via Francigena Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/via-francigena/ Settimanale di informazione regionale Fri, 19 Aug 2022 10:31:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg via Francigena Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/via-francigena/ 32 32 ‘Insuperabile’, la staffetta dell’inclusione sulle orme di San Francesco fa tappa in Umbria https://www.lavoce.it/insuperabile-la-staffetta-dellinclusione-sulle-orme-di-san-francesco-fa-tappa-in-umbria/ Fri, 19 Aug 2022 10:20:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68013 Insuperabile 2021

Insuperabile, la seconda edizione della staffetta dell'inclusione sulle orme di San Francesco fa tappa in Umbria dal 24 agosto al 3 settembre. Nata da un’idea del dottor Gabriele Rosa con le associazioni LAMU Libera Accademia del Movimento Utile e ASD Rosa Running Team, grazie alla collaborazione di Se Vuoi Puoi e Pedalabile, partita lo scorso 14 agosto da Proceno alle porte di Roma, arriverà nella nostra regione mercoledì 24 a Spoleto per poi passare ad Assisi, Città di Castello fino alle pendici dell’Appennino al Santuario della Verna seguendo il percorso della Via di Francesco. Forte dell’esperienza maturata nel 2021 lungo la Via Francigena, il progetto ha saputo attirare per il 2022 molti i gruppi di persone con diverse fragilità, patologie e disabilità che seguiranno a passo lento le vie legate alla memoria del santo di Assisi, passandosi un simbolico testimone di speranza, rinascita e di nuove aperture verso l’indipendenza, l’autosufficienza e la fiducia in sé stessi, quale opportunità per tutti. Tra queste l’Associazione Aole, Diversamente Odv, Progetto Filippide, la Cooperativa sociale Lavorare insieme e la Cooperativa San Martino.

Insuperabile, non solo una camminata

Insuperabile, è, quindi, una camminata che si preannuncia anche quest'anno ricca di incontri e momenti di confronto tra i camminatori e le istituzioni locali che, come già successo nella precedente edizione, desiderano accogliere l’importanza di questo profondo messaggio di inclusione e solidarietà aprendo le porte dei propri comuni e borghi al dialogo. Sono, infatti, molti gli enti locali, oltre a Provincia di Brescia e Regione Lombardia, che hanno patrocinato la manifestazione sottolineando la volontà di avere una voce attiva nella diffusione di questo importante messaggio. Tra questi le tre regioni attraversate dalla Via di Francesco: Lazio, Umbria e Toscana. Tra gli incontri, il più importante torna ad essere quello con Papa Francesco in Vaticano, in occasione del passaggio dei gruppi da Roma, che ha salutato nuovamente i camminatori infondendo loro coraggio e forza.  ]]>
Insuperabile 2021

Insuperabile, la seconda edizione della staffetta dell'inclusione sulle orme di San Francesco fa tappa in Umbria dal 24 agosto al 3 settembre. Nata da un’idea del dottor Gabriele Rosa con le associazioni LAMU Libera Accademia del Movimento Utile e ASD Rosa Running Team, grazie alla collaborazione di Se Vuoi Puoi e Pedalabile, partita lo scorso 14 agosto da Proceno alle porte di Roma, arriverà nella nostra regione mercoledì 24 a Spoleto per poi passare ad Assisi, Città di Castello fino alle pendici dell’Appennino al Santuario della Verna seguendo il percorso della Via di Francesco. Forte dell’esperienza maturata nel 2021 lungo la Via Francigena, il progetto ha saputo attirare per il 2022 molti i gruppi di persone con diverse fragilità, patologie e disabilità che seguiranno a passo lento le vie legate alla memoria del santo di Assisi, passandosi un simbolico testimone di speranza, rinascita e di nuove aperture verso l’indipendenza, l’autosufficienza e la fiducia in sé stessi, quale opportunità per tutti. Tra queste l’Associazione Aole, Diversamente Odv, Progetto Filippide, la Cooperativa sociale Lavorare insieme e la Cooperativa San Martino.

Insuperabile, non solo una camminata

Insuperabile, è, quindi, una camminata che si preannuncia anche quest'anno ricca di incontri e momenti di confronto tra i camminatori e le istituzioni locali che, come già successo nella precedente edizione, desiderano accogliere l’importanza di questo profondo messaggio di inclusione e solidarietà aprendo le porte dei propri comuni e borghi al dialogo. Sono, infatti, molti gli enti locali, oltre a Provincia di Brescia e Regione Lombardia, che hanno patrocinato la manifestazione sottolineando la volontà di avere una voce attiva nella diffusione di questo importante messaggio. Tra questi le tre regioni attraversate dalla Via di Francesco: Lazio, Umbria e Toscana. Tra gli incontri, il più importante torna ad essere quello con Papa Francesco in Vaticano, in occasione del passaggio dei gruppi da Roma, che ha salutato nuovamente i camminatori infondendo loro coraggio e forza.  ]]>
Guidati da mappe spirituali https://www.lavoce.it/guidati-da-mappe-spirituali/ Wed, 24 Jun 2015 12:30:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36474 corso-beni-culturali
Mons. Tuzia in un momento di confronto con uno dei relatori intervenuti al corso

La decima edizione del corso per la formazione di volontari nella valorizzazione dei Beni culturali ecclesiastici della diocesi Orvieto-Todi, “Le vie di pellegrinaggio nella diocesi di Orvieto-Todi”, si è concluso con successo e soddisfazione da parte degli organizzatori.

