita della sua diocesi, presentando anche alcuni temi fondamentali e chiedendo un consiglio e un orientamento al Papa per proseguire nell’annuncio del Vangelo e nella testimonianza della vita cristiana.

Il Papa ci ha raccomandato quattro vicinanze e ha chiesto di ringraziare i sacerdoti per il lavoro che fanno

Il Papa - dice ancora il Presule - ci ha raccomandato quattro vicinanze. La prima: il Vescovo deve essere vicino a Dio con la preghiera. La seconda: deve essere vicino ai suoi confratelli, e qui ci ha detto di fare comunione, di lavorare insieme e di volerci bene. La terza: il Vescovo deve essere vicino ai preti con paternità e fraternità. La quarta ed ultima: la vicinanza al popolo di Dio, dal quale abbiamo ricevuto la fede. E poi ci ha lasciato un messaggio particolare: ci ha chiesto di portare ai sacerdoti, specialmente in occasione della prossima Messa crismale che celebreremo nella Settimana santa, il suo ringraziamento per tutto quello che fanno. Il Papa apprezza la loro dedizione e il loro sacrificio e li incoraggia ad andare avanti nel servizio del Vangelo". I Vescovi hanno donato al Papa una ceramica di Deruta raffigurante un crocifisso umbro.

La visita prosegue e ogni giorno ci saranno aggiornamenti su www.chiesainumbria.it

La visita proseguirà nei giorni 20-21 e 22 marzo con gli incontri nei vari Dicasteri della Santa Sede. Al termine di ogni giorno, sul sito ufficiale della Ceu – www.chiesainumbria.it – verrà condivisa una piccola cronaca, con foto e interviste video ai Vescovi umbri. [caption id="attachment_75383" align="alignnone" width="400"]I vescovi umbri seduti ai lati di papa Francesco, anche lui seduto al centro I vescovi a colloquio con il Papa[/caption]]]>
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I vescovi umbri in Vaticano per la Visita ad limina https://www.lavoce.it/vescovi-umbri-vaticano-visita-ad-limina/ https://www.lavoce.it/vescovi-umbri-vaticano-visita-ad-limina/#respond Sat, 16 Mar 2024 15:53:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=75341 I sei vescovi umbri in abito nero posti in orizzontale,alle spalle un crocifisso

È iniziata lo scorso gennaio la “Visita ad limina Apostolorum” dei vescovi delle sedici regioni ecclesiastiche italiane “alle tombe degli apostoli”. L’ultima risale alla primavera del 2013, poche settimane dopo l’elezione di papa Francesco

I vescovi umbri a Roma per la visita "Ad limina apostolorum" dal 18 al 22 marzo

I vescovi dell’Umbria saranno in Vaticano dal 18 al 22 marzo, vivendo momenti particolari in cui i Pastori riferiranno al Papa circa l’andamento delle loro diocesi per averne indicazioni e risposte. Come evidenzia la Costituzione apostolica Praedicate evangelium di papa Francesco, la “Visita ad limina” rappresenta "il momento più alto delle relazioni dei pastori di ciascuna Chiesa particolare e di ogni Conferenza episcopale… con il Vescovo di Roma. Egli, infatti, ricevendo i suoi fratelli nell’episcopato, tratta con loro delle cose concernenti il bene delle Chiese e la funzione pastorale dei vescovi, li conferma e sostiene nella fede e nella carità. In tal modo si rafforzano i vincoli della comunione gerarchica e si evidenziano sia la cattolicità della Chiesa che l’unità del Collegio dei vescovi".

Il programma

Lunedì 18 marzo: ore 7.15, messa sulla tomba del beato Apostolo Pietro nella basilica di S. Pietro presieduta da mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra; ore 9, udienza con il Santo Padre. Mercoledì 20 marzo: ore 7.30, messa; ore 9.15, incontro al Dicastero per i vescovi; ore 10.45, incontro al dicasteri per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti; ore 12.15, incontro al Dicastero per la Dottrina della Fede; ore 15, incontro al Dicastero per la Comunicazione. Giovedì 21 marzo: ore 7.30, messa; ore 9.45, incontro al Dicastero per la Cultura e l’Educazione; ore 11, incontro al Dicastero per l’Evangelizzazione; ore 12.30, incontro in Segreteria di Stato e Sezione rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali; ore 16, incontro al Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; ore 17.15, incontro per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Venerdì 22 marzo: ore 7.30, messa; ore 9.15, incontro con la Segreteria generale per il Sinodo; ore 10.30, incontro al Dicastero per il clero; ore 12, incontro al Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica.

Le parole dell’arcivescovo Boccardo, presidente della Ceu

"Recarsi alla 'Visita ad limina' vuol dire innanzitutto – afferma il presidente della Ceu mons. Renato Boccardo – andare a confrontare la nostra fede con la testimonianza degli apostoli Pietro e Paolo. Raccogliere la loro adesione al Signore Gesù diventa una scuola di vita e uno stimolo alle attività pastorali delle nostre Chiese umbre. E poi andiamo in Vaticano per raccontare al Papa, vescovo di Roma e successore di Pietro, la vita quotidiana delle diocesi dell’Umbria, per ricevere da lui il conforto, l’orientamento e l’incoraggiamento a proseguire nell’annuncio della gioia del Vangelo. Si tratta di una tappa nel cammino normale delle nostre Diocesi che ci arricchisce, ci sostiene e ci sprona per rinnovare dal di dentro le nostre comunità, in una testimonianza efficace che passa attraverso la vita dei sacerdoti, dei consacrati e delle consacrate e dei fedeli laici".]]>
I sei vescovi umbri in abito nero posti in orizzontale,alle spalle un crocifisso