Il corso è stato voluto dall’associazione “Pietre vive”, una realtà, senza scopo di lucro, attiva sul territorio diocesano che, grazie al contributo annuale della Cei, ha potuto promuovere nei dieci anni di attività importanti seminari di studio.

È stato favorito l’approfondimento di aspetti sia artistici che pastorali con un costante impegno volto a tutelare, promuovere, sostenere e accrescere la consapevolezza del bene culturale attraverso innovative forme di fruizione.

Per l’edizione 2015 è stato scelto un tema ampio e variegato, “Le vie di pellegrinaggio nella diocesi Orvieto-Todi”, quale giusto proseguimento dei due anni giubilari che hanno interessato la diocesi.

Approfondire il tema del pellegrinaggio ha permesso di conoscere la vita e la storia di tutti i gruppi – romei, giacobei, francescani, micaelici – che hanno disegnato quella che si può definire una “mappa spirituale” dei luoghi principali e secondari legati al culto dei testimoni di Dio.

Le vie percorse dai pellegrini fin dal Medioevo, da Santiago alla via Francigena, hanno avuto una forte caratterizzazione religiosa, storica ed artistica. Il pellegrinaggio, che nei secoli ha subìto varie modifiche, oggi va inteso come uno strumento di evangelizzazione in grado di dare risposte al senso della vita cristiana.

Come ha affermato mons. Tuzia a chiusura dei lavori, il pellegrinaggio può essere inteso come un esodo spaziale e temporale alla ricerca del volto di Dio. Vuole essere una forma di rieducazione alla fede, all’essenzialità nel rapporto con Dio.

Esperti relatori hanno “raccontato” ai circa 20 partecipanti, studenti, studiosi, ricercatori o semplicemente appassionati di arte e di religione provenienti dalla nostra diocesi, un excursus nel tempo e nello spazio circa le vie di pellegrinaggio, trattato sapientemente nel corso degli otto incontri formativi. Gli iscritti inoltre hanno potuto partecipare all’uscita didattica che prevedeva la visita all’oratorio di San Giovanni Decollato a Roma.

La consegna degli attestati, alla presenza del Vescovo, si terrà nelle prossime settimane al termine di una conferenza stampa in cui sarà presentato il piano di attività dell’associazione “Pietre vive”.

 

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Il Vescovo Giulietti: “Chiamatemi don Paolo” https://www.lavoce.it/il-vescovo-giulietti-chiamatemi-don-paolo/ https://www.lavoce.it/il-vescovo-giulietti-chiamatemi-don-paolo/#comments Mon, 11 Aug 2014 00:49:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27571

[caption id="attachment_27580" align="alignleft" width="313"]ordinazione don Giulietti_2 Foto A.Coli - Galleria fotografica[/caption] Gli applausi a più riprese hanno inondato al Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, domenica pomeriggio 10 agosto, per esprimere l'abbraccio caloroso a don Paolo Giulietti nel giorno della sua ordinazione episcopale. Domenica pomeriggio davvero in tanti, e dai più diversi angoli d'Italia, non  hanno voluto mancare alla liturgia presieduta dal Cardinale Gualtiero Bassetti. Dall'applauso che lo ha accolto al suo ingresso, a quello che ha segnato la lettura della Bolla pontificia di nomina, letta dal Priore della Cattedrale mons. Fausto Sciurpa; da quello che è scrosciato come un torrente montagna alla conclusione del Rito di consacrazione,  fino a quello che ha come ricambiato le parole di saluto prounciate da “don Paolo” al termine della messa. Già, “don Paolo”, così come ha chiesto di essere chiamato al termine di un breve discorso che oltre agli applausi ha strappato anche qualche risata. Al Cardinale, che nell'omelia lo aveva invitato a vivere “la metafora del seme che muore, per portare molto frutto”, ha detto “lo farò”, raccontando come si fosse dovuto impegnare per spiegarne il valore e la bellezza, ai bambini della prima comunione che alla domanda “se foste farina ti faresti mangiare? e se fossi seme ti faresti seminare?” risposero con decisione “ma manco per sogno!”. Ha quindi richiamato gli eventi non usuali dei mesi scorsi. “Fino a sei mesi fa eravamo una diocesi normale” ha detto - e qui è seguio un lungo applauso - ed ha aggiunto “Tutto ciò che è successo forse lo capiremo più aventi. Penso che ora tutto ciò ci chieda una comunione più profonda e creativa”. Infine, ha aggiunto, “rispondo a una domanda che mi hanno fatto: ‘come ti dobbiamo chiamare?’. Il Cardinale ad una risposta simile ha chiesto di essere chiamato ‘padre Vescovo’”. Don Paolo ha quindi scherzato sulla possibilità che vi siano due Padri in una Chiesa. “Con i tempi che corrono bisogna stare attenti …” ha detto, ed ha escluso anche che pur essendo “fratello nell'episcopato” possa essere chiamato “zio”! Quindi con tono serio ha concluso “io vi dico chiamatemi come vi pare, ma io preferirei essere chiamato don Paolo”. Don Paolo Giulietti è stato consacrato vescovo titolare di Termine Imerese ed ausiliare di Perugia-Città della Pieve dai cardinali consacranti Gualtiero Bassetti ed Ennio Antonelli e dall’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti. Hanno concelebrato il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, 20 vescovi tra i quali i vescovi delle diocesi dell'Umbria e i vescovi provenienti dal clero umbro, e 140 sacerdoti provenienti da diverse regioni. Tra i fedeli che gremivano la Cattedrale c'erano i rappresentanti delle Istituzioni civili del capoluogo umbro; una delegazione guidata dal sindaco Salvatore Burrafato di rappresentanti delle Istituzioni civili e di fedeli delle sei parrocchie del comune siciliano di Termini Imerese, antica diocesi della quale il neo vescovo ausiliare di Perugia è titolare; fedeli della parrocchia di origine di don Paolo, Case Bruciate, e della parrocchia da lui guidata, Ponte San Giovanni. Hanno partecipato anche sacerdoti e laici con incarichi di responsabilità presso gli Uffici Pastorali della Conferenza episcopale italiana (Cei), e numerosi membri della Confraternita di San Jacopo di Compostela, di cui mons. Giulietti è assistente spirituale. Il cardinale Bassetti all’inizio della concelebrazione ha ringraziato il Signore e il Santo Padre per i «grandi doni» che la Chiesa dell’Umbria ha ricevuto nel corso del 2014 riferendosi ai tre nuovi vescovi: mons. Giuseppe Piemontese di Terni-Narni-Amelia, ordinato il 21 giugno, mons. Nazareno Marconi, di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, ordinato nella cattedrale di Città di Castello il 13 luglio, e ora mons. Paolo Giulietti, vescovo titolare e ausiliare di Perugia-Città della Pieve. ordinazione don Giulietti_3Al momento dell’ordinazione a mons. Giulietti sono stati consegnati i “segni visibili del ministero episcopale”: il Vangelo, l’anello, lo zucchetto, la mitra e il pastorale in legno d’ulivo con il simbolo del Tau donato dal cardinale Bassetti. Mons. Giulietti è giunto a Perugia, facendo ingresso in arcivescovado, poco prima delle 14.30 di domenica, dopo aver percorso a piedi l’antica Via Francigena da Assisi a Perugia così come nei giorni scorsi, ha percorso la Via Lauretana, da Loreto ad Assisi compiendo in questo modo il suo  “ritiro spirituale” in preparazione all'ordinazione. Mons. Giulietti ha scelto il Monastero delle Clarisse di Santa Lucia in Città della Pievecele per celebrare la sua prima S. Messa da vescovo, lunedì mattina 11 agosto, solennità liturgica di Santa Chiara d’Assisi. Galleria fotografica  ]]>