È iniziata lo scorso gennaio la “Visita ad limina Apostolorum” dei vescovi delle sedici regioni ecclesiastiche italiane “alle tombe degli apostoli”. L’ultima risale alla primavera del 2013, poche settimane dopo l’elezione di papa Francesco

I vescovi umbri a Roma per la visita "Ad limina apostolorum" dal 18 al 22 marzo

I vescovi dell’Umbria saranno in Vaticano dal 18 al 22 marzo, vivendo momenti particolari in cui i Pastori riferiranno al Papa circa l’andamento delle loro diocesi per averne indicazioni e risposte. Come evidenzia la Costituzione apostolica Praedicate evangelium di papa Francesco, la “Visita ad limina” rappresenta "il momento più alto delle relazioni dei pastori di ciascuna Chiesa particolare e di ogni Conferenza episcopale… con il Vescovo di Roma. Egli, infatti, ricevendo i suoi fratelli nell’episcopato, tratta con loro delle cose concernenti il bene delle Chiese e la funzione pastorale dei vescovi, li conferma e sostiene nella fede e nella carità. In tal modo si rafforzano i vincoli della comunione gerarchica e si evidenziano sia la cattolicità della Chiesa che l’unità del Collegio dei vescovi".

Il programma

Lunedì 18 marzo: ore 7.15, messa sulla tomba del beato Apostolo Pietro nella basilica di S. Pietro presieduta da mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra; ore 9, udienza con il Santo Padre. Mercoledì 20 marzo: ore 7.30, messa; ore 9.15, incontro al Dicastero per i vescovi; ore 10.45, incontro al dicasteri per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti; ore 12.15, incontro al Dicastero per la Dottrina della Fede; ore 15, incontro al Dicastero per la Comunicazione. Giovedì 21 marzo: ore 7.30, messa; ore 9.45, incontro al Dicastero per la Cultura e l’Educazione; ore 11, incontro al Dicastero per l’Evangelizzazione; ore 12.30, incontro in Segreteria di Stato e Sezione rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali; ore 16, incontro al Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; ore 17.15, incontro per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Venerdì 22 marzo: ore 7.30, messa; ore 9.15, incontro con la Segreteria generale per il Sinodo; ore 10.30, incontro al Dicastero per il clero; ore 12, incontro al Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica.

Le parole dell’arcivescovo Boccardo, presidente della Ceu

"Recarsi alla 'Visita ad limina' vuol dire innanzitutto – afferma il presidente della Ceu mons. Renato Boccardo – andare a confrontare la nostra fede con la testimonianza degli apostoli Pietro e Paolo. Raccogliere la loro adesione al Signore Gesù diventa una scuola di vita e uno stimolo alle attività pastorali delle nostre Chiese umbre. E poi andiamo in Vaticano per raccontare al Papa, vescovo di Roma e successore di Pietro, la vita quotidiana delle diocesi dell’Umbria, per ricevere da lui il conforto, l’orientamento e l’incoraggiamento a proseguire nell’annuncio della gioia del Vangelo. Si tratta di una tappa nel cammino normale delle nostre Diocesi che ci arricchisce, ci sostiene e ci sprona per rinnovare dal di dentro le nostre comunità, in una testimonianza efficace che passa attraverso la vita dei sacerdoti, dei consacrati e delle consacrate e dei fedeli laici".]]>
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Chiesa umbra in cammino https://www.lavoce.it/chiesa-umbra-in-cammino/ https://www.lavoce.it/chiesa-umbra-in-cammino/#respond Wed, 13 Mar 2024 17:32:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=75226 I vescovi umbri alla visita ad limina nel 2013 in Vaticano, al centro papa Francesco

Sono trascorsi quasi undici anni dall’ultima Visita ad Limina dei Vescovi umbri in Vaticano. Nell’aprile 2013, quando i pastori delle nostre Chiese locali incontrarono Papa Francesco, il Santo Padre era arrivato sulla cattedra di Pietro da una quarantina di giorni. Subito dopo Benedetto XVI, era il secondo pontefice a prendere il nome di un santo umbro, il primo a scegliere quello di Francesco d’Assisi. Allora, i vescovi umbri non si erano lasciati sfuggire l’occasione di invitare Bergoglio proprio nella città serafica per la festa del 4 ottobre, visto che in quell’anno l’Umbria avrebbe offerto l’olio per la lampada votiva accesa sulla tomba del Santo.

Non era mancata la raccomandazione del Papa a “essere vicini alla gente, andare nelle periferie, che non sono solo geografiche, ma anche del cuore”. “So bene che ciò è un rischio per la Chiesa - aveva commentato il santo Padre - , ma preferisco una Chiesa ferita a una Chiesa malata”. Il volto della Chiesa di Francesco era già ben delineato, poco più di un mese dopo la sua elezione. La prossima settimana, dal 18 al 22 marzo, i pastori delle diocesi dell’Umbria torneranno a Roma per una nuova Visita ad Limina.

In questi undici anni, la Chiesa umbra è cambiata molto. Nella fotografia scattata allora insieme al pontefice, i vescovi umbri erano otto mentre stavolta saranno in sei e soltanto tre - Boccardo, Sigismondi e Sorrentino c’erano anche allora. Da quasi due anni, proprio Papa Francesco ha unito in persona Episcopi, cioè nella figura e nel ministero del vescovo, le diocesi di Assisi e Foligno e quelle di Gubbio e Città di Castello. Segno dei tempi e di una presenza che muta con essi.