[caption id="attachment_27580" align="alignleft" width="313"]ordinazione don Giulietti_2 Foto A.Coli - Galleria fotografica[/caption] Gli applausi a più riprese hanno inondato al Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, domenica pomeriggio 10 agosto, per esprimere l'abbraccio caloroso a don Paolo Giulietti nel giorno della sua ordinazione episcopale. Domenica pomeriggio davvero in tanti, e dai più diversi angoli d'Italia, non  hanno voluto mancare alla liturgia presieduta dal Cardinale Gualtiero Bassetti. Dall'applauso che lo ha accolto al suo ingresso, a quello che ha segnato la lettura della Bolla pontificia di nomina, letta dal Priore della Cattedrale mons. Fausto Sciurpa; da quello che è scrosciato come un torrente montagna alla conclusione del Rito di consacrazione,  fino a quello che ha come ricambiato le parole di saluto prounciate da “don Paolo” al termine della messa. Già, “don Paolo”, così come ha chiesto di essere chiamato al termine di un breve discorso che oltre agli applausi ha strappato anche qualche risata. Al Cardinale, che nell'omelia lo aveva invitato a vivere “la metafora del seme che muore, per portare molto frutto”, ha detto “lo farò”, raccontando come si fosse dovuto impegnare per spiegarne il valore e la bellezza, ai bambini della prima comunione che alla domanda “se foste farina ti faresti mangiare? e se fossi seme ti faresti seminare?” risposero con decisione “ma manco per sogno!”. Ha quindi richiamato gli eventi non usuali dei mesi scorsi. “Fino a sei mesi fa eravamo una diocesi normale” ha detto - e qui è seguio un lungo applauso - ed ha aggiunto “Tutto ciò che è successo forse lo capiremo più aventi. Penso che ora tutto ciò ci chieda una comunione più profonda e creativa”. Infine, ha aggiunto, “rispondo a una domanda che mi hanno fatto: ‘come ti dobbiamo chiamare?’. Il Cardinale ad una risposta simile ha chiesto di essere chiamato ‘padre Vescovo’”. Don Paolo ha quindi scherzato sulla possibilità che vi siano due Padri in una Chiesa. “Con i tempi che corrono bisogna stare attenti …” ha detto, ed ha escluso anche che pur essendo “fratello nell'episcopato” possa essere chiamato “zio”! Quindi con tono serio ha concluso “io vi dico chiamatemi come vi pare, ma io preferirei essere chiamato don Paolo”. Don Paolo Giulietti è stato consacrato vescovo titolare di Termine Imerese ed ausiliare di Perugia-Città della Pieve dai cardinali consacranti Gualtiero Bassetti ed Ennio Antonelli e dall’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti. Hanno concelebrato il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, 20 vescovi tra i quali i vescovi delle diocesi dell'Umbria e i vescovi provenienti dal clero umbro, e 140 sacerdoti provenienti da diverse regioni. Tra i fedeli che gremivano la Cattedrale c'erano i rappresentanti delle Istituzioni civili del capoluogo umbro; una delegazione guidata dal sindaco Salvatore Burrafato di rappresentanti delle Istituzioni civili e di fedeli delle sei parrocchie del comune siciliano di Termini Imerese, antica diocesi della quale il neo vescovo ausiliare di Perugia è titolare; fedeli della parrocchia di origine di don Paolo, Case Bruciate, e della parrocchia da lui guidata, Ponte San Giovanni. Hanno partecipato anche sacerdoti e laici con incarichi di responsabilità presso gli Uffici Pastorali della Conferenza episcopale italiana (Cei), e numerosi membri della Confraternita di San Jacopo di Compostela, di cui mons. Giulietti è assistente spirituale. Il cardinale Bassetti all’inizio della concelebrazione ha ringraziato il Signore e il Santo Padre per i «grandi doni» che la Chiesa dell’Umbria ha ricevuto nel corso del 2014 riferendosi ai tre nuovi vescovi: mons. Giuseppe Piemontese di Terni-Narni-Amelia, ordinato il 21 giugno, mons. Nazareno Marconi, di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, ordinato nella cattedrale di Città di Castello il 13 luglio, e ora mons. Paolo Giulietti, vescovo titolare e ausiliare di Perugia-Città della Pieve. ordinazione don Giulietti_3Al momento dell’ordinazione a mons. Giulietti sono stati consegnati i “segni visibili del ministero episcopale”: il Vangelo, l’anello, lo zucchetto, la mitra e il pastorale in legno d’ulivo con il simbolo del Tau donato dal cardinale Bassetti. Mons. Giulietti è giunto a Perugia, facendo ingresso in arcivescovado, poco prima delle 14.30 di domenica, dopo aver percorso a piedi l’antica Via Francigena da Assisi a Perugia così come nei giorni scorsi, ha percorso la Via Lauretana, da Loreto ad Assisi compiendo in questo modo il suo  “ritiro spirituale” in preparazione all'ordinazione. Mons. Giulietti ha scelto il Monastero delle Clarisse di Santa Lucia in Città della Pievecele per celebrare la sua prima S. Messa da vescovo, lunedì mattina 11 agosto, solennità liturgica di Santa Chiara d’Assisi. Galleria fotografica  ]]>
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Don Giulietti “raccontato” da chi gli è stato accanto negli anni della Cei https://www.lavoce.it/don-giulietti-raccontato-da-chi-gli-e-stato-accanto-negli-anni-della-cei/ Thu, 07 Aug 2014 13:19:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27491 Don Paolo sul Palco dell Agora dei giovani a Loreto
Don Paolo sul Palco dell Agora dei giovani a Loreto

Corresponsabilità, paternità, missionarietà: tre parole per uno stile di vita. In questo quadro esistenziale mi piace raccontare gli anni vissuti al fianco di don Paolo al Servizio nazionale di pastorale giovanile della Cei a Roma nella preparazione della partecipazione degli italiani alle Giornate mondiali della gioventù di Toronto (Canada), Colonia (Germania) e Sydney (Australia) e dell’Agorà dei giovani italiani a Loreto.

Don Paolo è stato importante per il cammino dei giovani in Italia, perché ha saputo intrecciare queste tre parole facendone un tessuto esperienzale tra tutti i componenti dell’Ufficio, i direttori regionali e il vasto mondo laicale.

La pastorale giovanile in Italia ha saputo trovare in don Paolo un fine tessitore di relazioni interpersonali, frutto di un reale e fruttuoso incontro sul territorio. I segni concreti lasciati da questo lavoro relazionale si sono concretizzati in modo particolare in due intuizioni maturate dalla sua fantasia pastorale: il triennio che la Chiesa in Italia ha dedicato al mondo giovanile con l’Agorà dei giovani italiani (2006-2008) e lo stile preparatorio nel vivere le Gmg.