Cambiamenti che non andrebbero subiti, come se le Chiese locali giocassero una partita solo chiudendosi in difesa. La sfida - come il Papa ripete spesso - è rilanciare l’evangelizzazione con nuovo spirito missionario, con meno strutture (e sovrastrutture), più impegno pastorale e soprattutto la testimonianza di ogni battezzato del popolo di Dio. Speranze che i vescovi umbri affidano alla liturgia che lunedì mattina presto celebreranno tutti insieme nella basilica di San Pietro, prima di incontrare in udienza il santo Padre e aprire una settimana densa di appuntamenti con i responsabili dei vari dicasteri vaticani. Non solo e non tanto una “pratica” amministrativa, quanto piuttosto un dialogo per tracciare i passi di una Chiesa locale che non smette mai di camminare.

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I vescovi umbri alla visita ad limina nel 2013 in Vaticano, al centro papa Francesco

Sono trascorsi quasi undici anni dall’ultima Visita ad Limina dei Vescovi umbri in Vaticano. Nell’aprile 2013, quando i pastori delle nostre Chiese locali incontrarono Papa Francesco, il Santo Padre era arrivato sulla cattedra di Pietro da una quarantina di giorni. Subito dopo Benedetto XVI, era il secondo pontefice a prendere il nome di un santo umbro, il primo a scegliere quello di Francesco d’Assisi. Allora, i vescovi umbri non si erano lasciati sfuggire l’occasione di invitare Bergoglio proprio nella città serafica per la festa del 4 ottobre, visto che in quell’anno l’Umbria avrebbe offerto l’olio per la lampada votiva accesa sulla tomba del Santo.

Non era mancata la raccomandazione del Papa a “essere vicini alla gente, andare nelle periferie, che non sono solo geografiche, ma anche del cuore”. “So bene che ciò è un rischio per la Chiesa - aveva commentato il santo Padre - , ma preferisco una Chiesa ferita a una Chiesa malata”. Il volto della Chiesa di Francesco era già ben delineato, poco più di un mese dopo la sua elezione. La prossima settimana, dal 18 al 22 marzo, i pastori delle diocesi dell’Umbria torneranno a Roma per una nuova Visita ad Limina.

In questi undici anni, la Chiesa umbra è cambiata molto. Nella fotografia scattata allora insieme al pontefice, i vescovi umbri erano otto mentre stavolta saranno in sei e soltanto tre - Boccardo, Sigismondi e Sorrentino c’erano anche allora. Da quasi due anni, proprio Papa Francesco ha unito in persona Episcopi, cioè nella figura e nel ministero del vescovo, le diocesi di Assisi e Foligno e quelle di Gubbio e Città di Castello. Segno dei tempi e di una presenza che muta con essi.

Cambiamenti che non andrebbero subiti, come se le Chiese locali giocassero una partita solo chiudendosi in difesa. La sfida - come il Papa ripete spesso - è rilanciare l’evangelizzazione con nuovo spirito missionario, con meno strutture (e sovrastrutture), più impegno pastorale e soprattutto la testimonianza di ogni battezzato del popolo di Dio. Speranze che i vescovi umbri affidano alla liturgia che lunedì mattina presto celebreranno tutti insieme nella basilica di San Pietro, prima di incontrare in udienza il santo Padre e aprire una settimana densa di appuntamenti con i responsabili dei vari dicasteri vaticani. Non solo e non tanto una “pratica” amministrativa, quanto piuttosto un dialogo per tracciare i passi di una Chiesa locale che non smette mai di camminare.

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“Dobbiamo aprire il cielo per dare speranza” https://www.lavoce.it/dobbiamo-aprire-il-cielo-per-dare-speranza/ Fri, 20 Feb 2015 11:21:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30406 Donne in preghiera per la pace nella città ucraina di Luhansk orientale
Donne in preghiera per la pace nella città ucraina di Luhansk orientale

Proprio in questi giorni i vescovi cattolici ucraini sono in Visita ad limina in Vaticano dove, come da prassi, sono ricevuti da vari Dicasteri e dallo stesso Papa Francesco che non manca di fare appelli affinché le armi lascino spazio al dialogo.

Tra i circa trenta vescovi delle quattro chiese cattoliche ucraine (quattro perché di quattro “Riti” differenti: latino, greco cattolico, armeno, ruteno) c’è anche Radoslaw Zmitrowicz, missionario degli Oblati di Maria Immacolata, vescovo ausiliare della diocesi ucraina di Rito latino di Kamyanets- Podilskyi.

Mons. Zmitrowicz ha trascorso a Perugia le ultime settimane frequentando i corsi di italiano all’Università per Stranieri e collaborando con la parrocchia di Ferro di Cavallo nella quale risiedeva.

Ma perché un vescovo ausiliare viene a studiare l’italiano? Quando lo incontriamo sabato mattina nello spazio parrocchiale in cui è ospitato parla con fatica per la tosse che un’influenza gli ha lasciato, ma non si sottrae neppure a questa curiosità. “Studio l’italiano perché è la lingua della Chiesa”, risponde.

Poi mi parla dell’Ucraina, delle sofferenze del popolo ucraino fatto di polacchi, russi, armeni, ucraini, del desiderio anche comprensibile che i russi hanno di amare la loro cultura e di vivere in territorio russo, “ma la guerra – dice mons. Zmitrowicz – è un prezzo troppo alto!”.

La maggioranza della società è per la pace, e le diverse Chiese cattoliche insieme alle Chiese ortodosse promuovono incontri di preghiera per la pace. Sono segni di comunione in un paese in cui la divisione politica attraversa anche i cristiani delle diverse Chiese. Le difficoltà maggiori sono con la Chiesa ortodossa di Kiev che appartiene al Patriarcato di Mosca il quale condanna la guerra ma ritiene un pericolo per il popolo l’adesione all’Unione europea vista come portatrice di una cultura negativa (per esempio sui temi del’eutanasia, aborto, matrimoni gay, ecc). Il 2 marzo di un anno fa il responsabile della comunicazione Vsevolod Chaplin dichiarava al quotidiano Ukrainskaya Pravda che l’intervento militare russo in Ucraina era una “missione di pace” e auspicava che le operazioni russe “per proteggere la libertà, l’identità e la vita dei russi che vogliono tornare uniti nel loro territorio storico, non incontrino resistenza”. E aggiungeva “nessuno vuole spargimenti di sangue e rendere più profondo il divario che già esiste fra gli ortodossi sul territorio della russia storica” riferendosi alla grande Russia che includeva parte del territorio della Russia attuale, ucraina e Bielorussia.

La Chiesa cattolica si trova in un certo senso in mezzo, consapevole dell’aggressione culturale dell’Europa da un lato, l’aggressione della Russia dall’altro. In questa situazione, però, mons. Zmitrowicz indica una via che vada al fondo del problema.

“Il lavoro della Chiesa, dei cristiani, è aiutare la gente a scoprire l’amore di Dio perchè all’inizio tutti vogliono cambiare la situazione in meglio ma quando entrano in politica non ci riescono perché senza Dio nel cuore, senza vicinanza con i poveri non si cambia opinione”.

Non basta l’educazione o la formazione perché quello che manca è la speranza. Così mons. Zmitrowicz insiste sulla forza anche sociale della conversione. “La gente ha creduto al comunismo che prometteva il paradiso in terra. La promessa non si è realizzata ma è rimasta la ricerca il benessere qui su questa terra, e dunque ricerca di potere di avere su cui cresce la corruzione”.

In questa situazione, aggiunge, la cosa “più importante è dare l’amore di Dio, il Vangelo”.

Anche se la maggioranza degli ucraini dice di credere in Dio ha una fede a livello molto naturale. Una cosa buona, commenta mons. Zmitrowicz, “ma non cambia l’uomo. Non da speranza di felicità. La Storia dell’Ucraina è piena di sofferenza, gli uomni non hanno speranza, pensano che niente cambierà. Solo chi ha fatto esperienza della risurrezione di Cristo potrà pensare che si può cambiare il futuro dell’Ucraina. Questo è importante per il suo futuro”.

“La nostra missione è aprire il cielo per dare speranza”.

 

Chiese in Ucraina

L’Ucraina è, dopo la Russia, la nazione più popolata tra quelle nate dal crollo dell’Unione Sovietica; il Paese conta circa 46 milioni di abitanti. La Chiesa cattolica è presente nel Paese con circoscrizioni ecclesiastiche appartenenti a quattro diversi riti liturgici: latino, ruteno, armeno e greco-cattolico. La comunità più numerosa è quella greco-cattolica. La diocesi di Kam’janec’- Podil’s’kyj è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell’arcidiocesi di Leopoli (L’viv). Nel 2013 contava 250.000 battezzati su 3 milioni di abitanti. È attualmente retta dal vescovo Maksymilian Leonid Dubrawski, dei Frati minori. Il gruppo religioso più diffuso è la Chiesa ortodossa, che tuttavia è suddivisa in tre tronconi: la Chiesa ortodossa ucraina legata al Patriarcato di Mosca, la Chiesa ortodossa ucraina legata al Patriarcato di Kiev, e la Chiesa “autocefala” (indipendente) ortodossa ucraina. I protestanti – in senso lato – sono circa un milione, e il loro numero è notevolmente cresciuto dopo l’indipendenza del Paese. Il gruppo più consistente è quello dei pentecostali (oltre 300.000), seguito dagli evangelici (150.000 fedeli); si contano poi calvinisti, testimoni di Geova, luterani, metodisti, avventisti del Settimo giorno e mormoni.

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Dal Papa come fratelli https://www.lavoce.it/dal-papa-come-fratelli/ Tue, 23 Apr 2013 13:18:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=16386 vescovi-umbria-papa-francesco-2Papa Francesco invitato per san Francesco

“Sono qui per ascoltare. Se il Presidente vuole introdurre…”. Così Papa Francesco ha aperto l’incontro con i vescovi delle otto diocesi dell’Umbria ricevuti in Vaticano lunedì mattina 22 aprile per la “visita ad limina apostolorum”, dando la parola all’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve mons. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale umbra.

È iniziato così il dialogo in cui il Papa si è rivolto ai vescovi umbri passando da un rispettoso “Lei” iniziale ad un più fraterno “tu” nel corso dell’incontro durato una trentina di minuti in più dell’ora programmata.

Mons. Bassetti, parlando anche a nome dei suoi confratelli, ha espresso la gioia per la sua elezione e per avere gli ultimi due papi scelto il nome di due grandi santi della terra umbra, Benedetto e Francesco, ragine per cui, ha aggiunto, “sentiamo uno speciale legame di comunione con la sede apostolica”. Mons Bassetti ha poi sottolineato la collaborazione e la comunione che lega le otto diocesi della regione con i loro circa 600 sacerdoti diocesani e le numerose comunità religiose e le aggregazioni laicali. Ha quindi descritto al Papa la nostra regione, con i suoi problemi e le sue bellezze spiegando che è chiamata il “cuore verde d’Italia” e che ha un lago, il Trasimeno, “che somiglia al lago di Tiberiade” anzi, ha aggiunto con il suo tono scherzoso, è “anche più bello!”.