A proposito di queste ultime, sua è stata la scelta di “Casa Italia”, una struttura di riferimento per i pellegrini italiani e per l’intera organizzazione dell’Ufficio e dei volontari, ottimizzando tempi, costi, attrezzature. Sempre nel contesto delle Gmg, vissute a Toronto e a Colonia, per creare maggiore sintonia e unione tra i giovani pellegrini italiani provenienti dalle varie diocesi, don Paolo si inventò la “Festa degli Italyani”: solitamente in un grande stadio dove fare festa, riflettere e rafforzare lo spirito ecclesiale di una Chiesa quale l’Italia assieme ai propri Vescovi, riuniti attorno a due simboli di fede tipicamente italiani: la croce di San Damiano e la statua della Madonna di Loreto.

Nel vederlo servire la Chiesa, mi ha insegnato la corresponsabilità ecclesiale, facendomi sentire autore e realizzatore di ciò che si pensava assieme, a piccoli tratti ma con passo costante e regolare, tipico del pellegrino – a lui ben noto. Grazie a una responsabilità tessuta dall’interno, e non imposta dall’alto, che prende vita e matura quel senso di paternità che caratterizza don Paolo, complice anche la sua stazza da uomo buono, accogliente e che per essere arrabbiato deve impegnarsi seriamente!

In tale cornice don Paolo, con discrezione e vero affetto, mi ha aiutato a divenire padre della mia vita, della famiglia e del lavoro che ho sempre amato e che amo, a servizio della Chiesa. Quando assieme a tutti componenti dell’Ufficio ci si ritrovava il lunedì mattina per la riunione programmatica della settimana, ricordo che lui ripeteva costantemente: “Di che cosa ha bisogno quella realtà, prima ancora dei nostri progetti?”. Niente era studiato a tavolino che non avesse il sapore e il profumo del vissuto, della fatica, della perseveranza che, a suo tempo, dava il frutto sperato.

I direttori regionali della Pastorale giovanile, che si sono avvicendati negli anni, hanno saputo apprezzare lo stile di paternità operativa e fattiva. Il suo amore per i giovani nasce dall’amore per Cristo, e il suo servizio in Cei è maturato nel senso di libertà interiore, fuori da ogni logica di potere. Infine sono convinto che la pastorale giovanile italiana, negli anni di servizio di don Paolo, sia cresciuta anche nel versante della missionarietà, aiutandola a vedere ogni situazione nella globalità (e complessità) dello scenario mondiale.

 

Aneddoti di vita

Mi è stato chiesto di raccontare alcune note di colore sulla vita di don Paolo. Beh, la sua risata fragorosa e contagiosa rappresenta la prima caratteristica solare. Anche perché a sorridere non è solamente il suo volto, ma tutto il corpo, che viene trasportato in una compartecipazione di gioia che travolge i presenti. Mi permetto di raccontare alcuni aneddoti, tra i tanti, che conservo nella mia memoria al fianco di don Paolo. Eravamo a Colonia per la Gmg. La base per i pellegrini italiani era Casa Italia. Don Paolo non si è mai risparmiato o tirato indietro innanzi a lavori manuali “da operaio”. Ho viva la scena di lui che sale sul “muletto” per scaricare le pedane dal camion strapieno di materiale per allestire la Segreteria dell’Ufficio, l’occorrente per squadra dei volontari e l’accoglienza dei pellegrini italiani. Su quel muletto si trovava a suo agio come se avesse fatto sempre quel lavoro. Per prepararsi alla Gmg di Colonia si era fatto tutta a piedi la via Francigena camminando per un mese intero. L’amore per la sua cara Umbria ce lo manifestò in diversi modi: ricordo quella volta che portò tutti noi dell’Ufficio Cei a Gubbio il giorno della corsa dei Ceri! Un’altro aneddoto che rappresenta una caratteristica di don Paolo, e che non potrò mai dimenticare, è la scena vissuta a Toronto, sempre in preparazione della Gmg. L’organizzazione aveva preparato per tutti i responsabili della pastorale giovanile dei singoli Paesi un concerto con ben 500 strumentisti ed elementi. Dopo i primi dieci minuti di esecuzione, alla mia destra vedo don Paolo reclinare il capo e lasciarsi andare al sonno ristoratore, pur essendo a tre metri dall’orchestra e dalla potenza sonora che ne usciva. È il caso di dire: il sonno dei giusti!

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Indagine sui Templari nelle terre dell’Umbria https://www.lavoce.it/indagine-sui-templari-nelle-terre-dellumbria/ Thu, 10 Jan 2013 14:03:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=14513 Don Pietro Diletti, colto salesiano plurilaureato, oggi parroco di Castel Gandolfo, con alle spalle un intensa attività di insegnamento e attività educativa e pastorale, per alcuni anni direttore dell’istituto Don Bosco di Perugia, si è cimentato in un lavoro di ricerca piuttosto arduo e impegnativo. Pubblicato in ben 284 pagine. Valido e decisivo collaboratore dell’opera è stato Nunzio Sardegna, che ha arricchito il lavoro andando alla ricerca delle tracce dei Templari nell’Appennino umbro-marchigiano e fornendo così una ampia documentazione di tali tracce con le 92 immagini riportate e illustrate.