A nome di tutti i Vescovi mons. Bassetti ha consegnato al Santo Padre la lettera con la quale lo invitano ad Assisi il prossimo 4 ottobre, festa di san Francesco Patrono d’Italia, affinché possa essere il successore di Pietro a presiedere le celebrazioni francescane. “Quest’anno toccherebbe a me presiedere perché sarà l’Umbria ad offrire l’olio per la lampada – ha detto Bassetti con il suo accento toscano – ma si immagina – ha aggiunto – la gioia suprema di avere con noi il Papa!”. Papa Francesco ha ringraziato per l’invito esprimendo il desiderio di visitare Assisi, dove non è mai stato, anche se per il momento non ha indicato alcuna possibile data.

Poi i singoli vescovi hanno presentato al Papa, che ha ascoltato con molta attenzione ed interesse, le comunità diocesane loro affidate.

Papa Francesco ha esortato i Vescovi umbri a “perseverare nella Misericordia e ad essere non i controllori della fede, ma i facilitatori di essa”. Ha raccomandato loro di “essere vicini alla gente, di andare nelle periferie, che non sono solo geografiche, ma anche del cuore. So bene che ciò è un rischio per la Chiesa – ha commentato il Santo Padre –, ma preferisco una Chiesa ferita sulle strade, piuttosto che malata e ripiegata su se stessa”.

Il Papa ha ripetuto anche ai vescovi umbri l’invito ad essere “pastori”, ad “avere premura per le pecore” poiché “non basta accarezzarne la lana ma bisogna averne cura e cercare le disperse”. Ha quindi parlato di nuova evangelizzazione e riferendosi alla pastorale del laicato ha detto che “la Chiesa non può essere la baby sitter dei laici”.

Inoltre, ha raccomandato i vescovi a stare vicino ai giovani ed ha auspicato che anche in Umbria possano contare su preti appassionati e capaci di guidarli alla ricerca della loro vocazione. Altro aspetto su cui si è soffermato il Papa è stato la famiglia, “che merita tutta l’attenzione di noi vescovi e la dobbiamo promuovere a tutti i livelli”.

“Stiamo andando verso una primavera della Chiesa che non ci si immagina” ha commentato a La Voce l’arcivescovo Bassetti.

Entusiasta dell’incontro anche il vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino. “La mia gioia è sicuramente la gioia di tutta quanta la Chiesa assisana. Mi hanno detto: ‘Dica a Papa Francesco che gli vogliamo bene e che lo aspettiamo!’. Mi sembrava che in quel momento, tutta quanta la Chiesa di Assisi era con me” ha detto ai microfoni di Radio vaticana subito dopo l’incontro.

I doni che simboleggiano l’Umbria

È stato un incontro molto familiare, durato più di un’ora e mezza, quello tra Papa Francesco e gli Arcivescovi e Vescovi umbri Gualtiero Bassetti di Perugia-Città della Pieve, Domenico Sorrentino di Assisi-Nocera Umbria-Gualdo Tadino, Renato Boccardo di Spoleto-Norcia, Mario Ceccobelli di Gubbio, Benedetto Tuzia di Orvieto-Todi, Domenico Cancian di Città di Castello, Gualtiero Sigismondi di Foligno, Ernesto Vecchi di Terni-Narni-Amelia. Il Papa ha accolto in Vaticano la delegazione umbra formata, oltre che dai Vescovi titolari, dagli emeriti mons. Giuseppe Chiaretti e mons. Pietro Bottaccioli, dai vicari generali delle diocesi e dal segretario aggiunto della Ceu Amilcare Conti, unico laico della delegazione che ha porato in dono a Papa Francesco una brocca con catino in ceramica di Deruta con asciugamano in lino prodotto dalle telerie artigianali “Brozzetti” di Perugia, simbolo della lavanda dei piedi, e, d’intesa con la ditta “Grifo Latte”, 500 litri di latte che Papa Francesco destinerà ai poveri delle mense di Roma. Altri doni sono giunti al Papa, tra cui una grande foto di Assisi al tramonto, dono di un fotografo di Assisi, il libro-guida Le vie di Francesco di mons. Paolo Giulietti, un rasoio in lama con il pennello da barba e un rosario dono di un artigiano di Ponte San Giovanni di Perugia, i dolci delle monache di clausura di Gubbio e anche altre pubblicazioni. Oltre ai doni, i Vescovi hanno affidato al Papa anche lettere di fedeli o di sacerdoti richiedenti una preghiera. Il Papa ha salutato uno ad uno i membri della delegazione con un tratto molto fraterno, donando a ciascun vescovo una croce pettorale e una busta contenente rosari benedetti e immaginette con gli auguri del Papa per la Pasqua. Al termine dell’incontro Papa e vescovi hanno recitato insieme l’Ave Maria e Francesco li ha benedetti invitandoli a portare questa benedizione al popolo di Dio loro affidato.