Come è nato questo libro e che cosa ha spinto gli autori a compiere questa fatica lo chiarisce Diletti, tirando simpaticamente in ballo l’arcivescovo oggi emerito Giuseppe Chiaretti, appassionato di ricerche storiche, che lo ha spinto, dopo il lavoro storico compiuto da Diletti su san Prospero, a continuare le sue ricerche o sui Fagellanti o sui Templari. È prevalso l’interesse per i secondi, per due motivi evidenziati dall’autore: l’enigma racchiuso dal misterioso san Bevignate, cui il popolo perugino ha dedicato una bellissima chiesa alla periferia fuori le mura, e le numerose leggende che circolano sui “cavalieri del Tempio”, spesso ridotti a un gruppo esoterico.

Per avere un’idea sommaria del libro, basta scorgere l’indice, e ci si renderà conto della vastità degli argomenti. Si parte dalla storia della genesi della cavalleria e dalla descrizione della cavalleria romana, poi quella medievale, con riferimento ai vari significati del Graal. Un secondo capitolo tratta dell’origine delle crociate e dei cavalieri templari, le vicende tragiche e lo spirito eroico dell’ideale del cristiano illustrato da san Bernardo, secondo cui il cavaliere combattente non deve nulla temere perché, sia che viva e vinca la battaglia per il trionfo della fede cristiana, sia che muoia martire della fede, è sempre vincitore.

La necessità di combattere e le norme di vita dell’Ordine del Tempio sono raccolte nella Regola stabilita dal Concilio di Troyes (1129). Capitoli densi e documentati, che sono alla base dell’immensità di informazioni che successivamente vengono fornite, spaziando anche in campo avversario, come nel capitolo 3 dedicato ai cavalieri musulmani e di seguito ad altri Ordini cavallereschi. Nel capitolo 5 troviamo la controversa questione dell’accusa di eresia e della soppressione dell’Ordine dei Templari; si fornisce anche la bolla di soppressione di Clemente V (1312).

Fin qui la parte generale. Dal capitolo 6 il discorso si focalizza sull’Italia e sull’Umbria, con particolare riferimento al misterioso e sconosciuto san Bevignate che è presente più di quanto si possa immaginare nella tradizione culturale della città di Perugia. Nella nostra regione sono state trovate molte tracce di presenza dei Templari, i quali, avendo come compito di tutelare l’incolumità dei pellegrini che si recavano a Gerusalemme e di favorirne il lungo viaggio, si insediavano dove era particolarmente necessaria la loro presenza di monaci guerrieri, a tutela della sicurezza lungo le principali vie di comunicazione: la via Cassia / Francigena, la via della Spina, la Flaminia, la Valnerina. Una storia discussa e avvincente che qui non possiamo fare altro che segnalare.

Gli studiosi potranno anche trovare nei capitoli 7 e 8 testi che riguardano la spiritualità, il rito di investitura e la Regola dei poveri commilitoni della santa città in lingua originale latina e in traduzione. Una regola di vita religiosa rigida, in 72 norme che riguardano tutti gli aspetti interiori ed esteriori della vita.

Un indizio di quanta parte abbia avuto nell’opera anche la passione dei ricercatori e il loro entusiasmo si trova negli accenni ai ringraziamenti per tutti coloro che hanno in qualche modo partecipato alla realizzazione di questo impegnativo lavoro. Nunzio Sardegna, nella Pentecoste del 2012, conclude invitando tutti – ad imitazione dei cavalieri di Artù – a balzare in sella alla ricerca del Graal, sotto la protezione del “clemente e misericordioso Padrone del giorno del Giudizio!”.

Pietro Diletti – Nunzio Sardegna, L’Ordine del Tempio e San Bevignate. Tracce templari nell’appennino umbro-marchigiano, ed. Guerra, Perugia 2012

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In cammino per ritrovare l’armonia https://www.lavoce.it/in-cammino-per-ritrovare-larmonia/ Thu, 02 Sep 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8678 Un pellegrinaggio sulle orme del Poverello: è l’iniziativa “Da Assisi a Gubbio. Il Sentiero di Francesco”, promossa nei primi tre giorni di settembre dalle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Gubbio, d’intesa con le Famiglie francescane, e giunta alla sua seconda edizione. Il Sentiero di Francesco, lungo circa 45 km, tra stradine sterrate e tratti di strada asfaltata, attraverso le valli e i dolci pendii delle colline umbre, ripercorre i passi del Santo da Assisi, sua città natale, fino a Gubbio, la prima città che lo accolse dopo la rinuncia alle ricchezze paterne. È un percorso suggestivo e affascinante dal punto di vista naturalistico, ma è soprattutto un viaggio dell’anima. “Oltre all’itinerario fisico –  ha spiegato il vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli – Francesco ne fece un altro molto più importante e impegnativo. In questo tratto di strada, egli sperimentò una profonda riconciliazione innanzitutto con se stesso, poi con Dio, con i fratelli e con la natura”. Il vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino ha aggiunto: “Un pellegrinaggio sulle orme di Francesco che esprime una scelta di vita: riappropriarsi del mistero dell’esistenza con gli altri e con il mondo”. Questa edizione è la prima di un progetto quadriennale che, partendo dalla riconciliazione con se se stessi, toccherà anche i temi della riconciliazione con Dio, con i fratelli e la natura. Al termine della prima tappa, a Valfabbrica, significativa la testimonianza dell’eugubino Ubaldo Cecilioni, intervenuto nell’incontro condotto dal prof. Giovanni Mazzotta, che ha raccontato ai pellegrini la sua commovente esperienza di riconciliazione. Il 32enne ha perso la vista 13 anni fa nel corso di un grave incidente stradale e, dopo un lungo percorso medico e soprattutto spirituale di rinascita, oggi lavora, si è laureato, è campione nazionale di tiro con l’arco e aspirante cintura nera di judo. Proprio sul tema del rapporto con se stessi è incentrato un brano del messaggio conclusivo rivolto dalle Famiglie francescane di Assisi ai pellegrini. “Francesco – sottolineano – seppe riconoscere i suoi limiti, li seppe a poco a poco vincere confidando totalmente nella misericordia infinita di Dio. E seppe allora ‘perdonarsi’, attribuendo a Dio tutte le sue vittorie su se stesso, tutto il successo straordinario della sua avventura cristiana, tutto e pienamente il merito del movimento suscitato dalla sua intuizione”. All’interno del progetto di valorizzazione del Sentiero, parte dei cammini spirituali europei e della via Francigena di san Francesco, la diocesi di Gubbio ha realizzato anche il nuovo portale web www.ilsentierodifrancesco.it, d’ausilio a quanti nei prossimi anni, anche autonomamente, vorranno percorrerlo. Lo spazio web rappresenta una vera e propria “guida del pellegrino” per tutti coloro che sono interessati a percorrere l’intero itinerario francescano La Verna – Gubbio – Assisi, a piedi, in bicicletta oppure a cavallo. È un portale molto ricco di contenuti multimediali: oltre alle mappe interattive per vedere in anteprima il percorso da fare, presenta foto, filmati e altri contenuti dinamici. Anche le istituzioni umbre hanno sottolineato l’importanza dell’iniziativa e le potenzialità dei cammini francescani che attraversano l’Umbria, tra i quali il sentiero Assisi-Gubbio è senz’altro il segmento più noto e percorso dai pellegrini italiani e stranieri.

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Turismo: Umbria, gioca i tuoi jolly! https://www.lavoce.it/turismo-umbria-gioca-i-tuoi-jolly/ Thu, 04 Feb 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8194 La crisi economica ha colpito anche il settore turistico dell’Umbria. “Ha picchiato duro”, ha detto la presidente Lorenzetti concludendo il IV Seminario di approfondimento tematico sul turismo, organizzato mercoledì scorso dalla Regione nella magnifica biblioteca del convento di San Francesco al Monte, a Monteripido (Perugia).

“Per superarla serve la qualità dell’offerta – ha continuato la presidente -, vera nostra carta vincente: l’Umbria, un unicum per la sua capacità di attrazione, potrebbe addirittura proporre un nuovo stile di vita al mondo”. L’Umbria piace: natura dolce, affabilità, buona cucina, ottimi prodotti agroalimentari, spiritualità, fede. I turisti amano i suoi “tempi lenti”. Il nuovo slogan: “Umbria, scopri l’arte del vivere” racconta questo. Oggi, però, si zoppica. Il flusso turistico (oltre 5 milioni e 300 mila presenze nel periodo gennaio-novembre 2009) ha registrato un -7,64 per cento delle presenze e un -8,63 per cento degli arrivi sul 2008. Gli ammortizzatori sociali in deroga, pensati per altri comparti, non aiutano operatori turistici locali, non in rete tra loro. Un grave errore, ai tempi dell’accoglienza moderna.

Il nuovo bando Turismo Ambiente Cultura 2 (Tac 2) è il provvedimento di sostegno al turismo che la Regione dell’Umbria mette in campo: 41 milioni e mezzo di euro, di cui 18,5 per fare opere pubbliche. Il resto (23 milioni) andrà ai privati per migliorare la propria recettività, promo – commercializzazione e formazione. Urgono altri voli low cost da Milano a Sant’Egidio per invogliare maggiormente i turisti europei, più collaborazione con la Toscana meridionale (Siena, Chiusi e Arezzo); andrebbero valorizzati anche i tanti borghi ristrutturati coi fondi del terremoto, patrimonio non sfruttato. L’Umbria, in realtà, sarebbe molto più spendibile di quanto è venduta: l’87,2 per cento dei viaggiatori vuole ritornarvi, disposti pure a fare da testimonial con amici e parenti. Fatto, quest’ultimo, che rivela mille potenzialità.