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I vescovi umbri ricevuti da Papa Francesco https://www.lavoce.it/i-vescovi-umbri-ricevuti-da-papa-francesco/ Mon, 22 Apr 2013 10:56:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=16305 vescovi-umbri-papa-francescoÈ durato un’ora e mezza l’incontro dei vescovi delle otto diocesi umbre con Papa Francesco che li ha ricevuti questa mattina alle 11. Un incontro cordiale e disteso in cui il Papa ha parlato ‘a braccio’, hanno riferito i presuli. La prima giornata della Visita ad limina è iniziata questa mattina alle 7.15 con la concelebrazione della Messa in San Pietro, presenti i vescovi, gli emeriti e i vicari generali delle diocesi di Perugia- Città della Pieve, Spoleto – Norcia, Assisi – Nocera Umbra – Gualdo tadino, Città di Castello, Gubbio, Terni – Narni – Amelia, Foligno. Prima dell’udienza con il Papa i Vescovi sono stati ricevuti dalla Congregazione per i Vescovi. La prima giornata si conclude con l’incontro al Pontificio Consiglio per la famiglia, ospiti di mons. Vincenzo Paglia. La Visita ad limina si conclude mercoledì. In mattinata i Vescovi sono attesi alla Congregazione per il Clero, alla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e alla Congregazione per l’Educazione Cattolica. La Visita ad Limina si concluderà con la celebrazione eucaristica nella Basilica di S. Paolo fuori le mura, in programma alle 16.00.

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Il comunicato della Conferenza episcopale umbra (clicca qui). L’intervista di mons. Domenico Sorrentino a Radio Vaticana (clicca qui)

Vedi il servizio fotografico dell’Osservatore Romano (clicca qui)

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I nostri Vescovi vanno dal Papa https://www.lavoce.it/i-nostri-vescovi-vanno-dal-papa/ Thu, 18 Apr 2013 12:57:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=16282 Vaticano-san-pietroGli otto Vescovi dell’Umbria la prossima settimana, lunedì 22 e mercoledì 24 aprile, saranno in Vaticano, accolti da Papa Francesco per la visita che era stata già programmata prima che Benedetto XVI lasciasse la sede pontificia per ritirarsi a vita privata. Il nuovo Papa ha rimesso in moto questo rituale antico che si chiama “Visita ad limina apostolorum”, un’antica tradizione che si vuole legare idealmente alla visita che fece l’apostolo Paolo a Pietro, raccontata dallo stesso Paolo nella Lettera ai Galati, dove dice di essere rimasto 15 giorni presso Pietro per rendergli conto della sua attività apostolica presso i pagani. Il significato proprio di questa tradizione, che coinvolge le diocesi e quindi i vescovi di tutto il mondo, consiste nell’affermazione e riconferma periodica della stretta relazione dei vescovi di tutta la Chiesa con la Chiesa di Roma “che presiede la carità” e il suo Vescovo, successore di Pietro. È incluso anche il significato di pellegrinaggio alle tombe dei due apostoli Pietro e Paolo fondatori della Chiesa di Roma. Quest’anno pertanto non solo gli umbri, ma tutti i vescovi delle 226 diocesi italiane, raggruppate in 16 regioni ecclesiastiche, a turno si sono recate o si recheranno a Roma. È evidente che in queste visite prevale l’aspetto simbolico e il valore ecclesiale di comunione fraterna delle Chiese locali con la Chiesa di Roma e tra di loro. Vi è anche il significato spirituale e educativo del superamento dell’individualismo ecclesiastico autoreferenziale che potrebbe rappresentare una tentazione di alcune comunità ripiegate su se stesse peccando di autosufficienza. Nelle visite ad limina infatti, l’incontro con il Vescovo di Roma avviene con le conferenze regionali, per cui la dimensione regionale assume un significato anche istituzionalmente riconosciuto. Questo settimanale annota tale aspetto in quanto in Umbria si è avuta per prima in Italia l’attivazione di iniziative pastorali e di comunicazione a livello regionale. Si deve tuttavia dire che a Roma i Vescovi portano i risultati e i progetti pastorali e anche i problemi dei territori, le difficoltà, le questioni aperte e persino quegli aspetti economici che possono avere un peso sulla vita dei fedeli. In questo momento i nostri Vescovi non mancheranno di comunicare a Papa Francesco la sofferenza di tante famiglie umbre che mancano di lavoro e di risorse economiche sufficienti per vivere serenamente e per le quali hanno attivato un Fondo di solidarietà che ha svolto un ruolo importante per rispondere alle urgenze più gravi. Sappiamo che già moltissimi Vescovi italiani che hanno avuto un contatto con il Papa lo hanno invitato a visitare le loro diocesi. Sarà però certamente molto più appropriato e convincente l’invito che i Vescovi umbri faranno di recarsi per primo nella terra di Francesco di Assisi, che dopo Roma, è divenuta la sua terra. Esprimeranno anche la gioia e l’entusiasmo con cui gli umbri, tutti, lo accoglieranno a braccia aperte.

Cosa porteranno a Roma i Vescovi dell’Umbria

Vaticano-Papa-Francesco-presiede-Santa-Messa-CrismaleI Vescovi delle otto diocesi dell’Umbria si presentano alla Visita “ad limina” portando tutta una serie di documenti che vanno dalle schede redatte per ogni settore della diocesi, ai dati statistici (abitanti, preti, religiosi, aggregazioni laicali), dai bilanci economici agli statuti degli organismi pastorali. In quelle carte vi è, per così dire, il ritratto della diocesi che ciascun Vescovo presenterà, di persona, alle Congregazioni competenti ed al Papa. La “visita ad limina apostolorum” dei vescovi umbri inizia lunedì 22 aprile alle 7.15 del mattino con la celebrazione della messa all’Altare della tomba di San Pietro e si concluderà mercoledì 24 aprile con la messa celebrata nella basilica di San Paolo fuori le mura. In mezzo ci sono gli incontri con la Congregazione per i vescovi e il Pontificio consiglio per la famiglia (lunedì), con le Congregazioni per il clero, per gli istituti di vita consacrata e per l’educazione cattolica (martedì in Vaticano è festa per l’onomastico del Papa). Al Papa e alle Congregazioni verranno presentate le singole diocesi per cui anche se i Vescovi sono chiamati a Roma regione per regione e pur non essendo prevista una presentazione “regionale” saranno evidenziati gli aspetti comuni. Ne sottolinea alcuni l’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve mons. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale umbra. In tutte le diocesi umbre ci si sta muovendo verso le unità pastorali, “una scelta che si rivelerà feconda aprendo nuovi spazi di servizio e di corresponsabilità per il laicato” commenta mons. Bassetti annunciando la prossima pubblicazione di un documento sulle unità pastorali che sarà firmato da tutti i vescovi umbri. Una scelta forse stimolata dalla scarsità di clero “fecondo stimolo – aggiunge mons. Bassetti – a pervenire a quella corresponsabilità che il Concilio ha indicato quale espressione matura della dignità e del ministero del battezzato in seno alla Chiesa”. E tra le cose che, guardando al futuro accomunano le diocesi umbre, mons. Bassetti aggiunge “Un impegno grande e decisivo” per una Chiesa “convintamente ed efficacemente missionaria”.

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La Roma degli umbri https://www.lavoce.it/la-roma-degli-umbri/ Fri, 23 Feb 2007 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5693 Erano ben dodici i vescovi umbri presenti nella basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, per la celebrazione eucaristica di martedì 20 febbraio scorso. in occasione della visita ad limina. Sì, dodici. Non solo, quindi, gli otto presuli attuali delle nostre Chiese, ma anche mons. Sergio Goretti, mons. Pietro Bottaccioli e mons. Franco Gualdrini. Insieme a loro, il Segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Betori, di origine folignate, che non ha voluto mancare a questo appuntamento, promosso dagli stessi vescovi per radunare, nel corso delle giornate delle visitae ad limina apostolorum, tanti umbri residenti a Roma. L’occasione della celebrazione è stata data proprio dalla contemporanea presenza degli otto vescovi nella capitale della cristianità per il colloquio che periodicamente i pastori della Chiesa sono tenuti ad avere con il Papa. E proprio dalla Visita mons. Chiaretti, presidente della Conferenza episcopale umbra e celebrante principale dell’Eucaristia di martedì, è voluto partire nella sua omelia, spiegandone il significato e parlando un po’ del suo colloquio personale con Benedetto XVI. Ha ricordato, in particolare, l’incoraggiamento ricevuto dal Successore di Pietro, e l’assicurazione del suo sostegno per ogni azione pastorale. È passato, quindi, a salutare gli umbri presenti in basilica, ricordando che sono circa 45 mila i cittadini nati in Umbria e residenti a Roma. A loro il Presidente della Ceu ha detto di portare con fierezza la propria identità cristiana, forgiata nella terra di numerosi santi e beati. Il dato riportato da monsignor Chiaretti all’omelia è stato ricavato da una recente stima effettuata dall’Associazione degli Umbri a Roma, il cui presidente, l’onorevole Massimo Palombi, era presente alla messa in basilica. ‘Una stima’, ha precisato al termine della celebrazione, ‘che però non tiene conto di quella seconda generazione di umbri nati a Roma, contando i quali si potrebbe raggiungere la cifra di 100 mila persone’. L’Associazione, fondata nel 1980, conta un migliaio di iscritti, ed è stata creata per ‘facilitare la conoscenza e stimolare l’incontro tra gli umbri che vivono o lavorano nella capitale, promovendo e organizzando manifestazioni, riunioni e convegni tra cui il Premio Umbriaroma’. Il Premio è destinato a personalità umbre che si sono distinte per la loro attività a Roma, e romani (o residenti a Roma) che hanno svolto attività in Umbria o semplicemente l’hanno scelta come terra di adozione. Nel 2006 il Premio è stato assegnato a monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia.

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Visita ad limina. Mons. Paglia da Benedetto XVI: la parola di Dio è tornata nella coscienza dei ternani https://www.lavoce.it/visita-ad-limina-mons-paglia-da-benedetto-xvi-la-parola-di-dio-e-tornata-nella-coscienza-dei-ternani/ Thu, 22 Feb 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5706 que giorni intensi per la Chiesa umbra e diocesana, impegnata con i rispettivi vescovi nella visita ad Limina apostolorum, ossia gli incontri quinquennali dei vescovi di tutto il mondo con il papa. Un’occasione per portare a Benedetto XVI le difficoltà e le speranze di ogni realtà locale e ripartire con un nuovo slancio. Se in origine le visite avevano un carattere molto formale, da diversi anni sono diventate uno strumento utile di conoscenza reciproca e di stimoli pastorali. Cinque anni di vita pastorale che coincidono anche con l’episcopato di mons. Paglia in diocesi, e che si potrebbe scandire con tre icone: l’icona di Emmaus, che richiama la centralità della Pasqua nella vita della Chiesa; l’icona di Maria la sorella di Lazzaro ai piedi di Gesù, che mostra il primato della preghiera e dell’ascolto; l’icona del Buon Samaritano, che manifesta il primato della carità. Immagini che delineano il cammino della diocesi in questi anni e che è stato presentato dal vescovo al Papa. Il punto di partenza è stato la centralità della Domenica e della Liturgia Eucaristica. La convinzione che la celebrazione della Domenica resta uno dei doni più preziosi che la Chiesa può fare alla città degli uomini e, nello stesso tempo, il momento per eccellenza nel quale la comunità cristiana si ritrova, hanno spinto a coinvolgere l’attenzione di tutti su questo punto. La scelta di iniziare dall’Eucarestia domenicale ha concentrato gli sforzi di tutti perché divenisse davvero ‘a fonte ed il culmine’della vita cristiana. Ciascun momento della Liturgia è stato con pazienza approfondito, riscoperto, reinterpretato. L’episodio di Emmaus ha spinto a concentrare l’attenzione sulla ‘liturgia della Parola’, affinché il primato della parola di Dio ritornasse ad essere centrale nella coscienza dei fedeli. In questa prospettiva è stato consegnato, ogni anno, un libro della Bibbia, commentato dal vescovo, ad ogni persona della diocesi. L’intento è ridare in mano a tutti le Sante Scritture perché divengano il libro ordinario della preghiera. Si è così avviata una sorta di lectio divina popolare. In questo anno l’attenzione pastorale è centrata sulla terza prospettiva pastorale: la carità. Di qui si apre la responsabilità della comunità cristiana e di ogni singolo fedele di fronte alla città degli uomini per testimoniare quella eredità di amore propria del cristianesimo. Questa più larga coscienza della vita cristiana richiede un impegno ben più attento, di una maggiore coscienza del Vangelo e di una maggiore generosità nello spendere la propria vita per gli altri a partire dai più poveri.