L’Opera romana pellegrinaggi stima che, nel 2010, dai 6 agli 8 milioni di pellegrini si recheranno a Santiago di Compostela, in Galizia (dove secondo la tradizione si trova la tomba di san Giacomo) per ottenere il perdono dei peccati. Incontrare parte dei camminanti verso Compostela sulla via francigena di San Francesco è “per l’Umbria un’occasione da non perdere”, ha fatto notare la stessa presidente Lorenzetti. Padre Cesare Atuire è l’amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi. “Chi in Umbria – spiega – ricerca natura e cultura, attraverso esse, può anche raggiungere la fede”. Padre Atuire, per cui il turismo è chiamato a divenire “veicolo di umanizzazione”, definisce positiva la collaborazione con la Regione e punta a sviluppare la via di Roma – Via Francigena di San Francesco, sulla quale a Monteripido è stata presentata la nuova guida In cammino nell’Umbria di Francesco e il nuovo portale. “Invitiamo – suggerisce il religioso – tutti coloro che vorranno raggiungere Roma come una volta. Meditando e lentamente”.

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Itinerari sulla via Carolingia in Umbria https://www.lavoce.it/itinerari-sulla-via-carolingia-in-umbria/ Thu, 01 Oct 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7878 Quando Carlo Magno partì da Acquisgrana per giungere a Roma dove papa Leone III lo incoronò imperatore del Sacro Romano Impero, è certo che passò anche per la nostra regione. Questo percorso pan-europeo, che si concluse nella notte di Natale dell’anno 800 con l’unificazione dei territori dell’impero in unico sistema burocratico, amministrativo, monetario e legislativo, prefigurò di fatto un primo concetto di moderna coscienza europea. Per valorizzare i contesti paesaggistici e culturali interessati dal tragitto, il Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici, in particolare la Direzione generale per i beni architettonici e paesaggistici, in collaborazione con l’associazione Italia Nostra e l’associazione Via Carolingia, ha intrapreso da tempo un progetto di riscoperta della Via sotto il profilo culturale, turistico ed economico. Di tale progetto si è parlato nel corso di un convegno svoltosi sabato 26 settembre a villa Colle del Cardinale, nei pressi di Colle Umberto, a 15 km da Perugia, nell’ambito delle Giornate per il patrimonio. Erano presenti Anna Di Bene, soprintendente ai Beni monumentali e paesaggistici dell’Umbria, promotrice del progetto insieme al prof. Tersilio Leggio, presente anch’egli all’incontro quale presidente dell’associazione Via Carolingia, nonché i vari rappresentanti istituzionali dei Comuni interessati dalla via Carolingia tra cui Torgiano, Spello, Nocera Umbra, Assisi, Spoleto, le istituzioni regionali insieme a studiosi tra cui il prof. Caucci Von Saucken. “Il progetto – spiega a La Voce la Di Bene – è uno dei tre itinerari culturali, insieme alla via Francigena e alla rotta dei Fenici, ad avere ricevuto la certificazione dal Consiglio d’Europa. Sin dalla sua approvazione, tra la fine del 2006 agli inizi del 2007, siamo andati avanti cercando di coinvolgere diversi Comuni italiani attraversati dalla Via. Un primo passo è stato la realizzazione di un sito on line (www.viacarolingia.it), da cui sarà presto possibile scaricare direttamente sul Gps l’intera sentieristica, oltre a varie notizie legate al percorso. In Umbria – sottolinea – abbiamo trovato una grande adesione per cui il nostro proposito è quello di far partire il progetto proprio da qui”. Il prossimo passo sarà quello di realizzare la cartellonistica, molto simile a quella già esistente per la via Francigena, dove si potrebbero inserire informazioni sulla sentieristica, i possibili luoghi di accoglienza, i luoghi da visitare. Per questo – conclude la Di Bene – abbiamo chiesto l’intervento dei Comuni, perché ci dicano quali sono le peculiarità del proprio territorio, non necessariamente legate al passaggio di Carlo Magno, ma comunque risalenti allo stesso periodo storico”. Certamente – ha spiegato il prof. Leggio, storico medievalista – a noi non interessa ricostruire nel dettaglio l’orma di Carlo Magno, peraltro difficile, ma ricollegare questo percorso ad un’idea, quella cioè di riscoprire quei valori alto-medievali che forse abbiamo perduti, valori sì di laicità ma anche di spiritualità e di religiosità, e soprattutto dare voce alle realtà minori. Stiamo lavorando perché questa realtà si sviluppi: qualcosa è già partito a Mantova. Credo che anche l’Umbria possa rappresentare una realtà centrale in questo progetto, e il fatto che ci si incontri per sviluppare delle idee e fare delle proposte è già un passo avanti. Sappiamo che Carlo Magno da Ancona andò a Roma e al ritorno passò sicuramente a Spoleto attraverso la via Flaminia. Bisognerà approfondire mano a mano, scoprire i vari strati della storia: la cosa più importante è scoprire questi paesaggi che si sono sovrapposti, paesaggi culturali ma anche ambientali”.

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