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Dialogo costruttivo per l’unità https://www.lavoce.it/dialogo-costruttivo-per-lunita/ Thu, 15 Feb 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5682 Una settimana bellissima, insieme, per raccontare al Papa e ai suoi collaboratori le gioie e le speranze dell’Umbria. Noi vescovi di questa Regione stiamo avviando la visita ad limina apostolorum. È dall’epoca più antica che i pastori delle Chiese particolari si incontrano periodicamente con il successore di Pietro, per rinnovare i vincoli di fraternità e condividere prospettive e problemi. La prassi attuale della Chiesa latina è che ogni cinque anni tutto l’episcopato vada a Roma. Il termine medievale di questo atto rammenta il pellegrinaggio, il gesto di varcare la porta delle basiliche romane, per andare a ‘venerare le tombe dei beati apostoli Pietro e Paolo’. È pia consuetudine andare in preghiera alle quattro basiliche maggiori dell’Urbe, quelle legate particolarmente al Papa e per ciò dette ‘patriarcali’: San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le Mura, Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano, che è la cattedrale del Papa. Tutti sanno che Giovanni Paolo II per ben dodici volte visitò l’Umbria; forse è meno noto il suo diretto coinvolgimento nelle questioni della Chiesa nella nostra Regione. A lui dobbiamo alcuni degli indirizzi fondamentali che hanno segnato la nostra vicinanza alla gente, gli obiettivi di carità, l’interesse per la famiglia, l’impegno per i giovani. La prossima settimana sarà l’occasione per una utile verifica del lavoro fatto. Benedetto XVI ha un così forte legame con la nostra realtà che, appena eletto Papa, ha scelto per sé il nome del più antico dei nostri grandi santi. Il 17 giugno prossimo verrà in Assisi, nel cuore della Regione, ad incontrare tutto il nostro popolo: presso il Sacro Convento si conservano le spoglie mortali del santo Poverello; presso la Porziuncola di Santa Maria degli Angeli il progetto e la prima fraternità. Non vi è Chiesa particolare dell’Umbria dove san Francesco e i suoi frati non siano passati beneficando. In tutto il mondo è chiamato ‘serafico padre’; da noi è figlio di queste antiche Chiese, che vantano ascendenza apostolica. Andremo a Roma la settimana prossima noi vescovi e, uno ad uno, ci incontreremo col Papa. Non sarà soltanto una visita di cortesia. La voglia di delineare l’identità specifica di ciascuna nostra diocesi ci ha portato, in questi ultimi mesi, a raccogliere ogni aggiornata informazione che potesse essere utile: a far sintesi di quanto gli organi partecipativi delle diocesi ci hanno chiesto di rappresentare al Papa. Ai vari dicasteri della Curia romana, cioè ai collaboratori del Papa per ogni singola materia della vita ecclesiale, abbiamo già fornito la nostra visione sullo ‘stato della Chiesa in Umbria’, come con parola di gergo si dice. Il senso di quel che andiamo a fare è un dialogo costruttivo che assicura l’unità e la molteplicità delle esperienze ecclesiali: è quello che, con parola del linguaggio teologico, si definisce la comunione tra le Chiese. È un’esperienza molto significativa di interrelazione tra noi vescovi umbri e la Chiesa di Pietro e di Paolo, che la tradizione antica chiama a ‘presiedere nella carità’. Mercoledì 21 avvieremo la Quaresima insieme col Papa nei gesti dell’umiltà, significando, anche con la nostra assenza dalle rispettive diocesi, che è il Signore che guida la Chiesa, non noi. A noi tocca solo di far da vicari, cercando di farlo nel migliore dei modi che sappiamo. Martedì 20, alle 18, saremo nella basilica di Santa Maria Maggiore: gli umbri che stanno a Roma e quanti dalla nostra Regione vorranno venire nel più antico santuario mariano della terra, presenteranno a Dio e alla sua santissima Madre ‘le gioie e le speranze, le tristezze le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono’, facendo eco alla preghiera che da secoli gli umbri rivolgono a Maria, invocata con fiducia coi bei titoli della nostra tradizione.

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